CANNES, DIARIO DI BORDO DEL 19 MAGGIO: TRA “SICARIO”, TACCHI E GAFFES

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Tra i film visivamente più potenti del Festival (a eccezione di Saul fia e dei film italiani) c’è Sicario di Villeneuve, per il resto opera piuttosto ambigua e dalla sceneggiatura non troppo efficace. I picchi del giorno sono stati Mediterranea di Jonas Carpignano visto alla Semaine, la festa di Ciak e l’umorismo di Benicio Del Toro

L’“altro” italiano
Non ci sono solo i tre autori Garrone-Moretti-Sorrentino in concorso e Roberto Minervini in Un certain regard. Tra i registi italiani a Cannes c’è anche Jonas Carpignano (americano-italiano per la precisione). Il suo primo lungometraggio Mediterranea – alla Semaine de la critique – è un buon esordio. Racconta l’odissea di due ragazzi del Burkina Faso attraverso l’Algeria, la Libia, fino all’Italia. Diventeranno parte della comunità africana di Rosarno, tra sfruttamento e schiavitù contemporanea. Carpignano ha uno stile asciutto, sentito e uno sguardo “altro” nel raccontare i migranti.

Paola Ferrari, Paolo Del Brocco, PIera Detassis e Luigi Lonigro
Paola Ferrari, Paolo Del Brocco, PIera Detassis e Luigi Lonigro

Il momento Cult del giorno
Ovviamente la festa-brunch di Ciak a bordo yacht con ottimo sushi, spiedini di frutta e champagne.
L’altro momento cult di oggi è stato quando alla conferenza stampa del Sicario Denis Villeneuve e Benicio Del Toro si sono dichiarati pronti a fare la Montée des marche con i tacchi alti in segno di protesta contro chi non ha lasciato entrare alcune dame che vestivano ballerine o scarpe basse alla serata di Carol. Benicio, ex “Che” cinematografico, ha mimato una sua improbabile andatura traballante. Una tacchettata al conformismo (per dovere di cronaca: era solo una boutade e i maschi sono arrivati sul tappeto rosso con scarpa maschile normale).

Lo Scult del giorno
Quando, alla stessa conferenza del Sicario, una giornalista americana (sic) ha chiesto a Benicio Del Toro e Josh Brolin com’è stato ritrovarsi sul set insieme, proprio come in Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen. Benicio ha fatto gentilmente notare che la signora lo stava confondendo con Javier Bardem. “Lo prendo come un complimento!” ha aggiunto. Alla collega: per evitare figuracce in diretta consigliamo il sito imdb.com alla voce “credited with”. Anche perché una svista così, specie da parte di un giornalista bianco caucasico, suona sempre come vagamente razzista. Come attenuante: dopo sette giorni di Festival ci sono giornalisti che scambiano la propria moglie per un cappello.

Luca Barnabé

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