Inside Out 2, la recensione del sequel Pixar

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Inside Out 2

Dal 19 giugno nelle sale italiane arriva Inside Out 2, il nuovo film Disney e Pixar diretto dal regista Kelsey Mann e prodotto da Mark Nielsen. Con le voci di Pilar Fogliati (Ansia), Deva Cassel (Ennui), Marta Filippi (Invidia), Federico Cesari (Imbarazzo), Sara Ciocca (Riley) e Stash (Lance Slashblade).

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lL FATTO

Nel 2015 abbiamo conosciuto l’undicenne Riley e, soprattutto, le emozioni che regolano i suoi comportamenti in Inside Out, che fruttò a Pete Docter il secondo dei tre premi Oscar da lui vinti finora. Nella mente della ragazzina Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto si alternavano ai comandi della consolle che ne condizionava il comportamento, ma ora Riley è cresciuta ed è scattato l’allarme pubertà. Il risultato? Il quartier generale delle emozioni è improvvisamente demolito perché si deve far posto a qualcosa di completamente inaspettato. Irrompono infatti in scena quattro emozioni nuove di zecca: la frenetica Ansia (apparentemente destinata a soppiantare la leadership di Gioia), accompagnata da Invidia, Ennui e Imbarazzo. Inutile dire che la coabitazione tra nuove e vecchie emozioni non sarà facile.

L’OPINIONE

Diretto da Kelsey Mann (all’esordio nella regia di un lungometraggio dopo aver supervisionato le sceneggiature di Il viaggio di Arlo e Onward – Oltre la magia), su una sceneggiatura di Meg LeFauve (già nel team di scrittura di Inside Out) e Dave Holstein (creatore della serie Kidding – Il fantastico mondo di Mr. Pickles), il secondo capitolo di Inside Out affronta un tema particolarmente complesso come quello delle turbe legate all’ingresso nella pubertà. Il film è punteggiato da momenti deliziosi, come l’apparizione di Nostalgia (prontamente rimandata indietro perché non è ancora giunta l’età in cui Riley possa provare una simile emozione) e la scoperta del caveau dove sono custoditi i ricordi “rimossi”. Il percorso narrativo è centrato sull’antinomia che vede Riley combattuta tra il desiderio di proteggere e mantenere le amicizie d’infanzia e quello di farsi accettare dalle ragazze più grandi di lei della squadra di hockey su ghiaccio del liceo in cui si iscriverà. L’aspetto visivo è come sempre sontuoso, anche se c’è una sfida che alla Pixar non sono riusciti ad affrontare: è infatti bizzarro parlare di pubertà senza tenere conto del desiderio e dello sbocciare della sessualità. Non sarebbe stato facile, ma se come è probabile ci sarà un terzo capitolo, questo è un aspetto della psiche con cui dovranno fare i conti.

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Inside Out rimane un capolavoro insuperato. Se si vogliono approfondire i legami tra cinema e psicologia adolescenziale sono però indispensabili Diario di una schizofrenica (1968) di Nelo Risi e Family Life (1971) di Ken Loach.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
inside-out-2-la-recensioneDal 19 giugno nelle sale italiane arriva Inside Out 2, il nuovo film Disney e Pixar diretto dal regista Kelsey Mann e prodotto da Mark Nielsen. Con le voci di Pilar Fogliati (Ansia), Deva Cassel (Ennui), Marta Filippi (Invidia), Federico Cesari (Imbarazzo), Sara Ciocca...