Martin Scorsese: «L’industria è finita. I cinecomic? Un pericolo per la nostra cultura»

Il regista torna a riflettere sulla Hollywood di oggi, scagliandosi contro i 'contenuti fabbricati': «Non c'è interesse a supportare voci individuali con budget elevati»

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martin scorsese

«Well, the industry is over». Parole di Martin Scorsese, che in una nuova intervista a GQ per l’uscita del suo ultimo film, Killers of the Flower Moon, riassume così il suo punto di vista sull’attuale situazione dell’industria hollywoodiana, sempre più avvezza a cinecomic e franchise e meno alle voci indipendenti. «In altre parole, l’industria di cui facevo parte è finita – spiega Scorsese – Stiamo parlando di quanto, quasi 50 anni fa? È come dire a qualcuno che nel 1970 faceva film muti: cosa pensi sia successo?». Una riflessione che porta ad atre riflessioni, secondo le quali per Scorsese gli studios «non sono più interessati a sostenere voci individuali che esprimono sentimenti, pensieri e idee personali con un grande budget. E quello che è successo ora è che l’hanno relegato in quella categoria che chiamano indie».

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Il futuro del cinema Martin Scorsese

Da tempo associato all’immagine di difensore retrogrado della vecchia scuola, grazie anche al suo lavoro con la Film Foundation, un’organizzazione no-profit che ha contribuito a fondare e che da allora ha conservato e restaurato centinaia di film, Martin Scorsese in realtà ha ancora fiducia nelle sale cinematografiche di oggi. «Penso che ci saranno sempre i cinema, perché la gente vuole vivere questa esperienza insieme», ha spiegato, «ma allo stesso tempo, i cinema devono fare un passo avanti per renderli luoghi in cui le persone vogliano andare a divertirsi o a vedere qualcosa che le commuova». Da qui, è scaturita una nuova riflessione sulla sovrabbondanza di cinecomic e franchise: «Il pericolo è ciò che questa presenza sta facendo alla nostra cultura», ha detto Scorsese, «perché ci saranno generazioni che penseranno che i film sono solo quelli. Anzi, lo pensano già». Poi, lancia un appello: «Dobbiamo reagire in modo più forte. I registi devono farlo. E ci saranno i fratelli Safdie e Chris Nolan, capite cosa intendo? A colpirli da tutti i lati. Colpiscili da tutti i lati e non mollare. Reinventate. Non lamentatevi». 

Il regista ha poi insistito sul fatto che i film sui supereroi dipendono fortemente dagli effetti speciali o da ciò che ha definito «contenuti fabbricati» che non rappresentano più il cinema.«È quasi come se fosse l’Intelligenza Artificiale a realizzare un film. E questo non significa che non ci siano registi incredibili e addetti agli effetti visivi che realizzano bellissime opere d’arte. Ma cosa significa? Cosa fanno questi film al pubblico, cosa ci regalano? A parte il consumare qualcosa per poi eliminarlo subito dalla tua mente, da tutto il tuo corpo? Cosa ci rimane?» ha concluso.  Martin Scorsese