È un racconto di formazione e avventura, ma anche un ricordo singolare dell’epoca della Resistenza, immerso nelle verdi vallate, tra i boschi e le alture delle Alpi piemontesi, Fuochi d’artificio è la serie tv diretta da Susanna Nicchiarelli (Miss Marx, 2020; Chiara, 2022), in onda il 15, 22, e 25 aprile in prima serata su Rai 1. Quattro giovani ragazzi sono i protagonisti al fianco di Bebo Storti, Carla Signoris, Francesco Centorame, Barbara Ronchi e Paolo Briguglia di un affascinante racconto storico tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Bouchard (edito da Adriano Salani Editore).
LEGGI ANCHE: Fuochi d’artificio, nonni e nipoti combattenti per la libertà nella serie di Susanna Nicchiarelli
IL FATTO
È il 1944, Marta ha dodici anni, vive con i nonni paterni e suo fratello Davide di 13 anni in un piccolo paese tra le Alpi piemontesi, dove ha trascorso buona parte delle vacanze della sua infanzia. Ora è costretta a restare lontana dalla sua città, Torino, e dai suoi genitori, impegnati in una lotta clandestina contro il regime fascista, mentre suo fratello maggiore, Vittorio, combatte su in montagna con i partigiani per ostacolare l’occupazione nazista di quella regione. Anche se lei odia le armi, Marta e Davide non sanno stare fermi a guardare la guerra che imperversa sotto una dittatura che ha tolto loro libertà e affetti e cominciano così, di nascosto, con i loro amici Sara e Marco a sostenere la lotta partigiana con i loro piccoli mezzi. Ma quello che inizialmente pareva un gioco da ragazzi, ben presto si trasforma in una seria e pericolosa avventura in difesa di valori assai importanti.
L’OPINIONE
Non è il tipo di linguaggio a cui Susanna Nicchiarelli, vincitrice di due David di Donatello, ci aveva abituati con i suoi film, di cui gli ultimi tre presentati in concorso in diverse edizioni della Mostra del Cinema di Venezia. Fuochi d’artificio, che Nicchiarelli ha diretto e scritto con Marianna Cappi e la collaborazione dello stesso Bouchard autore del romanzo, ha un sapore più semplice e un andamento narrativo più lineare, ma non per questo meno trascinante ed emozionante.
Fuochi d’artificio si rivolge in effetti ad un pubblico diverso da quello dei suoi film e questo è evidente sin dalla storia, un coming of age alla Goonies o Stand by Me, come dice Nicchiarelli stessa, e coglie nel segno. Senza banalizzare o ricorrere ad artifici di fantasia, ma avvalendosi dei suggestivi paesaggi e dei pittoreschi ambienti (sebbene deturpati anch’essi dal conflitto), Fuochi d’artificio riesce a restituire un certo fascino e incanto molto fanciullesco anche ad un’epoca tragica come fu la stagione della Seconda guerra mondiale.
La serie ha un inizio lieve, che descrive piuttosto fedelmente quella che poteva essere l’infanzia vissuta durante la guerra, ma in un luogo toccato dal conflitto e dal regime non nella peggiore delle sue rappresentazioni. Boschi, vallate e una certa genuinità dei personaggi ancora fanno sentire il conflitto e l’occupazione stessa lontana, sebbene opprimenti e dolorosi. Gradualmente però, insieme ai giovanissimi protagonisti della serie siamo trascinati in un mondo in cui la guerra avrebbe potuto essere sentita meno, eppure intenzionalmente viene cercata per essere combattuta in difesa del diritto alla libertà anche negli sconfinati spazi montani.
Questo conferisce al racconto un entusiasmo un po’ ingenuo, ma trascinante. I protagonisti, Marta, Davide, Marco e Sara sono personaggi ben costruiti, tridimensionali e ben interpretati dai giovani attori Anna Losano, Luca Charles Brucini, Carlotta Dosi, Lorenzo Enrico. La narrazione procede con scioltezza, soffermandosi con piacere sui piccoli dettagli della vita e delle relazioni che restituiscono un quadro chiaro e necessario alla memoria del contesto dell’epoca.
Fuochi d’artificio nel complesso offre la sensazione netta di leggere uno di quei romanzi classici di formazione con il gusto di lasciarsi trascinare tanto dagli eventi più avventurosi quanto dalla descrizione degli ambienti, dei personaggi e delle situazioni.
SE VI È PIACIUTO FUOCHI D’ARTIFICIO GUARDATE ANCHE…
Jojo Rabbit (2019) di Taika Waititi, una commedia drammatica ambientata nella Germania nazista, protagonista un bambino indottrinato dal regime che scopre la verità grazie a una ragazza ebrea nascosta in casa. Anche la miniserie La Storia diretta da Francesca Archibugi e tratta dall’omonimo romanzo di Elsa Morante.