Nadia Cassini, una delle stelle della commedia sexy italiana degli anni Settanta, è morta dopo una lunga malattia.
Nata Gianna Lou Müller, figlia di due artisti del vaudeville, la ragazza era destinata a una vita avventurosa. Vide la luce nel corso di una delle tournée dei genitori, a Woodstock, il 2 gennaio del 1949, all’alba dell’anno nuovo. Dopo avere lasciato la famiglia giovanissima, si mantiene facendo molti lavori, tra cui la modella, e non poteva essere altrimenti visto il fisico statuario.
Nadia Cassini viaggia, la sua strada si incrocia con uomini famosi, dallo scrittore francese Georges Simenon al conte Igor Cassini, con cui si sposa e si trasferisce in Italia, dove Igor dirige la casa di moda del fratello Oleg.
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Qui inizia la sua carriera cinematografica, Piero Vivarelli le affida il ruolo della protagonista ne Il dio serpente, che la fece conoscere al grande pubblico. Ma la vera popolarità sarebbe arrivata grazie alle commedie sexy degli anni Settanta, genere che sarebbe poi diventato di culto in tutto il mondo e che l’ha resa, di fatto, un’icona del cinema.
Tra infermiere e dottoresse, Nadia Cassini è anche la mitica Regina Nera di Phobos dell’episodio con Paolo Villaggio di Io tigro, tu tigri, egli tigra, un classico della commedia a episodi di quegli anni.
E curiosamente nello stesso 1978 fa anche un’incursione nel vero cinema di fantascienza nostrano, grazie a Luigi Cozzi che la volle come protagonista femminile di un classico, Scontri stellari della terza dimensione.
Finita la stagione del grande schermo, Nadia Cassini passa al piccolo e anche alla musica, indimenticabile la hit A chi la dò stasera. Poi il declino, dovuto soprattutto alle dipendenze che ne hanno segnato a lungo la vita, conseguenza oltretutto di un intervento di chirurgia estetico che ne sfigurò la bellezza fuori del comune gettandola in un profondo stato di depressione.