Il Festival di Sanremo 2025 è alle porte: con la conclusione di Sanremo Giovani, datata dicembre 2024, ha avuto ufficialmente inizio la fase finale di preparazione alla kermesse principale. Ogni anno, infatti, Sanremo Giovani si tiene alcune settimane prima del Festival: lo scopo è selezionare gli artisti emergenti che avranno la possibilità di accedere alla competizione principale. Si tratta, chiaramente, di un’opportunità irripetibile per i giovani talenti della canzone italiana.
Sanremo Giovani, insomma, rappresenta un palcoscenico unico per far conoscere la propria musica al grande pubblico, anche a chi solitamente non è informato sulle nuove proposte musicali. Renzo Rubino è un perfetto esempio di come Sanremo Giovani possa cambiare la vita: dopo la sua partecipazione nel 2013 con il brano “Il Postino”, classificatosi al terzo posto, il musicista pugliese è stato chiamato l’anno successivo sul palco dei “grandi” dell’Ariston. È stato lui stesso a raccontare la sua esperienza attraverso le parole rilasciate a ExpressVPN.
Cosa rappresenta Sanremo Giovani? Renzo Rubino: “Momento che ti cambia la vita”
Per una nuova proposta, Sanremo Giovani è un viaggio mozzafiato che lascia il segno. Oltre ad aiutare a confrontarsi con il giudizio del pubblico e della critica, consolida la fiducia in sé stessi e la capacità di gestire le emozioni: in altre parole è un momento di svolta, a partire dal quale tutto comincia a cambiare. Lo spiega bene lo stesso Renzo Rubino, la cui carriera non è più la stessa da quando ha scoperto di poter salire sul palco dell’Ariston: “In quel momento ti cambia la vita. La mia gioia più grande è stata chiamare i miei nonni. Dargli quella notizia era un modo per ringraziarli per quello che avevano fatto per me, per avermi dato l’opportunità di studiare musica. Poi ho affrontato tutto con grande carica”.
Del resto, essere associati al brand sanremese è quasi una “certificazione di qualità” sul piano artistico: un evento così prestigioso conferisce credibilità e apre le porte a collaborazioni con produttori, etichette e artisti affermati. “Da lì è iniziata la mia carriera, certo, con alti e bassi e non sempre al massimo delle mie forze ma ho iniziato veramente a vivere di musica. Col tempo, mentre passavo le selezioni, i discografici si sono avvicinati. Credo sia una cosa naturale, però io ho scelto di lavorare con chi mi supportava da prima o comunque aveva già ascoltato le mie cose. Ho firmato con l’unica discografica che prima del Festival aveva deciso di ascoltarmi”.
Rubino: “Sanremo come la scena iniziale di un film”
Non è un caso che diversi nomi, oggi celebri, della musica italiana abbiano iniziato la loro ascesa proprio grazie a Sanremo Giovani. A chi gli chiede quanto la partecipazione al Festival abbia contato nel suo percorso, Rubino risponde: “A Sanremo ho incontrato tutti quelli che nel tempo sono diventati collaboratori, gente del settore, giornalisti che si sono ripresentati negli anni. È stato come una sorta di scena iniziale di un film in cui ci sono tutti i protagonisti che man mano poi vengono svelati”.
Sta poi alla bravura del singolo cantante trasformare la visibilità del momento in una carriera duratura: “Ovviamente dal momento in cui si accende la telecamera diventi quello di Sanremo, la cosa difficile è diventare un artista con un nome e un cognome, uno stile e un modo unico di dire le cose. Oggi mi capita di condividere tante esperienze con artisti che ho incontrato al Festival come Diodato o Ornella Vanoni”.