IL FATTO
1961, Inghilterra. Kempton Bunton è un idealista che combatte per abolire il canone televisivo per reduci di guerra e pensionati. Per raggiungere il suo obiettivo non si ferma davanti a niente, fino a rubare il quadro più noto al pubblico britannico in quei giorni: un ritratto del Duca di Wellington dipinto da Francisco Goya.
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L’OPINIONE
La storia raccontata ne Il ritratto del Duca è assolutamente vera, anche se poco nota, come lo stesso regista Roger Michell ci confessò quando il film fu presentato a Venezia 2020. «Non avevo mai sentito parlare di questa storia», ci disse placidamente in quella che sarebbe stata una delle sue ultime interviste. Il regista di Notting Hill e The Mother è infatti mancato il 21 settembre del 2021, dopo avere concluso il documentario Elizabeth: A Portrait in Parts, un omaggio ai settant’anni di regno di Elisabetta II che vedremo nei prossimi mesi. Il ritratto del Duca è una commedia piena di buoni sentimenti e che, pur ambientata sessant’anni fa e girata ormai quasi due anni fa, risulta d’incredibile attualità. Il credo di Kempton Bunton, basato sul rispetto e la solidarietà reciproca, sarebbe oggi un valore fondamentale nel Regno Unito stritolato dal costo della vita alle stelle a seguito della Brexit e della crisi energetica. Eppure, oggi come allora, la preoccupazione del governo britannico è nei confronti del canone televisivo, che verrà definitivamente abolito nel 2027 come deciso solo poche settimane fa dall’amministrazione del Primo Ministro Boris Johnson.
Lo stesso Michell d’altronde ci diceva nel settembre del 2020 che «Johnson non ama la BBC, come tutti i conservatori, perché il servizio televisivo pubblico è imparziale in modo quasi surreale». Il ritratto del Duca è un’operetta sociale che come la maggior parte dei film britannici può contare su un valore aggiunto inestimabile, attori di tre diverse generazioni egualmente notevoli. I veterani Jim Broadbent ed Helen Mirren sono perfetti nei panni di un’anziana coppia della working class di Newcastle, il figlio Fionn Whitehead (visto già in Dunkirk) ha un radioso futuro di fronte a sé, Matthew Goode diventerà uno dei grandi interpreti del cinema inglese dei prossimi anni.
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I classici della commedia militante britannica, da Grazie, signora Thatcher a Full Monty, film che uniscono risate sincere e critica sociale con grande leggerezza.