Krzysztof Zanussi è stato tra gli ospiti della dodicesima edizione del CiakPolska, la manifestazione che porta nella capitale il meglio del cinema polacco, tra successi recenti e grandi classici del passato. Il regista ha presentato il suo Colori mimetici, film del 1977 che ha segnato un’epoca, e ha incontrato la stampa.
In “Colori mimetici” ci offre una riflessione a tratti satirica sul tema del conformismo mettendo in luce il conflitto tra idealismo e spirito di sopravvivenza. Rispetto agli anni 70, quanto ritiene sia cambiato l’approccio della società odierna?
Speravo che con il cambiamento del sistema economico e politico questo film potesse essere meno attuale, sfortunatamente è rimasto molto attuale. I giovani si ritrovano facilmente in questo sistema gerarchico della menzogna generalizzata. Basta vedere le pubblicità, che non sono altro che menzogne giornaliere. E la cosa brutta è che chi le fa non ha i rimorsi. Lanciano qualcosa di nocivo, che non informa, suscita solo emozioni e desideri che sono inutili. Meglio non desiderare le inutilità.
Come reputa lo stato attuale del cinema?
Invecchiando, mi sento in conflitto con il mondo molto più di prima. Da giovane avevano sentimenti di ribellione, questa ribellione si è approfondita, tutto il mondo sta avanzando in una direzione sbagliata, si perdono i valori e soprattutto c’è mancanza di ricerca di valori nuovi. La vecchia etica non è più utilizzabile e la nuova non ha una base. La psicologia ha sostituito la religione, è paradossale perché la psicologia non è neanche una scienza. È saggezza, sì, ma non ha metodo scientifico. L’etica è diventata minoritaria, abbiamo vissuto 8 anni di governi ipocriti. Non sono stati fruttuosi, anche per il cinema europeo in generale. I film vengono emarginati subito dal mercato.
Che regista è con i suoi attori?
Gli attori sono un prodotto della società, oggi è difficile trovare attori per ruoli eroici. L’eroismo è negato come atteggiamento irrazionale.
Tra qualche settimana al Torino Film Festival verrà presentato il suo ultimo film, “Perfect Number”. In quest’opera il tema principale ruota intorno al materialismo e all’idea che per essere felici esistono anche altre dimensioni spirituali della vita, non solo materiali. Secondo lei una liberazione dal materialismo è possibile? Quali sono i valori opposti su cui bisognerebbe far leva?
Credo che ci sia un momento di saturazione dei beni materiali. Non siamo in grado di consumare tutto quello che il mercato ci offre. Nessuno ha bisogno di 3 auto o 5 stanze. Tutto ha perso la sua forza, non è più attraente come una volta. Fino a cento anni fa, la salvezza era lo scopo finale dell’essere umano. La salvezza poi è stata sostituita dai beni materiali. Mi sembra che l’idea del “Dobbiamo avere di più” stia passando.