In C’era una volta il crimine, capitolo conclusivo della saga creata e diretta da Massimiliano Bruno, in sala dal 10 marzo con 01 Distribution, i protagonisti originari, Moreno (Marco Giallini) e Giuseppe (Gianmarco Tognazzi), mettono a frutto l’esperienza acquisita attraverso i rocamboleschi viaggi nel tempo e nell’universo criminale delle due precedenti avventure, Non ci resta che il crimine (2019) e Ritorno al crimine (2021).
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Massimiliano Bruno, oltre che regista, è anche interprete nella saga, nei panni di Gianfranco, esperto del ponte temporale di Einstein-Rosen, ovvero il mezzo attraverso il quale gli eroi un po’ cialtroni di questa avventura si spostano avanti e indietro negli anni.
La neonata banda composta da Moreno, Giuseppe e Gianfranco a cui nel secondo capitolo si era aggiunta anche Lorella, interpretata da Giulia Bevilacqua, decide di sfruttare le potenzialità del ponte temporale scoperto da Gianfranco per tornare nel passato, precisamente nel 1943, nel bel mezzo della Seconda guerra mondiale, e compiere il furto del secolo: rubare La Gioconda ai francesi.
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Tra nazisti e partigiani, incrociando Pertini, Mussolini e persino Hitler, Giampaolo Morelli, nei panni di Claudio, esperto, ma irascibile professore di storia, si unisce all’impresa e grazie anche alla sua presenza il terzetto trova una rinnovata linfa comica.
Nella video intervista rilasciata a Ciak, Massimiliano Bruno e Giampaolo Morelli parlano del film, delle loro impressioni e dell’importanza che ha ricordare eventi storici di tale rilievo.