Un passo alla volta, Fabi, Silvestri e Gazzè al Bif&st: «Noi, rappresentanti di una generazione»

I tre musicisti si raccontano nel documentario diretto da Francesco Cordio

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Un passo alla volta

Spunta un sorriso e anche qualche lacrima guardando Un passo alla voltail documentario diretto da Francesco Cordio in cui Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè si raccontano nell’intimità, nell’infanzia, nell’amicizia e, soprattutto, nella musica. Presentato in anteprima al Bif&st 2025, sarà al cinema come evento speciale dal 7 al 9 aprile con Fandango in collaborazione con Rai Documentari.

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Abbiamo notato come in questi anni le persone intorno a noi ci vogliano bene e abbiano coinvolto anche i familiari in questo affetto – spiegano Fabi, Silvestri e Gazzè – così il tempo che passa viene sancito dalle generazioni che continuano ad ascoltarci, crescono e coinvolgono i propri cari”.

Partendo dal memorabile concerto al Circo Massimo il 6 luglio 2024 con oltre 50mila persone, il documentario ripercorre le vibrazioni, le esigenze e le narrazioni dei tre dagli esordi fino ad oggi tra le interviste, il materiale d’archivio, le riunioni a casa loro, i backstage e alcuni momenti del loro primo tour nel 2014.

Abbiamo avuto la sensazione che quella serata non la vivremo mai più – continuano ricordando il live della scorsa estate – chi era di fronte a noi portava un certo animo, una determinata armonia. È stata una serata speciale, diversa e con un’atmosfera irripetibile. Le persone che erano con noi hanno celebrato i nostri 30 anni di musica”.

Figli d’arte Fabi e Silvestri, al contrario di Gazzè, tutti e tre hanno cominciato a suonare nello stesso club di Roma, Il Locale, dove si esibivano con chitarre, pianoforti e bassi elettrici con personalità artistiche differenti, che si sono incontrate nella vita, condividendo l’amicizia attraverso la musica, la loro linfa vitale.

Il nostro è un caso speciale non dal punto di vista della qualità artistica, ma sulla naturale complementarietà dei nostri caratteri e l’incastro della nostra musica che porta a una narrazione senza particolare forzatura, in cui ognuno occupa una parte che l’altro non desidera occupare. Ne viene fuori, così, un quadro complesso. Noi nasciamo con il desiderio di fare musica insieme e 10 anni fa ci siamo resi conto che, forse, il fatto di stare noi tre insieme ci rende rappresentativi di una generazione, mentre singolarmente abbracciamo un pubblico meno ampio ed è una cosa che ci riempie”.