Solo pochi mesi fa il simpatico orsetto aveva invitato qualche fortunato a visitare la casa di Londra dove vive da tempo con la famiglia Brown, e da giovedì 20 febbraio è di nuovo sullo schermo nel nuovo Paddington in Perù (qui il trailer), terzo capitolo delle avventure del personaggio creato dallo scrittore inglese Michael Bond. Un film diretto da Dougal Wilson nel quale due new entry di livello si aggiungono ai soliti Hugh Bonneville, Emily Mortimer, Julie Walters, Madeleine Harris, Samuel Joslin, Carla Tous e Jim Broadbent, quelle di Oliva Colman e Antonio Banderas.
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Doppiato per il nostro pubblico da Fabrizio Pucci (le altre voci italiane sono quelle di Francesco Mandelli, per l’Orso, Francesca Fiorentini, Luca Biagini, Cristina Noci, solo per citarne alcune), l’attore spagnolo ha presentato il film parlando di alcuni dei personaggi interpretati – a partire da Hunter, il principale – e del protagonista animale con il quale si è trovato a interagire, del quale tutti noi dovremmo far nostre alcune qualità. “Ha la capacità di superare gli ostacoli – ha detto di Paddington. – Non si arrabbia mai e non si lascia influenzare negativamente dalle cose che accadono. È molto costante, molto tranquillo e risolve i problemi in modo molto educato“.
Hunter è un avventuriero, com’è essere lui?
Io cerco solo di capirlo, di capire quali sono le sue motivazioni e perché è così, e di creare una vita per lui, che spieghi la sua ossessione per l’oro e cose del genere. Ma con tutti questi personaggi, in realtà quando entri in un’armatura, metti l’elmo, la barba, non ci sono molte cose che puoi fare. Non puoi interpretare un dirigente di banca vestito in quel modo, quindi quella cosa ti descrive, e poi gli dai una voce che pensi corrisponda a quello che senti essere lui, e segui le battute. Lo stesso con il personaggio del prete. Cerco sempre di recitare con una certa dose di umorismo. E poi dovrebbe accadere il resto. A volte non succede, ma a volte il regista ti capisce e tu capisci il regista. Sono tutti sono sulla stessa lunghezza d’onda e le cose vengono bene, e basta.
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Sono d’accordo. Penso che ciò che rende eroico Hunter, a un certo punto, sia ammettere di aver sbagliato e farlo pubblicamente di fronte alla famiglia Brown, di fronte a Paddington, e guardarlo negli occhi e dire: “questo è il mio tesoro, questa è mia figlia”. Ammetterlo. Ma fino a quel momento è un uomo in difficoltà, con molti problemi.
Anche la gentilezza di Paddington è qualcosa che dovremmo far nostro, come potrebbe aiutare la società in cui viviamo?
Viviamo in un mondo molto complicato, in cui fondamentalmente gli individui passano dall’essere persone all’essere voti dei quali tutti sono alla ricerca e con i quali non fanno niente di buono. E tutto ciò che di buono fanno è per ottenere il tuo voto e non per fare del bene. Probabilmente è un mondo post-democratico, e non ce ne accorgiamo nemmeno, perché oggi ci sono molti elementi per poter manipolare le persone e sono molto difficili da controllare. Sarebbe sorprendente poter avere persone come Paddington e con la sua gentilezza.