Nella sua vita ha saputo mettere la sua poetica in quasi ogni campo dell’arte, dalla letteratura al cinema, Jean Cocteau ha avuto una carriera ad ampio raggio come autore d’avanguardia, critico, regista, attore, librettista e pittore. Fu vicino al dadaismo e al surrealismo dell’inizio del XX secolo ed è noto soprattutto per il romanzo “I ragazzi terribili” (1929), l’opera teatrale La voce umana (1930) e il film La bella e la bestia (1946).
“Ci sono verità che si possono dire solo dopo aver conquistato il diritto di dirle”, diceva Cocteau, che con la sua carriera quel diritto se l’è guadagnato a pieno titolo. Nato nel 1889 a Maisons-Laffitte, cittadina a pochi chilometri da Parigi, dopo un’infanzia segnata dalla scomparsa del padre, morto suicida quando aveva 9 anni, Cocteau interruppe gli studi a 18 anni, ma continuò la sua formazione frequentando i salotti dei grandi artisti dell’epoca e scrivendo poesie e soggetti per il teatro.
I suoi scritti non passano inosservati, tanto che il 20 giugno 1912 Marcel Proust gli scrive: “Crepo di gelosia nel vedere come nei suoi straordinari pezzi su Parigi lei sappia evocare delle cose che io ho sentito e che son riuscito ad esprimere solo in modo assai pallido”.
Intellettuale controcorrente e dal carattere esuberante, Cocteau sente di essere prima di tutto un poeta e negli anni della Prima guerra mondiale, dopo una breve esperienza come infermiere al fronte, frequenta grandi artisti come Picasso, Apollinaire, Satie e Modigliani.
Tra gli anni ’20 e ’30 continua a collaborare con riviste e scrive per il teatro, mentre entra ed esce dalle cliniche per disintossicarsi dalla dipendenza dall’oppio. È del 1926 la sua opera teatrale di successo Orphée e nel 1929 concepisce quello che è ritenuto il suo miglior romanzo, “I ragazzi terribili”.
Alla fine della Seconda guerra mondiale si dedica particolarmente alla cinematografia. È del 1946 La bella e la bestia, presentato in concorso alla prima edizione del Festival di Cannes. I suoi film, gran parte dei quali scrive e dirige in collaborazione, introducono l’immaginario surrealista nel cinema francese e influenzano in un certo grado i futuri cineasti francesi della Nouvelle Vague.
Sono del 1948 L’aquila a due teste, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, e I parenti terribili. Nel 1950 il film Orfeo vince il premio della critica al Festival di Venezia e nel 1953 Cocteau torna al Festival di Cannes come presidente di giuria.
Fu membro dell’Académie française e della Académie Royale des Sciences, des Lettres et des Beaux-Arts de Belgique, commendatore della Legion d’onore francese, membro della Accademia Mallarmé, della Accademia Tedesca (Berlino), della Accademia Mark Twain (Stati Uniti), dell’Académie Royale (Belgio), laureato honoris causa a Oxford (nel 1956), presidente onorario del Festival di Cannes, presidente onorario della Associazione Franco-Ungherese e presidente della Accademia Jazz e dell’Accademia del Disco, cittadino onorario di Mentone (dove decorò la sala dei matrimoni del comune).
Apertamente gay, morì d’infarto l’11 ottobre del 1963, poche ore dopo aver appreso la notizia della morte di Édith Piaf.