I soldati israeliani hanno arrestato Hamdan Ballal, uno dei quattro registi di No Other Land, premiato agli Oscar 2025 come miglior documentario. L’arresto è scattato dopo che decine di coloni in Cisgiordania hanno aggredito un villaggio palestinese e picchiato Ballal insieme ad altre persone. Il regista era stato poi fatto salire su un’ambulanza per essere curato, ma i soldati israeliani lo hanno tirato fuori e arrestato.
A spiegare i dettagli, il co-regista israeliano di No Other Land, Yuval Avraham: “Un gruppo di coloni ha attaccato la casa di Hamdan, che ha diretto il film insieme con me. Lo hanno picchiato sulla testa e su tutto il corpo. Mentre era ferito e sanguinante, i soldati sono entrati nell’ambulanza che aveva chiamato e lo hanno arrestato. Da allora non si hanno più notizie e non è chiaro se stia ricevendo cure mediche e che cosa gli stia succedendo”.
Avraham ha postato un video che mostra un colono mascherato che avrebbe attaccato il villaggio di Ballal. “Hanno continuato ad attaccare pure gli attivisti americani, rompendo la loro auto con pietre”, ha aggiunto il regista israeliano.
Footage of Israeli Settlers Beating and Lynching Hamdan Ballal, Director of the movie “No Other Land” and American Activists.
Soldiers INVADED the Ambulance he called and TOOK him.
His whereabouts are unknown.pic.twitter.com/mQuf47IQll
— Laughing Legends (@LaughingLegend0) March 25, 2025
The group of armed KKK-like masked settlers that lynched No Other Land director Hamdan Ballal (still missing), caught here on camera. pic.twitter.com/kFGFxSEanY
— Yuval Abraham יובל אברהם (@yuval_abraham) March 24, 2025
Il documentario No Other Land premiato agli Oscar 2025
A marzo scorso No Other Land, che racconta le demolizioni a opera dell’Idf nel villaggio palestinese di Masafer Yatta, in Cisgiordania, ha vinto l’Oscar come miglior documentario. All’opera hanno preso parte due registi palestinesi, Ballal e Basel Adra, entrambi residenti di Masafar Yatta, e due registi israeliani, Yuval Abraham e Rachel Szor. Sul palco a Los Angeles, due dei quattro registi del film, un israeliano e un palestinese, hanno chiesto diritti per i palestinesi e una soluzione negoziata al conflitto. Avraham, ha parlato della distruzione di Gaza e anche degli ostaggi israeliani, brutalmente rapiti il 7 ottobre. “C’è un percorso diverso, una soluzione politica, senza supremazia etnica, con diritti nazionali per entrambi i nostri popoli”, ha detto.
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Diversi giorni dopo il discorso di Avraham agli Oscar, la Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (Pacbi) ha rilasciato una dichiarazione in cui condannava il documentario per aver violato le “linee guida anti-normalizzazione” del movimento. Di diverso parere invece il capo del consiglio comunale del villaggio palestinese di Susya che ha ringraziato l’appoggio degli attivisti, anche israeliani. Il documentario, nonostante l’Oscar, non ha ancora trovato un distributore in America.