La versione di Armie Hammer e il tentativo di suicidio “a metà” (video intervista)

L'attore parla della droga, i 12 passi, la carriera e la sua 'piccola morte'

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Armie Hammer

La gente mi ha chiamato cannibale. Come se mangiassi le persone! Cosa!? Sai cosa devi fare per essere un cannibale? Devi mangiare le persone!“, esplode Armie Hammer al microfono del podcast “Painful Lessons” condotto dal suo amico Tyler Ramsey. Una lunga conversazione nella quale l’attore ha ammesso le difficoltà passate, fatto il punto sulla propria carriera e raccontato di aver pensato al suicidio, e il suo tentativo forse poco convinto, per fortuna non riuscito.

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Dopo aver dovuto rinunciare alla partecipazione al Next Goals Wins di Taika Waititi – e in precedenza The OfferThe Minutes e Billion Dollar Spy – troppe voci erano circolate sulla star di Chiamami con il tuo nome di Luca Guadagnino ai tempi del suo ricovero presso la The Guest House in Florida, come quella che lo voleva concierge in un resort alle Isole Cayman (ne parlammo ai tempi del suo trasferimento a casa di Robert Downey Jr.), ma già lo scorso autunno l’attore era sembrato deciso a iniziare una nuova vita, già dai suoi post su Instagram.

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Dove ieri è apparsa la sua foto con l’amico che lo ha intervistato e che lo definisce “onesto e vero”, sicuro dell’aver fatto tesoro della “lezione molto dolorosa” seguita alle accuse di feticismo BDSM e di cannibalismo (a quanto pare mai portata avanti dalla Effie che lo accusava di stupro). Uno scandalo che lo ha costretto a entrare in un programma di 12 passi, soprattutto per il fatto di esser sempre “ubriaco” e “fatto”, come dice lo stesso Hammer: “mi comportavo come un idiota per tutto il tempo!“.

È stata una morte dell’ego, una morte della carriera. È esplosa una bomba N nella mia vita e ha ucciso ogni cosa – dice, raccontando di aver pensato di farla finita. – Ci sono state molte volte in cui ho pensato che non ce la facevo più […] C’è stata una volta in cui ero in piedi sulla riva, ho guardato l’Oceano e mi son detto che era il momento, sono andato al largo a nuoto e sono rimasto lì, convinto che per me non ci fosse più niente sulla terraferma, ma è stato un tentativo di suicidio a metà, perché mentre ero lì e quella sembrava l’unica opzione che avevo, ho pensato che non potevo fare questo ai miei figli“.

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Oggi la sua carriera, di fatto, non c’è, come denuncia lui stesso, “non è da nessuna parte“, e tantomeno Hollywood sembra intenzionata a perdonarlo e ad ammetterlo nella propria sabbiera (il luogo protetto dove giocano i bambini, per intendersi). Un destino che sembra esser toccato anche a Kevin Spacey e a Jonathan Majors, che pure la prossima settimana riceverà un “premio alla perseveranza” ai The Hollywood Unlocked Impact Awards di Hollywood Unlocked, a Los Angeles.

Ma come potete sentire qui sotto, nel video del podcast in questione, per Hammer sembra giunto il momento della reazione, almeno a voler credere all’intenzione di “creare una propria sabbiera” e di realizzare la sceneggiatura che sta scrivendo con l’amico di nome Jerry di cui parla…