Non si parla tanto di disagio mentale in 30 notti con il mio ex, il nuovo film di Guido Chiesa che vede protagonisti Edoardo Leo e Micaela Ramazzotti, ma piuttosto del “problema che abbiamo tutti con l’altro da noi”. “Gli altri non si piegano a come noi vorremmo che fossero”, spiega il regista e cosceneggiatore con Nicoletta Micheli del film, che dal 17 aprile porta al cinema con PiperFilm una storia d’amore insolita, una commedia drammatica e divertente con un pizzico di follia.
30 Notti con il mio ex, trama
Bruno (Edoardo Leo) è padre di un’adolescente, è un ansioso cronico, attento programmatore ossessionato dall’ordine, e quando sua figlia Emma (Gloria Harvey) gli chiede di ospitare in casa loro la sua ex moglie e madre della ragazza, Terry (Micaela Ramazzotti), si trova in grande difficoltà. Terry è appena uscita da un lungo percorso di recupero emotivo e Bruno teme che la sua presenza in casa possa comportare un completo sconvolgimento nella sua vita e soprattutto che possa far riemergere dolorosi ricordi del passato suo e di Emma. Ciò nonostante, accetta sperando che le 30 notti passino più velocemente possibile, ma l’esuberanza e la schiettezza di Terry metteranno a dura prova la vita di Bruno, incastrato in una relazione spenta e in un lavoro che non va come lui vorrebbe.
30 NOTTI CON IL MIO EX | TRAILER
Il regista Guido Chiesa e i protagonisti Edoardo Leo e Micaela Ramazzotti
30 notti con il mio ex è liberamente ispirato al film argentino, 30 noches con mi ex (2022) di Adrián Suar, ma Guido Chiesa sottolinea che la trasposizione italiana sposta il fuoco più sul lato femminile della vicenda. “Ci è parso chiaro fin dall’inizio che era un film che parlava di una coppia distrutta dal disagio mentale di uno dei due, ma anche dalla paura e dalla rigidità dell’altro. La storia affronta un tema universale: la difficoltà che abbiamo tutti di relazionarci con l’altro. L’altro può essere il proprio partner, il proprio figlio, il proprio datore di lavoro, il proprio collega d’ufficio, il proprio compagno di scuola ed è sempre il nostro limite. Vorremmo che gli altri fossero come vogliamo noi, ma questo non può accadere. Questa storia racconta di due persone che si vogliono molto bene, ma una ha molto paura e l’altra è così piena di vita che ogni tanto spariglia tutte le carte”, spiega Chiesa alla presentazione del film a Roma.
“Non volevamo fare un film depressivo o negativo su questo tema, già molto affrontato al cinema. Pensavamo che se ne potesse parlare in termini anche leggeri, come una certa tradizione della commedia italiana ha fatto nel passato”, aggiunge il regista. Mentre Edoardo Leo aggiunge: “Qui si parla di una coppia in cui lei ha un disturbo della personalità, ma il tema di fondo riguarda tutti. Tutti noi abbiamo amato o siamo stati amati da qualcuno con cui è stato difficile convivere. Abbiamo avuto un grande amore che non è riuscito a concretizzarsi in una relazione, perché non si riusciva a stare insieme. Sono convinto che in molti si ritroveranno in questo film”.
Micaela Ramazzotti, che racconta di aver interpretato con piacere questo ruolo un po’ folle, conclude: “Chi è che non ha un matto in famiglia o nella propria rete vicina? Tutti lo conosciamo, ma tutti abbiamo paura di dirlo. Invece bisogna accettarlo perché la mente umana è fatta di paure, di fragilità, ma si può guarire, si riesce a guarire, si riesce a stare al mondo. È chi sta fuori da un percorso di guarigione che a me fa più paura”.