Dal 23 luglio al 27 settembre, nell’ambito del programma âCagliari Capitale della Cultura 2015â, la città ospita la mostra Il Di/Segno del Cinema, esposizione inedita dei segni pittorici, grafici e visuali che precedono le pellicole dei grandi registi italiani.

Verrà inaugurata questa sera, giovedì 23 luglio, nell’ambito del programma âCagliari Capitale della Cultura 2015â, per proseguire fino al prossimo 27 settembre la mostra Il Di/Segno del Cinema, viaggio nel cinema italiano attraverso i di/segni con cui i registi tracciano la loro poetica, fissano le loro idee, sviluppano l’immaginario che precede, accompagna e addirittura supera la produzione cinematografica, il tutto arricchito da installazioni visive e incontri con i registi chiamati a raccontare la genesi delle proprie opere in prima persona. «L’idea iniziale della mostra era di coinvolgere esclusivamente registi che dipingono o disegnano. Nella sua evoluzione il progetto si è fatto però più complesso e aperto evidenziando una direttrice obliqua che include altre e diverse elaborazioni visive, anche fotografiche o realizzate al computer, alcune con funzione preparatoria ai film, altre create a posteriori nella prospettiva di un approfondimento dei temi già narrati cinematograficamente e altre ancora con valenza propria e autonoma ». Così Anna Maria Montaldo, curatrice dell’evento insieme a Giovanni Columbo e Giona A. Nazzaro, descrive il percorso che ha portato alla nascita e allo sviluppo della mostra.

L’importanza e l’originalità di un evento come Il Di/Segno del Cinema risiede nella molteplicità di sguardi e stili che si susseguono nei vari lavori declinati in altrettante forme pittoriche, grafiche o in vere e proprie installazioni, mostrando i diversi approcci dei cineasti presi in esame. La mostra si divide tra le opere di registi pittori o disegnatori come Marco Bellocchio, Ettore Scola, Maurizio Nichetti, Michelangelo Frammartino, Pietro Marcello, Giovanni Columbu, Franco Piavoli, Stefano Odoardi e Enrico Pau le cui opere conseguono un proprio e autonomo valore estetico e narrativo. Dall’altra i registi, come Mario Martone e Alberto Fasulo, che utilizzano il di/segno o la fotografia come scrittura e memoria per fissare idee, atmosfere e immagini che torneranno poi nei loro film. Infine ci sono registi, come i fratelli Taviani, Carlo Hintermann o Matteo Garrone, che ideano i segni e i disegni guida dei loro film avvalendosi di altri autori per realizzarli.

Ospitata nelle sale della prestigiosa sede del Palazzo di Città di Cagliari la mostra parte dai segni più essenziali, come volti schematizzati e silhouettes stilizzate che popolano i dipinti e i disegni di Marco Bellocchio, per passare alle opere degli autori nei cui film la presa sul reale appare più forte e radicata (Pietro Marcello) e a quelle non figurative (Stefano Odoardi) per concludersi con la testimonianza del lavoro di quei registi che per progettare e visualizzare le immagini dei loro film si avvalgono della âmatitaâ e della mente di terzi. ÈÂ il caso di Matteo Garrone che ha commissionato gli effetti visivi de Il racconto dei racconti ai disegnatori effettisti della società Makinarium.
Realizzata in collaborazione con Sardegna Film Commission, la mostra sarà accompagnata da un importante catalogo, in italiano e inglese, e da un fitto calendario d’incontri con i registi, durante l’estate, grazie alla rassegna cinematografica che accompagnerà l’esposizione per tutta la sua durata e che vedrà protagonisti, tra gli altri, i Paolo Taviani, Iaia Forte, Marco Bellocchio e Stefano Odoardi.
Manuela Santacatterina
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