A Napoli sul finire della Seconda guerra mondiale accadde spesso che tante donne furono messe incinte da qualche militare statunitense di stanza nel capoluogo, una realtà così diffusa da generare anche famose canzoni divenute patrimonio della cultura popolare. Maurizio Braucci, ispirato dai tanti racconti sulla vicenda, ha realizzato con Claudio Giovannesi la sceneggiatura di Hey Joe, racconto di uno di questi militari che a distanza di un quarto di secolo decide di tornare a Napoli per ritrovare il figlio che non aveva mai conosciuto. Diretto dallo stesso Giovannesi, che torna a raccontare Napoli dopo La paranza dei bambini, Orso d’argento alla Berlinale 2019, il film vede protagonista James Franco al fianco di Francesco Di Napoli e Giulia Ercolini.
Presentato alla 19ª Festa del Cinema di Roma, Hey Joe, prodotto da Palomar con Rai Cinema in collaborazione con Sky e Netflix, sarà al cinema dal 28 novembre con Vision Distribution.
“Hey Joe è un film sulle conseguenze della guerra, sul rapporto tra Stati Uniti e Italia raccontato attraverso la relazione tra un padre e un figlio”, dice Claudio Giovannesi.
Hey Joe, trama
All’inizio degli anni ’70 Dean Barry (James Franco) è un veterano americano, ha preso parte a tre guerre, ma ora si trova solo, con un divorzio alle spalle e una dipendenza da alcool. Un giorno per caso scopre che anni prima gli era stato recapitato un telegramma in cui veniva messo a conoscenza della scomparsa di Lucia, la ragazza napoletana con cui durante la Seconda guerra mondiale aveva avuto una relazione e che abbandonò incinta quando richiamato per un altro conflitto. Toccato dalla notizia Dean decide di tornare a Napoli per conoscere suo figlio, ma questi, ormai un uomo, è cresciuto nella malavita ed è stato adottato da un boss del contrabbando. Enzo (Francesco Di Napoli) sembra non avere nessun interesse per il padre americano, ma la relazione tra lui e il suo padre naturale porterà entrambi a delle scelte decisive e drastiche.
Claudio Giovannesi
Alla presentazione di Hey Joe alla Festa del Cinema di Roma il regista Claudio Giovannesi racconta di essersi immediatamente innamorato della storia presentatagli da Maurizio Braucci. “Mi piaceva perché raccontava una relazione tra padre e figlio e al tempo stesso aveva un legame con la grande storia. Era il racconto della relazione tra Italia e Stati Uniti, tra vecchio mondo e nuovo mondo narrata attraverso la relazione tra un padre e un figlio che non parlano la stessa lingua. Inoltre, offriva la possibilità di raccontare davvero Napoli, come città di frontiera, attraverso i loro occhi, più di quanto non avessi già fatto ne La paranza dei bambini, dove lo scopo era portare una storia che, per quanto ambientata in quella città, avesse un respiro più universale”.
Dopo aver diretto sempre attori esordienti in tutti i suoi film, Giovannesi ha scelto James Franco per il ruolo del protagonista per ragioni assai precise che lo hanno ripagato nella riuscita del film. “È la prima volta che faccio un film in cui il protagonista è maggiorenne – scherza il regista – James lo conoscevo da spettatore sia come attore che come regista, ha fatto più film di me! È uno di quegli artisti che seguo da tanto, abbiamo anche la stessa età. Devo dire che lavorare con un professionista come lui rende tutto molto più semplice. È riuscito a restituire un personaggio forte, un soldato che ha combattuto tre guerre, ma nella sua forza ha un’umanità fortissima. Per me è poetico mostrare la fragilità nella forza e lui ha saputo trovare il modo di portare tutto questo in scena”.
James Franco
Onorato che Giovannesi abbia immediatamente pensato a lui per il ruolo di Dean, per Franco il cinema del regista italiano rappresenta una forma di nuovo neorealismo. “Ho trovato la sceneggiatura di Hey Joe incredibile. Dean è un uomo di mezza età che non ha più nulla nella sua vita, a cui viene offerta una possibilità di redenzione. Amo molto questo genere di storie perché credo nell’idea che non importa quanto una persona scenda in basso: c’è sempre un’opportunità di risalita. Questo film è un viaggio inatteso in cui non sai mai dove andrà il protagonista. Per me questo ruolo è stato un dono, come attore sono sempre alla ricerca di qualcosa di più profondo”.
Francesco Di Napoli
Nel ruolo del figlio di Dean, Enzo, troviamo Francesco Di Napoli, che preso dalla strada proprio con Giovannesi esordì a soli 17 anni ne La paranza dei bambini. Per la costruzione suo personaggio Di Napoli racconta di essere partito ancora una volta dalla sua esperienza personale: “Sono partito inizialmente dai racconti di mio padre che nel ‘77 aveva 20 anni, più o meno l’età di Enzo. Il personaggio passa dalla rabbia alla diffidenza, alla speranza e delusione. Sono emozioni che ho dovuto ricordare tramite le mie esperienze familiari. A differenza di Enzo ho sempre avuto un padre presente, ma capitava ogni tanto che si assentasse e quindi ho dovuto sfruttare quei ricordi tristi per incarnare un personaggio pieno di umanità e sensibilità”.