Andor, la seconda stagione presentata alla Star Wars Celebration

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Star Wars Celebration Andor
TOKYO, JAPAN - APRIL 19: A general view at Andor A Star Wars Story at Celebration Stage during Star Wars Celebration Japan Day 2 on April 19, 2025 in Tokyo, Japan. (Photo by Christopher Jue/Getty Images for Disney)

«Quando avrete finito la seconda stagione di Andor, riguardate Rogue One, vi sembrerà un altro film e dal significato ancora più profondo». Parola di Diego Luna, protagonista della serie prequel e spin-off del film diretto da Gareth Edwards che è senza dubbio uno dei momenti più alti della galassia Star Wars in senso assoluto.

L’attore messicano, che è anche produttore esecutivo della serie, ha presentato la seconda, e ultima, stagione alle 9.000 persone che affollavano la Celebration Arena della Makuhari Messe di Chiba, in Giappone, durante la Star Wars Celebration 2025. «Per noi essere qui è importantissimo, avevamo presentato la prima stagione alla Celebration del 2022, tornare di fronte al popolo di Star Wars con questo capitolo conclusivo che si concluderà esattamente quando inizia Rogue One».

Sul palco di Chiba era presente tutto il cast di Andor e anche il suo creatore, lo showrunner e sceneggiatore Tony Gilroy, accompagnato da Adria Arjona, Kyle Soller, Genevieve O’Reilly, Denise Gough, Alan Tudyk. Mancavano all’appello Stellan Skarsgård e Ben Mendelsohn, che nella seconda stagione riprende il ruolo interpretato in Rogue One, Orson Krennic, direttore del dipartimento armamenti avanzati dell’Impero.

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La presentazione è stata l’occasione per presentare al pubblico della convention il primo episodio della seconda stagione in anteprima assoluta, una sorpresa accolta con una standing ovation dal popolo di Star Wars, e anche per dare qualche piccola anticipazione su quello che accadrà nelle dodici puntate che la compongono. «Inizia con un matrimonio» ha anticipato O’Reilly, ovvero la senatrice della Repubblica Mon Mothma, personaggio chiave sin dal primo Guerre Stellari (Episodio IV, per intenderci).

Gough e Soller non hanno nascosto che la relazione tra Dedra Meero e Syril Karn, la prima ambiziosa burocrate imperiale e il secondo l’ambiguo ex ispettore sempre in caccia di Cassian Andor, potrebbe prendere una direzione diversa, «caratterizzata soprattutto da molti silenzi e sguardi intensi» ha specificato l’attrice irlandese.

Star Wars Celebration Andor
TOKYO, JAPAN – APRIL 19: Kyle Soller and Denise Gough are seen at Andor A Star Wars Story at Celebration Stage during Star Wars Celebration Japan Day 2 on April 19, 2025 in Tokyo, Japan. (Photo by Christopher Jue/Getty Images for Disney)

Adria Arjona, che nella serie interpreta la migliore amica di Andor, Bix Caleen, era particolarmente emozionata al cospetto della immensa platea, al contrario dell’ormai avvezzo Alan Tudyk, che torna a dare la voce al droide K-2SO.

Andor Stagione 2 arriva su Disney+ il 23 aprile 2025

Oscar Cosulich ha intervistato  il cast in esclusiva qualche settimana prima che Ciak volasse a Tokyo, partendo proprio da Diego Luna.

«La storia si ripete, giusto? Quindi il pubblico in Andor trova affinità con il nostro mondo. Le sceneggiature sono state scritte tanto tempo fa, ma la fantascienza è un ottimo specchio che riflette la realtà in cui viviamo. Quando suggerisci che qualcosa accade in una galassia molto, molto lontana, hai la libertà di mostrare tutto quel che oggi ti preoccupa.

Questa è la storia di una rivoluzione, la storia di persone che prendono il controllo, che si uniscono e combattono per una causa ed è questo a renderla rilevante. Fin dai tempi di Rogue One questo ha risuonato nel pubblico».

Per lei qual è il carattere distintivo di Andor nell’universo di Star Wars?

«Questo Star Wars parla di persone normali che fanno cose straordinarie. Siamo andati avanti per lungo tempo mostrandone il carattere e se ricordi le prime scene di Cassian non ti saresti mai aspettato che sarebbe diventato quello che abbiamo visto in Rogue One. In questo universo quello che conta è il percorso di Cassian, perché mostra quando delle persone normali hanno dovuto sporcarsi le mani e sono state coinvolte.

È questo che rende unico Andor: riguarda la comunità e il modo in cui la comunità comprende la propria forza. La ciliegina sulla torta è sicuramente il film Rogue One dove vedi questa comunità rischiare tutto, fino a sacrificarsi per la causa».

Con un film e due stagioni televisive Cassian Andor è uno dei personaggi di Star Wars dalla vita più lunga sullo schermo. Che effetto le fa?

«Cassian è fondamentalmente il personaggio che ho interpretato per più tempo nella mia vita ed è stato bellissimo, meraviglioso e ovviamente impegnativo per il lasso temporale che la storia attraversa, ma come attore è stupendo. Ho avuto modo di portare ogni possibile colore e trovare tutte le sfumature e i piccoli dettagli che il tempo limitato di un film non consente.

Star Wars Celebration Andor
TOKYO, JAPAN – APRIL 19: Diego Luna poses for a photo backstage during Star Wars Celebration Japan Day 2 on April 19, 2025 in Tokyo, Japan. (Photo by Tomohiro Ohsumi/Getty Images for Disney)

È stato come realizzare otto film per raccontare la storia di come il personaggio si sia trasformato. Non penso mi succederà mai più un approccio così affascinante che mi ha dato molto lavoro, ma anche molto tempo per innamorarmi completamente del personaggio. In tutta la mia vita non sono mai stato così tanto tempo con un personaggio!».

Ha mai pensato che fosse bizzarro che tutto sia nato da una frase dei titoli di testa di Star Wars?

«Star Wars è stata parte delle nostre vite per così tanto tempo e penso che il mondo in cui viviamo oggi e il modo in cui raccontiamo le storie sia cambiato radicalmente da allora. Questi lunghi pezzi, questo formato lungo che uno show televisivo porta con sé è abbastanza recente e anche relativamente nuovo nell’universo di Star Wars.

Sicuramente il mio personaggio ne ha beneficiato molto, perché abbiamo avuto l’opportunità di essere tanto specifici, ma c’è una cosa che non dobbiamo dimenticare. Dietro ogni personaggio di Star Wars, non importa quanto sia piccolo o grande il suo ruolo, c’è sempre dietro una storia enorme: tutto è costruito in un universo molto solido, che ha risposte per tutto.

È una cosa affascinante perché è quasi come recitare in una pièce storica, dove da qualche parte ci sono tutte le risposte e puoi fare ricerche per trovarle: ci sono gli esperti in materia. È affascinante far parte di qualcosa le cui specificità sono costruite così meticolosamente.

Nella seconda stagione copriamo quattro anni: l’arco narrativo si completa e la posta in gioco aumenta. C’è più complessità in ogni relazione, con diversi alleati e nemici ed è bello che sia così ricco».

Star Wars Celebration Andor
TOKYO, JAPAN – APRIL 19: Adria Arjona is seen at Andor A Star Wars Story at Celebration Stage during Star Wars Celebration Japan Day 2 on April 19, 2025 in Tokyo, Japan. (Photo by Christopher Jue/Getty Images for Disney)

Adria Arjona è reduce dal successo di Hit Man di Richard Linklater, ma Andor è stato certamente un momento di svolta nella sua carriera. Alla fine della prima stagione Bix Caleen viene liberata dalla prigionia da Cassian, ma questo non ne fa una “damigella in pericolo”, come Adria Arjona racconta in esclusiva a Ciak:

«Tony Gilroy ti lascia spazio per un’opinione, ma le sue sceneggiature sono così belle che non c’è niente da cambiare. È liberatorio avere il suo numero di telefono: è sempre accessibile per l’attore e risponde a qualunque domanda, o dubbio possa avere. Io lo ringrazio moltissimo per il fatto che la mia Bix non sia un “damigella in pericolo”: Tony non l’ha scritta per essere così e so che l’ha fatto per un motivo.

Lui ha un modo interessante di donare al personaggio un misto di vulnerabilità, complessità e forza. È una cosa che ha reso molto divertente per me recitarlo: bilanciare questi aspetti rende Bix così umana. Io non sono una donna dura in Star Wars, sono una donna forte in Star Wars, ma con la forza arrivano anche debolezza e vulnerabilità, c’è il desiderio di combattere e anche il suo rifiuto. Sono davvero grata di aver potuto recitare questa complessità».

Star Wars Celebration Andor
TOKYO, JAPAN – APRIL 19: Tony Gilroy is seen at Andor A Star Wars Story at Celebration Stage during Star Wars Celebration Japan Day 2 on April 19, 2025 in Tokyo, Japan. (Photo by Christopher Jue/Getty Images for Disney)

A trasformare in una serie di due stagioni e 24 episodi la frase contenuta nei titoli di testa di Guerre stellari, «Durante la battaglia spie ribelli sono riuscite a rubare i piani segreti dell’arma decisiva dell’Impero, la Morte Nera», è stato Tony Gilroy (due nomination agli Oscar per regia e sceneggiatura di Michael Clayton), a cui abbiamo chiesto prima di tutto se è stato difficile entrare nell’universo di Star Wars.

«Se è arte, è come costruire qualsiasi cosa: inizi, ma se pensi a tutto, ti blocchi, morirai e impazzirai perché la sfida è troppo grande. Devi farlo un passo alla volta, decidendo da dove iniziare. Volevo una serie su Cassian cinque anni prima di Rogue One, la mia idea era che fosse il più lontano possibile dal ragazzo conosciuto nel film.

L’ho voluto non amabile, il più antipatico, disimpegnato e incosciente possibile, un bruco che alla fine diventa farfalla. Ho cominciato dal giorno peggiore della sua vita e da lì sono andato avanti: è stato come cucire un maglione punto per punto.

Ero conscio del contratto con il pubblico quando sapevo che avremmo cambiato la grammatica della saga. Il paragone era col Vaticano, ci siamo detti: “Ok, ci libereremo della messa in latino”».

Com’è abbandonare Andor dopo tanto tempo?

«Agrodolce: è stato un enorme sollievo aver finito le sceneggiature proprio la settimana prima degli scioperi, così ho avuto la possibilità di elaborare l’addio nel tempo. È l’esperienza fondamentale della mia vita e non avrò mai più l’occasione di fare qualcosa del genere. Onestamente mi manca. È una cosa grandiosa, è come una guerra, è come una grande avventura, o un matrimonio fantastico, mi mancherà per sempre».

Gli attori sono entusiasti del rapporto con lei. Qual è il suo segreto?

«Mi piace sapere tutto quello che pensano, ma non so se questa sia la mia forma di controllo. Io qui non sono il regista, però ho usato la mia tecnica di regia: amo davvero la preparazione, perché voglio che gli attori siano sempre preparati, proprio per questo rispondo a qualsiasi domanda mi facciano.

Loro devono conoscere le battute ed essere pronti a scatenarsi sapendo cosa stanno recitando. Uno dei miei rituali erano le riunioni domenica sera con i registi: “Chiamami domenica sera e chiacchieriamo mezz’ora sul lavoro della settimana. Rivediamo tutte le scene che stai girando”.

È stato scioccante scoprire che, nonostante una preparazione così intensa, c’erano scene e concetti che avevano completamente frainteso. Quindi la mia disponibilità con gli attori, oltre ad essere divertente, aiuta la mia autoconservazione, facendo tutti contenti».

Uno dei personaggi certamente più ambigui, e per questo affascinante, di Andor è Syril Karn, interpretato magistralmente da Kyle Soller.

«In teatro c’è una vecchia battuta: due attori parlano di Amleto ed entrambi interpretano personaggi diversi dell’opera. Uno domanda: “Ma in realtà di cosa parla Amleto?” e quello che interpreta il becchino risponde: “Beh, c’è questo becchino che ha questo problema”.

Quando interpreti un personaggio è una specie di eroe del tuo mondo e della tua storia, mostra cosa tu stia facendo, anche se stai interpretando qualcuno che è un cattivo, o ha tendenze da cattivo».

Ma sarà lui il vero antagonista di Cassian Andor nella seconda stagione?

«La cosa importante è cercare di capire quali siano le sue motivazioni e perché fa quel che fa. Sono stato fortunato, Tony Gilroy ha messo molta umanità in Syril e ciò che mi ha attratto del ruolo è stato il conflitto. Non era chiaro se fosse un cattivo assoluto, o solo moralmente ambiguo, se si sarebbe trasformato in un eroe, o qualcosa del genere.

Nella “mia” storia, nel mio mondo, lui è l’eroe, ma non lo vedo come un bravo, o un cattivo ragazzo. Syril è proprio situato a metà ed è questo che lo rende divertente da interpretare e, spero, interessante da guardare».

Star Wars Celebration Andor
TOKYO, JAPAN – APRIL 19: Genevieve O’Reilly poses for a photo backstage during Star Wars Celebration Japan Day 2 on April 19, 2025 in Tokyo, Japan. (Photo by Tomohiro Ohsumi/Getty Images for Disney)

Fin da Star Wars – Episodio III – La vendetta dei Sith (2005) Genevieve O’Reilly è Mon Mothma, senatrice imperiale che si destreggia tra le politiche dell’Impero e sostiene segretamente l’Alleanza Ribelle. In Andor l’attrice irlandese ha potuto finalmente mostrare tutto il suo talento, come racconta in esclusiva a Ciak:

«Sono molto grata di averla potuta interpretare in Andor, perché ora c’è spazio per lei e può avere una voce. Nella prima stagione Mon Mothma ha agito nell’ombra e abbiamo imparato quanto abile, quanto raffinata, quanto segreta e quanto politica dovesse essere. Ora, nella seconda stagione, usciamo allo scoperto: lei deve correre rischi, farsi avanti e far sentire la sua voce in un modo che non abbiamo mai potuto mostrare prima.

Ci sono alcuni momenti in questa stagione che la definiscono davvero e che non vedevo l’ora d’interpretare perché non solo sono importanti per la donna, per il personaggio e per me che la interpreto, ma sono davvero importanti per la storia generale in Andor e anche in Star Wars».

Sembra che qui la divisione tra Lato Oscuro e Lato Chiaro della Forza sia più sfumata, o sbaglio?

«Penso che sia proprio questo che Andor cerca di fare: essere onesto sul Lato Grigio, o forse essere onesto sul fatto che tutti noi viviamo nel Grigio fin quando ci sono momenti in cui possiamo e dobbiamo scegliere. Ci sono momenti specifici in cui scegli in quale direzione andare, perché il mondo non è mai in Bianco e Nero e tutti noi esistiamo nello spazio grigio».