Papa francesco e la “catechesi dello sguardo”

L’intenso rapporto tra il “Papa degli ultimi e del grido di pace” e il cinema, dall’amato neorealismo ai tanti biopic d’autore su di lui firmati da grandi registi

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Papa Francesco Jorge Bergoglio cinema
Papa Francesco

Il rapporto tra Papa Francesco, scomparso oggi a 88 anni, e il cinema, è sempre stato particolarmente intenso. “Quando eravamo bambini, i genitori ci portavano a vedere quei film, e ci hanno formato il cuore“, aveva raccontato di recente, parlando del Neorealismo italiano e della capacità che quelle pellicole avevano di narrare la vita degli ultimi, della gente semplice, per lui destinataria naturale del messaggio di fede.

Francesco era stato dimesso poco prima delle festività pasquali, un momento a cui il Santo Padre teneva particolarmente e dal quale, nonostante le raccomandazioni mediche, non ha voluto sottrarsi, consapevole dell’importanza di restituire a tutti i fedeli la sua immagine, sebbene sofferente e affaticata.

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L’amore di Papa Francesco per il cinema

Jorge Mario Bergoglio ha sempre avuto nel suo ministero grande attenzione verso la comunicazione per immagini, dimostrando la sua sensibilità verso il cinema e la televisione per il loro valore artistico e per l’impatto che il mezzo audiovisivo ha sulla vita di tutti. Ha spesso, appunto, fatto riferimento ai film neorealisti italiani, che hanno segnato il suo immaginario durante l’infanzia. Amava De Sica e Fellini, citava anche nei suoi documenti ufficiali film come Il pranzo di Babette (1987) di Gabriel Axel o Rapsodia in agosto (1991) di Akira Kurosawa e registi come Andrej Tarkovskij, ma anche Roberto Benigni. Ha incontrato in Vaticano, spesso e con piacere, attori e registi. Come Martin Scorsese o nel caso recente di Matteo Garrone, ricevuto dal Papa in occasione del suo film Io capitano (2023) candidato agli Oscar e che racconta una storia di sogni, migrazioni, dolere e speranza che non muore.

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Il cinema, si sa è un grande strumento di aggregazione. Soprattutto nel dopoguerra ha contribuito in maniera eccezionale a ricostruire il tessuto sociale con tanti momenti aggregativi. Quante piazze, quante sale, quanti oratori, animati da persone che, nella visione del film, trasferivano speranze e attese. E da lì ripartivano, con un sospiro di sollievo, nelle ansie e difficoltà quotidiane. Un momento anche educativo e formativo, per riconnettere rapporti consumati dalle tragedie vissute”, aveva detto il Papa 7 dicembre 2019 incontrando i rappresentanti di Associazione Cattolica Esercenti Cinema.

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Papa Francesco ha parlato più volte del linguaggio cinematografico come possibile valore aggiunto nel dialogo con il mondo. “Catechesi dello sguardo”, così Bergoglio chiamava la settima arte, “una pedagogia per gli occhi che cambia il nostro sguardo miope avvicinandolo allo sguardo stesso di Dio”. “Mi piace il lavoro che fate, il lavoro del cinema, il lavoro dell’arte, il lavoro della bellezza come grande espressione di Dio”, si rivolgeva così il 20 febbraio 2023 ai membri della Fondazione Ente dello Spettacolo.

Papa Francesco: Un uomo di parola

Non si è mai sottratto nemmeno in prima persona al dialogo con il cinema e si è lasciato spesso ritrarre in diverse opere. Celebre è il suo scambio con il regista tedesco Wim Wenders che diede vita al film Papa Francesco: Un uomo di parola (2018), documentario riflessivo girato nella Città del Vaticano che alterna interviste personali a immagini della sua attività pastorale. Nel film Papa Francesco appare in prima persona, parlando di temi come la pace, la giustizia sociale e l’ambiente.

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In viaggio

Anche Gianfranco Rosi nel 2022 gli aveva dedicato un altro documentario, In viaggio, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, nel quale raccoglieva documenti visivi e toccanti dei 33 viaggi pastorali compiuti da Bergoglio nei primi nove anni del suo Pontificato. Italia, Brasile, Cuba, Stati Uniti, il continente africano, il sud est asiatico, Grecia, Messico e molti altri Stati, tappe e viaggi volti alla ricerca del dialogo tra religioni e culture diverse, alla ricerca della pace e della vicinanza ai più deboli, agli ultimi e ai più poveri che grazie alla presenza del Papa sentivano rinascere la speranza.

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Chiamatemi Francesco – Il Papa della gente

Nel 2015 il regista Daniele Luchetti gli aveva dedicato un biopic dal titolo Chiamatemi Francesco – Il Papa della gente, che racconta la vita di Jorge Mario Bergoglio, dalla giovinezza in Argentina fino alla sua elezione al soglio pontificio e si concentra sul suo impegno sociale e sulla sua umanità.

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I due Papi

Ma più di tutti ha lasciato il segno il film Netflix I due Papi (2019) di Fernando Meirelles in cui Jonathan Pryce e Anthony Hopkins interpretano rispettivamente Papa Francesco e Papa Benedetto XVI. Racconto romanzato, ma basato su eventi reali, che descrive la relazione tra i due Papi, quello in carica e quello emerito, in un momento storico cruciale, di transizione e di riflessione su ideologie differenti ed eventi stravolgenti.

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