Nell’attesa dei prestigiosi César, che saranno assegnati il prossimo 28 febbraio, si è tenuta ieri sera a Parigi la cerimonia della 30ma edizione dei Premi Lumière (Prix Lumières), i riconoscimenti cinematografici conferiti annualmente dall’Académie des Lumières, composta da giornalisti di 38 Paesi diversi che lavorano in Francia. Dopo il successo ottenuto ai Golden Globe 2025, è ancora una volta Emilia Perez a trionfare anche in Francia dove la stampa estera ha celebrato il film e il suo regista Jacques Audiard come migliori della stagione. Mentre questa volta è la performance di Karla Sofía Gascón a vincere il premio come Miglior attrice, con Camille e Clement Ducol premiati per la Miglior colonna sonora.
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Partito dal Festival di Cannes, dove ha vinto per la giuria e per le migliori interpreti femminili, per Emilia Perez, musical poliziesco in lingua spagnola ambientato in Messico, che vede tra le sue protagoniste, oltre Gascón, anche Zoe Saldaña e Selena Gomez, ai Lumière riceve in tutto quattro premi su cinque candidature, mentre si conferma un rivale più che temibile anche ai prossimi Oscar 2025, le cui nomination saranno annunciate dopodomani.
Audiard ha battuto quest’anno un record nella storia dei Lumière. Questa edizione segna la sua terza vittoria come miglior film, dopo Tutti i battiti del mio cuore nel 2006 e I fratelli Sisters nel 2019; e il suo quarto premio come miglior regista, dopo Il Profeta nel 2010, Un sapore di ruggine e ossa nel 2013 e I fratelli Sisters nel 2019.
Un altro premio Lumière chiave è andato a La storia di Souleymane, diretto da Boris Lojkine, che ha vinto per il miglior attore ad Abou Sangare. L’attore è protagonista del film nei panni di un immigrato guineano che si muove per le strade di Parigi, dove lavora come corriere in bicicletta, prima del colloquio per l’asilo. Il film è stato presentato in anteprima mondiale nella sezione Un Certain Regard a Cannes dove ha vinto anche il premio come miglior attore per Sangare.
Holy Cow di Louise Courvoisier, un western contemporaneo, ha vinto due premi, come miglior debutto e miglior esordiente maschile per Clement Faveau, che interpreta Totone, un diciottenne che vive con il padre e la sorellina nella fattoria di famiglia nella regione del Giura. Dopo la morte improvvisa del padre, Totone vede la sua vita capovolta e all’improvviso deve prendersi cura della sorella e della fattoria da solo.
The Kingdom di Julien Colonna, film drammatico poliziesco familiare ambientato in Corsica nel 1995, ha vinto il premio per miglior attrice emergente a Ghjuvanna Benedetti, che interpreta Lesia, la figlia quindicenne di un boss mafioso in fuga.
Il premio per il miglior documentario è andato a Dahomey, film onirico diretto da Mati Diop che esplora le problematiche legate alla restituzione dei tesori rubati dalle potenze coloniali. Il premio per il miglior film d’animazione è andato ancora una volta a Flow, film indipendente lettone diretto da Gints Zilbalodis, già vincitore anche ai Golden Globes dove ha battuto blockbuster americani come Inside Out 2 e Oceania.
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Il premio per la migliore coproduzione internazionale è stato assegnato al dramma politico iraniano Il seme del fico sacro di Mohammad Rasoulof. Mentre la migliore fotografia è stata assegnata a Nicolas Bolduc per Il conte di Montecristo, un film d’avventura epico basato sul capolavoro letterario di Alexandre Dumas.
FONTE: Variety