Shoshana, la recensione del thriller politico di Michael Winterbottom

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Shoshana

Ispirato a eventi realmente accaduti, Shoshana è un thriller politico ambientato negli anni Trenta che affronta il modo in cui l’estremismo politico e la violenza creano una separazione tra le persone, costringendole a scegliere da che parte stare. Un film interpretato da Douglas Booth, Irina Starshenbaum, Harry Melling, Aury Alby e Ian Hart che segna il ritorno alla regia di un lungometraggio di Michael Winterbottom (Benvenuti a Sarajevo, Road to Guantanamo, This England) e che – dopo esser stato presentato al Toronto Film Festival 2023 – arriva nei nostri cinema distribuito da Vision Distribution, a partire dal 27 giugno.

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IL FATTO

Palestina, anni Trenta: Shoshana Borochov è una donna moderna, progressista e femminista, caapce di intessere rapporti con tutte le fazioni impegnate nella formazione dello stato d’Israele e insieme innamorata di un agente dei servizi segreti britannici, la cui missione era quella di smantellare le cellule terroristiche. Costretta a decidere da che parte stare, Shoshana vede crescere intorno a sé un clima che non le piace, determinato dal leader clandestino Avraham Stern (Aury Alby), carismatico poeta convinto che la costruzione del nuovo stato debba necessariamente passare attraverso la violenza.

Shoshana

L’OPINIONE

È una storia vera e molto appassionante quella di Shoshana, tratta in gran parte dal romanzo Red Days, di Ram Oren, dove viene raccontata con dovizia la storia di questa donna, figlia del fondatore del movimento socialista sionista e che è stata testimone, oltre che combattente in prima persona, della battaglia da parte del popolo ebraico per la costituzione di uno stato sovrano. Al di là dei meriti artistici, che sono nella media, come quasi tutta la produzione di Michael Winterbottom da molti anni a questa parte, Shoshana è un film particolarmente prezioso in questo ennesimo tragico momento di cui il mondo è testimone. Concentrate in due ore intense, le informazioni che fornisce Shoshana sono preziose per capire da dove tutto ha avuto inizio.

Winterbottom punta il dito verso i propri connazionali, ritenendo la Gran Bretagna in buona parte responsabile del conflitto che si perpetra ancora oggi, e spiega quali erano le diverse ideologie e speranze da parte delle diverse fazioni. A questo si intreccia la storia tra Shoshana e Thomas Wilkin, figura molto importante all’interno prima della polizia palestinese e poi nei servizi britannici di stanza a Tel Aviv, braccio destro di Geoffrey Morton, suo capo e materialmente responsabile della morte di Avraham Stern, uno dei fondatori di Irgun, la cellula paramilitare che si batteva per cacciare sia gli inglesi che gli arabi dalla Palestina. Shoshana è una utilissima lezione di storia all’interno di un prodotto dall’impianto narrativo e produttivo più televisivo che cinematografico.

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Kedma di Amos Gitai, che inizia dove finisce Shoshana, nel 1948, anno della formazione di Israele.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
shoshana-la-recensione-del-thriller-politico-di-michael-winterbottomId., Canada, 2023. Regia: Michael Winterbottom. Con: Irina Starshenbaum, Douglas Booth, Ian Hart. Distribuzione: Vision Distribution. Durata: 2h. Uscita: 4 luglio