Arriva finalmente anche in Italia l’atteso biopic su Bob Dylan diretto da James Mangold (Le Mans ’66 – La grande sfida, 2019; Logan – The Wolverine, 2017) e interpretato da Timothée Chalamet. Ispirato al libro “Il giorno che Bob Dylan prese la chitarra elettrica. A Complete Unknown: Dylan Goes Electric!” (2015) di Elijah Wald, A Complete Unknown è stato presentato a Roma alla presenza del regista Mangold con Chalamet e i coprotagonisti Edward Norton e Monica Barbaro.
LEGGI ANCHE: A Complete Unknown: Chalamet, Mangold e Norton in arrivo a Roma per l’anteprima italiana
A Complete Unknown
A Complete Unknown descrive l’ascesa di Dylan sulla vibrante scena musicale di un periodo storico denso di sconvolgimenti sociali, politici e culturali. Era il 1961 quando un giovane vagabondo originario del Minnesota si ferma in una New York in fermento soprattutto sul piano dell’espressione artistica, vuole conoscere uno dei suoi idoli musicali, il cantautore folk Woody Guthrie. Il ragazzo si presenta come Bobby Dylan, ma il suo vero nome è Robert Allen Zimmerman, e con il suo talento colpisce anche l’amico di Guthrie, il compositore Pete Seeger, che lo lancia nei suoi spettacoli nei locali di musica folk più noti della Lower Manhattan. Da quel momento e nell’arco di quattro anni Dylan si trasforma da vagabondo a leggenda del rock.
LEGGI ANCHE: Timothée Chalamet è Bob Dylan nel nuovo trailer italiano di A Complete Unknown
“Il film racconta la storia di un momento specifico, e non l’intera vita, di una persona. Parla di un mondo in cui moltissimo viene comunicato attraverso le canzoni”, dice Mangold. Nel panorama statunitense che vedeva gli artisti impegnati nella lotta contro la guerra e in favore dei diritti civili, “Bob Dylan aveva diverse storie sulle sue origini – spiega Chalamet – ma ha letteralmente creato il suo nome, ha creato la sua arte, ha creato la sua espressione ed era favoloso. La sua storia insegna a non lasciarci condizionare da ciò che ci vorrebbe limitare”.
Tratto da un verso del brano “Like A Rolling Stone” di Dylan, A Complete Unknown è un titolo che riflette l’intenzione di Mangold di “evitare spiegazioni psicologiche semplicistiche su un uomo che, da sei decenni, elude qualsiasi definizione immediata”. La storia di Dylan nel film si ferma al 1965, quando il musicista chiuse la settima edizione del Newport Folk Festival con tre brani inediti accompagnato dalla sua band elettrica che sconvolsero un pubblico desideroso di ascoltare solo le sonorità folk più classiche di “Mr. Tambourine Man” e che segnarono una rottura rispetto alle origini da cui era nata la musica che aveva dato notorietà al giovane cantautore.
Da Bob Dylan a Timothée Chalamet
“Personaggi di quell’epoca come Bob Dylan o James Baldwin o Joan Baez e Pete Seeger erano soprattutto grandi pensatori. In loro c’era ottimismo e sincerità e credevano nel valore etico del loro lavoro, ma Bob fu così tanto apprezzato che in qualche modo ne rimase spaventato, inquietato, e se ne andò per fare altri tipi di musica”, spiega Chalamet.
L’attore, che in A Complete Unknown interpreta anche in prima persona tutti i brani di Dylan riprodotti nel film, spiega di essersi preparato per circa cinque anni e mezzo per questo ruolo. “In tutto questo tempo ho acquisito una grande sicurezza in me stesso, immagino. Ero così tanto concentrato sulle immagini e sui filmati che riuscivo a trovare che questi sono rimasti come impressi nella mia anima. Dylan ha avuto una grande influenza su di me giorno dopo giorno e ho trovato di più me stesso in lui”, racconta Chalamet.