Dal 13 febbraio su Netflix in concomitanza con la festa degli innamorati arriva La dolce villa, rom-com girata nella splendida Val d’Orcia in Toscana con Scott Foley (Scandal, Grey’s Anatomy, True Blood), Maia Reficco (Pretty Little Liars: Original Sin), Violante Placido, Giuseppe Futia, Tommaso Basili e Jenny De Nucci.
IL FATTO
Nell’immaginario borgo toscano di Montezara, Olivia (Maia Reficco), una ventenne americana trasferitasi in Italia, compra al simbolico prezzo di 1 euro una vecchia villa abbandonata. L’iniziativa, nata da un progetto del sindaco per ripopolare il paese, non piace affatto a suo padre Eric Field (Scott Foley), un imprenditore che dall’Ohio decide di raggiungere la figlia per cercare di farle cambiare idea. Arrivato a Montezara, Eric si lascerà trasportare dal progetto di ristrutturazione della villa, aiutato anche dallo sbocciare dei sentimenti nei confronti di Francesca (Violante Placido), il sindaco della città.
L’OPINIONE
Prendete tutti i cliché più scontati sull’Italia turistica e da cartolina ed ecco a voi La dolce villa, la proposta per San Valentino 2025 di Netflix. Non ci aspettavamo nulla di diverso, sia chiaro, ma leggere il nome di Mark Waters in regia (uno che vent’anni fa ci ha regalato commedie riuscitissime come Quel pazzo venerdì, Mean Girls e Se solo fosse vero) ci aveva stuzzicato all’idea che potesse uscirne qualcosa di decente, e invece…
Si parte male – molto male – da una sceneggiatura piatta e scontata, che fa de La dolce villa la classica favoletta romantica sugli opposti che si attraggono, unita ad un banale viaggio alla riscoperta di se stessi e delle proprie “passioni assopite”. Non c’è niente che regga la finzione dei personaggi e dei loro tratti, dal padre vedovo che lascia il proprio lavoro per recuperare il rapporto con la figlia, che nel frattempo è super indipendente e a suo agio in un paese straniero, alle situazioni che fanno sbocciare l’amore con la sindaca tuttofare (casualità vedova pure lei…), fino ai personaggi comprimari di un’inutilità disarmante. Come disarmante è il fastidio dei cliché e la rappresentazione illusoria della vita italiana, ancora improntata sul dolce far niente, il banchetto di gelato, la bicicletta, lo spritz e le tre vecchiette sedute in piazza. L’Italia rurale e magica vista con la lente degli americani, che però piace solo a loro.
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Love in the Villa – Innamorarsi a Verona (2022) sempre su Netflix, To Rome with Love (2012) di Woody Allen.