A un anno dalla presentazione ai Festival di Tellluride e al TIFF di Toronto, il film prodotto, scritto e diretto dall’esordiente alla regia Christy Hall torna a far parlare di sé… per le lamentele di alcuni passeggeri di un volo Qantas Airways da Sydney al Giappone che hanno bocciato Una notte a New York (Daddio) infastiditi da – a detta di uno di loro – “40 minuti di peni e tette“. Un film particolare, come vedete nel trailer in fondo alla pagina, con Dakota Johnson e Sean Penn come protagonisti assoluti, che la stessa compagnia aerea ha poi definito “non adatto“, scusandosi per averlo programmato tra i titoli messi a disposizione dei viaggiatori.
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“Il film non era chiaramente adatto alla programmazione in volo e ci scusiamo sinceramente con i clienti per l’esperienza vissuta – ha dichiarato un portavoce della Qantas al The Guardian. – Tutti gli schermi sono stati sintonizzati con un film adatto alle famiglie per il resto del volo, come da nostra pratica standard per i rari casi in cui non sia possibile selezionare un film specifico. Ma stiamo rivedendo le modalità di selezione del film“.
Come evidenziato sui social da un passeggero, infatti, pare fosse impossibile riuscire a spegnere lo schermo, interrompendo la visione del film tanto sgradito, bloccato, finché il personale di bordo non ha cambiato il film. “Questi poveri bambini e i loro genitori, perché avreste dovuto sentire i boati che si sentivano in tutto l’aereo“, ha scritto un’altra persona, che si aspettava di vedere l’altro film della Johnson, Madame Web, aggiungendo: “Onestamente, non so se sarebbe stato peggio“.
“Una donna moderna e indipendente, realizzata e consapevole” viene descritta la protagonista, nelle note del film, “sorpresa di scoprire di avere ancora una fragilità infantile sotto la superficie”. “Clark è un tipo volgare e senza peli sulla lingua, appartiene a una generazione in cui gli uomini non potevano dimostrare i loro sentimenti, ma rivela una tenerezza nascosta” continua la presentazione, descrivendo il personaggio di Penn. Presentazione nella quale si mette in evidenza la “paura di rivelarci vulnerabili” che spesso domina i rapporti umani, e quella che la stessa regista esordiente ha definito – parlando del proprio film – “Lettera d’amore al potere della connessione umana”.
Una notte a New York (Daddio), trama
Una giovane programmatrice, arrivata al JFK Airport dopo un viaggio in Oklahoma in cui ha fatto visita alla sorella, sale sul taxi del loquace Clark per recarsi a Manhattan. Durante il percorso i due affrontano una conversazione che, da leggera e colloquiale, si fa sempre più profonda via via che si affrontano temi come la vita, l’amore, il sesso, la morte, le dinamiche di potere e la vulnerabilità. Il superficiale rapporto tra i due inizia a diventare intimo e a creare una reciproca sincerità che permette loro (e a noi) di esplorare le complessità dei legami umani e delle relazioni, avvicinandosi ciascuno al punto di vista dell’altro ed entrambi alla comprensione di se stessi. Clark, tra le varie cose, intuisce che la giovane sia l’amante di un uomo sposato e sulla base della propria esperienzia, tenta di dissuaderla dal proseguire una relazione di questo tipo.