Anthony Mackie è arrivato a Roma per presentare Captain America: Brave New World, il film che dal 12 febbraio rimetterà in carreggiata l’MCU come sequel di Captain America: Civil War e continuazione della miniserie televisiva The Falcon and the Winter Soldier. Proprio in quest’ultima lo abbiamo visto accettare l’incarico e prendere in eredità lo scudo stellato appartenuto a Chris Evans, ma è con Brave New World che Sam Wilson comincia ufficialmente la sua avventura come il nuovo Captain America. «Un’esperienza incredibile», l’ha definita Mackie alla stampa italiana, mostrandosi solare e divertito, aperto alla battuta (“ancora domande su Zoom? no, vi prego, le fate troppo complicate!”) prima di addentrarsi nei dettagli sulla lavorazione del film, la sua carriera e i parallelismi con il presente.
«Essere Captain America mi ha fatto tornare bambino»
Nato in Louisiana nel 1978 e formatosi alla Julliard di New York, Mackie ha esordito sul grande schermo nel 2002 nel film 8 Mile e da lì è stata una “corsa pazza”, racconta: «sono entrato nell’MCU undici anni fa, non avrei mai pensato che un film su di me fosse una possibilità. È un sogno che si avvera per uno cresciuto guardando Superman e Batman». «Fare questo film è stato un po’ come tornare bambino» continua «mi ha fatto ricordare quei tempi in cui credevi all’esistenza del drago e della principessa nel castello. Arriva un momento in cui ti dicono che tutto ciò non esiste e quello che avevi immaginato si frantuma. Credo che il compito di un attore sia tornare (e far tornare gli altri) a quei giorni in cui credevamo ancora al drago, alla principessa e al principe. Questo film per me è stato così».

I supereroi, non a caso, sono sempre stati fonte d’ispirazione per i bambini e pertanto anche una responsabilità sociale per chi li interpreta. «Abbiamo la responsabilità di insegnare ai bambini ad essere tra i buoni e non tra i cattivi». Tra loro c’è sicuramente Cap, un uomo dai forti valori, ma quali? «Non credo che il termine “America” sia la sola giusta rappresentazione. È un uomo che rappresenta tante cose diverse: onore, integrità, dignità, fiducia».
Due villain d’eccezione: Harrison Ford e Giancarlo Esposito
In Captain America: Brave New World Sam Wilson si ritrova nel bel mezzo di un incidente internazionale che vede coinvolto il neoeletto Presidente degli Stati Uniti Thaddeus Ross. Ad interpretarlo, subentrato al compianto William Hurt, non c’è un attore qualunque, ma Harrison Ford. «Una comparsa ha dovuto lasciare il film perché non riusciva a pronunciare le battute davanti a lui!» racconta Mackie. «È stato pazzesco uscire con Harrison. Sapete che ama il cibo italiano? Mi continuava a dire che voleva mangiare un “clean Italian”, ma nessuno sapeva cosa fosse, neppure i ristoranti italiani». Insieme a Ford, c’è anche uno spietato Giancarlo Esposito, grande amico di Mackie. «Ci conosciamo da 25 anni, lo ammiro da quando ero un giovane attore di teatro che si era appena trasferito a New York. Ricordo di averlo visto in Do the Right Thing di Spike Lee. Ho chiesto specificatamente di averlo nel film e per fortuna lui era disponibile».
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Come anticipato dalle prime immagini mostrate alla stampa e dai trailer, in Brave New World tornano gli intrighi politici che da sempre hanno caratterizzato i film di Captain America, con i quali è facile cadere in parallelismi con il presente. In questo caso, con la nuova carica di Donald Trump. Alla domanda su che tipo di leadership consiglierebbe al suo Presidente, Mackie risponde: «A Trump consiglierei di avere più compassione e comprensione. Non bisogna dire alla gente solo cosa fare, ma bisognerebbe ascoltare di più, mettere insieme le idee di tutti per trovare una soluzione comune. Gli direi di essere più tollerante e di larghe vedute».
Seppur con temi attuali, bisogna fare attenzione a non fare troppi paragoni, sottolinea l’attore. «Non credo che questo film sia lo specchio dell’America di oggi perché resta comunque un prodotto di intrattenimento, come tutti i film Marvel. Quelli di Captain America, nello specifico, hanno sempre avuto il sottogenere di spionaggio politico, sono thriller psicologici». E aggiunge: «Più che affrontare la posizione dell’America alle prese con un nuovo presidente, si focalizza sui personaggi e sul loro modo di interagire».
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La Marvel riparte da Captain America
Dopo la fredda accoglienza di The Marvels nel 2023, l’unico film del MCU uscito nel 2024 è stato Deadpool & Wolverine. Una pausa servita anche per riordinare le idee in casa Feige considerando anche le tante novità annunciate da qui al 2027, in cui vedremo Captain America: Brave New World, Thunderbolts* e The Fantastic Four: First Steps nel 2025, Avengers: Doomsday e il sequel di Spider-Man: No Way Home nel 2026 e Avengers: Secret Wars nel 2027. Dopo l’addio di tanti personaggi e il passaggio di testimone di altri, la Marvel si riorganizza. Giusto parlare di rebranding? «Sapevamo che sarebbe stato difficile andare oltre Infinity Wars e Endgame» racconta Mackie «ma questo film si ricollega tanto al primo Captain America. Usiamo lo stesso ‘blocco’ per formare un nuovo pinnacolo e una nuova generazione di storie».
Per farlo, è fondamentale far affezionare il pubblico a livello emotivo. «Per un attore la preparazione fisica è la cosa più semplice: vai in palestra, ti alleni e mangi petto di pollo tutti i giorni. La vera sfida sta nella storia e nel rendere questi personaggi memorabili, chiedersi come facciamo a fare relazionare il pubblico con quello che stiamo raccontando».
E a proposito di personaggi memorabili, sul finale dell’incontro, Anthony Makie ci rivela chi vorrebbe nella sua personale squadra di Avengers: «A parte la mia coach di recitazione che era la Hulk di New Orleans, direi Steve McQueen, tutti i Ghostbusters originali e la crème de la crème, Monica Bellucci! Ho visto la Bellucci creare degli incidenti per strada, credo che riesca a battere tranquillamente anche degli alieni. Sarebbe la mia arma segreta da lanciare contro i nemici».