Sanremo 73, il monologo di Benigni sulla Costituzione commuove Mattarella: «È un’opera d’arte»

L'attore e regista premio Oscar sul palco dell'Ariston omaggia il Presidente e fa un inno alla Carta sulla Carta: "La Costituzione non è solo da leggere, ma è da amare"

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Istrionico, con tutto il suo savoir faire, Roberto Benigni ha inaugurato ieri sera la 73 esima edizione del Festival di Sanremo con un monologo celebrativo sulla Costituzione, alla presenza (per la prima volta nella storia del Festival) del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Onorato e felice» di essere sul palco dell’Ariston, l’attore e regista toscano ha subito rotto il ghiaccio con il Presidente: «Lei è al secondo mandato, Amadeus è al quarto e ha già prenotato il quinto, è costituzionale? Presidente bisogna fermarlo. È un colpo di stato!».

Dopo un breve excursus sulla storia di Sanremo, nato da un’idea di Amilcare Rambaldi per rilanciare il commercio della Liguria, e sull’importanza della musica leggera (“La musica è la regina delle arti, tutte le arti tendono alla musica”) Benigni si è addentrato nella celebrazione della Costituzione italiana: «Quest’edizione è particolare perché cade nel 75° anniversario della Costituzione, e la Costituzione è legatissima con l’arte, la Costituzione è un’opera d’arte e ogni parola sprigiona una forza evocativa e rivoluzionaria, perché butta all’aria l’oppressione e la violenza che c’era prima, ci fa sentire che viviamo in un Paese che può essere giusto e bello, che si può vivere in un mondo migliore». E continua: «È un sogno fabbricato da uomini svegli, ed è una cosa che può accadere una volta nella storia di un popolo. “Se c’è una canzone di Sanremo che possiamo accostare alla nostra Costituzione è l’incipit di ‘Nel blu dipinto di blu’: penso che un sogno così non ritorni mai più. I nostri padri e le nostre madri costituenti non l’hanno pensata, l’hanno sognata».

«L’hanno fatta in pochissimo tempo, sono stati dei visionari – continua Benigni nel suo monologo – ed è stato un miracolo perché erano 556 di tanti partiti, divisi su tutto tranne su una cosa: essere uniti per scrivere la Costituzione più bella. E non si rivolge alla società presente ma guarda al futuro. La Costituzione non si scorda di nessuno. Hanno fatto la Costituzione più bella che si possa immaginare. Pensate all’articolo 11 ‘L’Italia ripudia la guerra’. Se lo avessero adottato tutti i Paesi non esisterebbe più la guerra sulla faccia della Terra”.

 

L’attore toscano ha poi rivolto un pensiero a chi la Costituzione l’ha scritta: «I padri e le madri costituenti hanno lasciato l’ultima pagina bianca, perché dovevamo scriverla noi, con la nostra vita. La Costituzione non è solo da leggere, ma è da amare, bisogna farla entrare in vigore ogni giorno. Loro hanno tracciato la via e ci hanno lasciato una sola cosa da fare: far diventare questo sogno realtà». In conclusione, l’omaggio diretto al Presidente Mattarella: «Tra i nostri padri costituenti c’era Bernardo Mattarella che è il padre del Presidente, lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre, possiamo dire che la Costituzione è sua sorella».

Potete recuperare l’intervento completo di Benigni cliccando QUA.