Holland, la recensione del thriller “olandese” con Nicole Kidman

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Arriva su Prime Video dal 27 marzo dopo essere stato presentato in anteprima al South by Southwest (SXSW), Holland, un thriller folkloristico ambientato negli anni Duemila con Nicole Kidman, Matthew Macfadyen, Gael García Bernal e Jude Hill.

IL FATTO

Nell’idilliaca cittadina di Holland − una cartolina suburbana nel Michigan stampata direttamente dalla vera Olanda, con tanto di mulini a vento, zoccoli di legno e prati di tulipani − l’insegnante Nancy Vandergroot (Nicole Kidman) conduce una vita da perfetta casalinga. È madre dell’adolescente Harry (Jude Hill) e moglie dello stimato optometrista Fred (Matthew Macfadyen). Le continue trasferte fuori città del marito, tuttavia, cominciano a far insospettire Nancy, la quale, aiutata da un collega di scuola (Gael García Bernal) per il quale nutre una forte attrazione (più che ricambiata), si mette ad indagare con l’intenzione di smascherare l’infedeltà del marito. L’indagine del tutto amatoriale di Nancy e Dave si infittisce fino a scoperchiare una spirale di eventi oscuri destinati a macchiare le loro vite proprio nel giorno del Tulip Time, la Festa annuale dei tulipani.

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Courtesy of Prime Video © AMAZON CONTENT SERVICES LLC

L’OPINIONE

Per tracciare un excursus di come Holland sia venuto alla luce bisogna tornare indietro di oltre un decennio, quando la sceneggiatura di questo thriller scritta da Andrew Sodorski apparve per la prima volta nella Black List del 2013. Da allora, è rimbalzata a Hollywood per svariato tempo prima di esser proposta, nel 2022, a Mimi Cave, regista all’epoca impegnata nella fase di post-produzione del suo film d’esordio, il ben accolto horror Fresh con Sebastian Stan e Daisy Edgar-Jones. Un’occasione ghiotta, per Cave, quella di dirigere Nicole Kidman (coinvolta anche in produzione con la sua Blossom Films) nei panni di una donna intrappolata da una vita perfetta in una cittadina del Midwest, zona che la regista ha ammesso di conoscere bene, in quanto natìa dei sobborghi di Chicago.

Dalla sceneggiatura di Holland Cave ha ammesso di aver apportato alcune modifiche. Ha cambiato l’ambientazione dai tempi moderni ai primi anni 2000 per aggiungere un tocco di nostalgia (e anche facilitare alcuni meccanismi nella trama) e ha spinto sull’utilizzo di mezzi visivi cari all’horror, ma l’impressione è quella di non aver trovato un guizzo sufficientemente graffiante (e inquietante) per salvare un film che, di fatto, si limita ad essere una commedia domestica poco originale nascosta da una vetrina kitsch. Un kitsch fin troppo aggressivo, che utilizza la peculiare cittadina (realmente esistente, fondata dai calvinisti olandesi nel 1847 come avamposto della cultura olandese e della tradizione del Midwest americano) senza sfruttarla nel migliore dei modi, ma piuttosto lasciando un’impronta superficiale che non soddisfa nessuno.

Non per colpa del cast, in realtà molto azzeccato, a partire da Nicole Kidman, sempre più maestra e ancora una volta a suo agio nel dare sfumature alle donne che interpreta, sempre unite da un tocco di inquietudine, che sia in costume come nella Lucille Ball di A proposito dei Ricardo o fortemente contemporanea, come l’AD amante del sadomaso interpretata in Babygirl, per non parlare di tutti i thriller televisivi che l’hanno vista protagonista negli ultimi anni, tra The Undoing, Big Little Lies, Nine Perfect Strangers e The Perfect Couple.

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Courtesy of Prime Video © AMAZON CONTENT SERVICES LLC

Efficacemente misteriosa è anche l’interpretazione di Matthew Macfadyen, mentre più sottotono sono Gael García Bernal e il piccolo Jude Hill, che tanto abbiamo apprezzato nel Belfast di Kenneth Branagh. Il personaggio di Bernal avrebbe una sottotrama interessante che inspiegabilmente viene poco indagata e lo relega a semplice spalla, un po’ troppo poliziotto di pattuglia, seppur divertente nelle sue indagini con Nancy a metà strada tra l’analogico e il nascente digitale, esaltato dall’utilizzo dell’indimenticabile Nokia 3310. Il problema è che Holland non vuole essere una commedia. Avrebbe le carte per approfondire alcuni spunti, primo tra tutti il desiderio di “vivere” e non “esistere” di cui parla Nancy, ma non lo fa. E, problema ancora più grave, si fa fatica a spremere la suspense da un thriller che arranca per buoni 80 minuti prima di accelerare rapidamente e poi bloccarsi, fino trovare una scappatoia finale − scollegata e onirica in bilico tra sogno e realtà − che ti lascia un forte amaro in bocca.

SE TI È PIACIUTO HOLLAND GUARDA ANCHE…

Midsommar – Il villaggio dei dannati di Ari Aster (2019), Don’t Worry Darling di Olivia Wilde (2022) e i titoli già citati all’interno della nostra recensione.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
holland-la-recensione-del-thriller-olandese-con-nicole-kidmanArriva su Prime Video dal 27 marzo dopo essere stato presentato in anteprima al South by Southwest (SXSW), Holland, un thriller folkloristico ambientato negli anni Duemila con Nicole Kidman, Matthew Macfadyen, Gael García Bernal e Jude Hill. IL FATTO Nell’idilliaca cittadina di Holland − una cartolina...