Una barca in giardino, la recensione dell’incantevole film di animazione di Jean-François Laguionie

Al cinema dal 13 febbraio con Trent Film

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Una barca in giardino
Una barca in giardino

Una barca in giardino (Slocum et moi), è il nuovo film d’animazione diretto dal maestro francese Jean-François Laguionie, presentato Festival di Cannes 2024, al Festival Internazionale del Film d’Animazione di Annecy 2024 e al Locarno Film Festival 2024. Scritto dallo stesso Laguionie insieme ad Anik Leray, il film è al cinema dal 13 febbraio 2025, distribuito da Trent Film. Un’opera che promette di incantare il pubblico con il suo stile poetico e la sua narrazione suggestiva, confermando ancora una volta il talento del regista, già autore de La tela animata (Le Tableau, 2011) e di Le stagioni di Louise (Louise en hiver, 2016).

IL FATTO

All’inizio degli anni ’50, sulle rive del fiume Marna non lontano da Parigi, vive un ragazzino di 11 anni di nome François che osserva con curiosità l’attività del padre che, nel giardino della casa di famiglia, sta costruendo una barca a vela. Il progetto è realizzare l’esatta replica dell’imbarcazione con cui Joshua Slocum (1844 – 1909) ha effettuato la prima circumnavigazione del globo in solitario della storia. François passa dall’infanzia all’adolescenza e la narrazione segue con poetico affetto i genitori. La barca è simbolo del sogno che si realizza, un sogno che François condividerà con loro, in un’avventura dove realtà e fantasia si intrecciano, tra il desiderio di partire e l’emozione di navigare verso l’ignoto.

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L’OPINIONE

Il maestro dell’animazione Jean-François Laguionie, 85 anni compiuti lo scorso ottobre, ha iniziato a pensare a questo film nel 2017 mentre realizzava Il viaggio del principe, suo precedente lungometraggio uscito nel 2019. “Non avevo mai fatto un film sulla mia infanzia e sapevo che il prossimo film sarebbe stato l’ultimo: lo dovevo a mio padre e a mia madre”.

Chiarito che il François di Slocum et moi (questo il titolo originale del lungometraggio) altri non è che lo stesso regista, allo spettatore non resta che immergersi nella sua affascinante visione artistica.

La sceneggiatura, scritta con la sua compagna di sempre Anik Leray, è in perfetto equilibrio tra la nostalgia di una giovinezza ricca di sogni e il tributo ai propri genitori, mentre il segno grafico è di una abbacinante maestria pittorica.

L’autore delinea perfettamente ogni personaggio con pochi eleganti tratti di matita, donando loro vita su acquarellati e ricchissimi fondali. La computer grafica è presente solo con interventi “invisibili”, a farla da padrone è l’animazione tradizionale, giocata sui colori tenui con cui Laguionie illumina mirabilmente l’importanza e il fascino di quelle piccole cose della vita quotidiana che hanno forgiato il suo gusto durante l’infanzia e l’adolescenza.

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Il film più vicino alla poetica di Laguionie è Il ragazzo e l’airone (2023) di Hayao Miyazaki.

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RASSEGNA PANORAMICA
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