Dopo i tour sold out nei teatri e oltre 100.000 spettatori conquistati con i suoi show in tutta Italia, il campione di incassi Maurizio Battista arriva al cinema con una commedia non solo – ma anche – divertente diretta da Gianni Quinto (regista del corto Mostro, qui co-autore anche di soggetto e sceneggiatura con lo stesso protagonista). La data di uscita del suo Tu quoque è quella di giovedì 3 aprile, le sale che lo programmeranno in costante aggiornamento sul sito della distribuzione Nexostudios.it
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IL FATTO
Massimo Quinto è un uomo di mezz’età pieno di debiti, con un matrimonio fallito e un pessimo rapporto con suo figlio, la cui vita cambia quando scopre di avere pochi mesi di vita. Dopo un incidente, per un incanto imprevedibile, si risveglia nel 44 a.C., in tempo per salvare la vita a Giulio Cesare e diventarne il più fedele amico. I due, nonostante i millenni che li separano, scoprono di essere più simili di quanto possano immaginare e, durante la sua permanenza nella Roma antica, Massimo apporta grandi novità nella vita dei cittadini oltre a salvare il matrimonio tra Cesare e Calpurnia. Ma qualcosa potrebbe cambiare anche nella sua vita…
L’OPINIONE
“I difetti dei romani sono sempre gli stessi” dice il comico, che da sempre costruisce i suoi spettacoli – e il suo successo – sulla capacità di raccontare con ironia la sua e nostra quotidianità, e che per il passaggio al grande schermo (ma sono molte le partecipazioni ad altri film, da Pupi Avati a Veronesi e Pieraccioni) decide di andare sul sicuro e ribadire quanto “in 2.000 anni non sia cambiato nulla“. Non del tutto vero, ovviamente, visto che è diverso dal solito lo stesso filtro utilizzato dall’attore e sceneggiatore.
Che per l’occasione alterna a gag e trovate tipiche della “sua comicità travolgente e genuina”, come la vediamo descritta dalla presentazione del film, con temi più attuali e ‘seri’, quelli della realtà che vive il personaggio scelto per questo anomalo viaggio nel tempo. Una scusa, che gli permette di giocare con grandi classici del cinema (anche italiano, come il Non ci resta che piangere al quale sarà impossibile non ripensare in più di una occasione), ma anche di parlare di lavoro, della povertà dilagante e di quanto – anche – le moderne condizioni di vita finiscano per inficiare i rapporti umani, soprattutto familiari, come vediamo nel conflitto padre-figlio messo in scena.
Argomenti che fanno parte del repertorio di Battista da sempre, ma che l’esperto artista stavolta affronta con un tono e un taglio inusuale, senza per questo rendere la parentesi ‘storica’ – girata interamente sul set dell’Antica Roma di Cinecittà – meno divertente e godibile. Peccato per le tante leggerezze nella regia di Quinto e nel montaggio, certo condizionati dal budget limitato e dalla natura dell’operazione (ma in molti casi evitabili), che il protagonista sintetizza come “un film che dà giustizia ai vinti” che esorti il pubblico a credere che “anche tu puoi cambiare la tua vita se lo vuoi“.
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SE VI È PIACIUTO TU QUOQUE, GUARDATE ANCHE…
Un qualsiasi spettacolo del comico romano, spesso in tv con i suoi monologhi (su RaiPlay si trovano “Tutte le strade portano a…” e “Poco di tanto“), ma anche il Non ci resta che piangere citato o il più apertamente demenziale S.P.Q.R. – 2000 e ½ anni fa del 1994 diretto da Carlo Vanzina. Consiglio spassionato: recuperate il geniale Thermae Romae del giapponese Hideki Takeuchi, tratto dal manga omonimo scritto da Mari Yamazaki.