I PREMI OSCAR CHE HOLLYWOOD HA DIMENTICATO

0

Hanno vinto l’Academy Award, eppure non li vediamo in giro da un po’: ecco i cinque premiati più trascurati di Hollywood

L’Oscar è garanzia di talento, ma anche di succuesso eterno? Non proprio. Abbiamo dato un’occhiata ai vincitori dell’ambita statuetta degli ultimi vent’anni nelle categorie di attori/attrici protagonisti/non protagonisti, e ci siamo chiesti che fine abbiano fatto molti di loro. Per alcuni, il riconoscimento dell’Academy è stato l’apice artistico di una carriera; per altri, doveva essere un trampolino di lancio. Ma proviamo a scoprire insieme chi sono i premi Oscar che non hanno mantenuto le promesse…

cuba gooding jrCUBA GOODING JR., JERRY MAGUIRE, 1997
Secondo buona parte della stampa america, una delle assegnazioni più immeritate nella storia della manifestazione.
Il 1997 fu l’anno de Il paziente inglese e tra i candidati per miglior attore non protagonista erano stati nominati William H. Macy (Fargo, il favorito alla vigilia), James Woods (L’agguato), Edward Norton (Schegge di paura), Armin Mueller-Stahl (Shine) e Cuba Gooding Jr. (Jerry Maguire). A sorpresa, la spuntò quest’ultimo, un ventottenne afroamericano lanciato da John Singleton in Boyz n the Hood.Dopo Jerry Maguire, Cuba si è distinto soprattutto per ruoli demenziali, da Rat Race a Boat Trip e Snow Dogs. Ma attenzione: è il protagonista della prima stagione di American Crime Story, dove interpreta O.J. Simpson. Dopo quasi vent’anni, è arrivato il momento del rilancio?

 

mo'niqueMO’NIQUE, PRECIOUS, 2010
Monica Imes, in arte Mo’nique, è arrivata addirittura all’Oscar per Precious, dopo tantissima televisione, un po’ di teatro, e dopo essere stata l’autrice di un best-seller negli Stati Uniti come Le donne secche sono malvagie: Diario di una grossa donna in un mondo meschino. Ma, a parte il film di Lee Daniels, il suo nome è praticamente sparito dalla Hollywood che conta: si può menzionarla soltanto per la parte di Ma Rainey nel biopic sulla cantante blues Bessie Smith. Negli USA è un idolo assoluto della comunità afroamericana, ed è una conduttrice televisiva: il reality Mo’nique’s Fat Chance, dove dieci donne di taglia grande si competono il titolo di Miss F.A.T. (“fabolous and thick”), è un successo.

 

jean dujardinJEAN DUJARDIN, THE ARTIST, 2012

Ci siamo innamorati tutti di The Artist e abbiamo esultato all’annuncio della vittoria di Jean Dujardin per miglior attore protagonista, sconfiggendo nomi del calibro di Brad Pitt, Gary Oldman e George Clooney. E proprio l’appellattivo di “nuovo Clooney” era stato affibbiato all’attore francese dalla stampa americana dopo quell’indimenticabile notte degli Oscar del 2012. Certo, passati quattro anni, Dujardin sembra non essere già più un volto da copertina: vale la pena di ricordarlo per il cammeo in The Wolf of Wall Street di Scorsese e poco altro. Aspettiamo prima di considerarlo ufficialmente una meteora: quest’anno dovrebbe uscire Un+une di Claude Lelouch a fianco di Christopher Lambert e Alice Pol. Forse, però, è il caso che la stampa individui qualcun altro che possa essere considerato l’erede di George Clooney…

hilary swank oscar

 

HILARY SWANK, BOYS DON’T CRY, 2000; MILLION DOLLAR BABY, 2005

Due Oscar per la brava Hilary Swank: nel 2000, nell’indimenticabile parte di Brandon Teena in Boys Don’t Cry, sconfiggendo concorrenti come Annette Bening, Julianne Moore e Meryl Streep; e nel 2005 per Million Dollar Baby di Clint Eastwood, superando nuovamente la Bening e Kate Winslet. Nel periodo trascorso tra le due statuette, Hilary è stata la grande attrice di Hollywood per eccellenza, tra le più richieste e famose: pensiamo a The Gift di Sam Raimi e a Insomnia di Christopher Nolan. Negli anni successivi, troppi flop hanno arrestato la sua ascesa: Black Dahlia di De Palma, Amelia di Mira Nair e Capodanno a New York di Garry Marshall. Non proprio dimenticata, ma un po’ appannata: gli ultimi titoli della sua filmografia sono il western The Homesman e il drammatico Qualcosa di buono: entrambi sono passati piuttosto inosservati.

halle berry oscarHALLE BERRY, MONSTER’S BALL, 2002
Ricordiamo bene gli Oscar del 2002, dove i premi di miglior attore e attrice protagonista furono assegnati rispettivamente a Denzel Washington per Training Day e a Halle Berry per Monster’s Ball
, quest’ultima la prima afroamericana a vincere in questa categoria. La grande popolarità avuta nei primi anni Duemila dalla bellissima Halle è senz’altro diminuita con il passare del tempo, per utilizzare un eufemismo: con l’eccezione di Tempesta nei diversi X-Men, i suoi personaggi non hanno più lasciato il segno. Dopo i flop di Catwoman e di Cloud Atlas dei Wachowski, non sono state sufficienti neppure le due stagioni di Extant per rilanciare la sua carriera. Il caso ha voluto che anche lei fosse nel cast di Capodanno a New York di Garry Marshall: sarà un segno?

 

Emiliano Dal Toso