Anticipato dalle foto di Cate Blanchett rubate sul set, arriva il nuovo film di Eli Roth, Borderlands. Distribuito da Eagle Pictures a partire dal 7 agosto, a meno di un anno dal precedente Thanksgiving (qui la recensione) il regista di Hostel e Cabin Fever – e forse del prossimo Thanksgiving 2 – si cimenta con una sorta di adattamento del celebre omonimo videogioco. Forte anche della presenza della star scelta dal TIFF 2024 per lo Share Her Journey Groundbreaker Award di quest’anno e del resto del cast, completato da Kevin Hart, Jack Black, Ariana Greenblatt e Jamie Lee Curtis.
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lL FATTO
Lilith (Cate Blanchett) è un’implacabile cacciatrice di taglie dal passato misterioso: quando accetta la missione di ritrovare Tiny Tina (Ariana Greenblatt), figlia scomparsa di Atlas (Edgar Ramírez), il più ricco e potente bastardo dell’universo, sarà costretta a tornare, a malincuore, su Pandora, il suo caotico pianeta natale da cui si era allontanata. Lì stringerà alleanza con un’improbabile squadra di reietti e insieme proveranno a difendere Tiny Tina da un’inaspettata minaccia. Lilith e Tina avranno al loro fianco il mercenario Roland (Kevin Hart), il gigantesco quanto ottuso Krieg (Florian Munteanu), la folle scienziata Tannis (Jamie Lee Curtis) e il logorroico Claptrap, robottino saccente che nella versione originale ha la voce di Jack Black.
L’OPINIONE
Le serie tv The Last of Us e Halo e il cartoon Super Mario Bros sembravano aver definitivamente rotto la maledizione che per anni aveva impedito quasi sempre di trarre dai videogame opere cinematograficamente appetibili. Purtroppo Eli Roth, convincente attore nei panni di Donny “l’Orso Ebreo” Donowitz in Bastardi senza Gloria e regista di sadici film horror come il dittico Hostel, qui non sembra particolarmente ispirato, né in fase di scrittura, né in quella di regia. Pur avendo a disposizione un cast di tutto rispetto i personaggi non riescono ad uscire da cliché fin troppo triti e le battute di alleggerimento di Claptrap/Jack Black sono solo irritanti, senza strappare mai un sorriso. In questo modo il film non soddisfa i fan del franchise videoludico, ma nemmeno riesce ad attrarre chi, ignaro del videogioco, si accontenterebbe di un film d’azione che non proponga un remix di scene, combattimenti e inseguimenti già visti mille altre volte sullo schermo.
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SE VI È PIACIUTO BORDERLANDS, GUARDATE ANCHE…
Silent Hill (2006) di Christophe Gans, era riuscito a rispettare le atmosfere del videogioco senza rinunciare a mettere in scena un avvincente horror sovrannaturale, tanto da generare persino due sequel.