Al Festival del Cinema della Città di Spello il 9 marzo è la giornata di Io ti conosco, il nuovo lungometraggio di Laura Angiulli (Tatuaggi, Il Re muore) che la regista partenopea presenta in concorso alla manifestazione umbra. E non è casuale né l’approdo del film all’indomani della Giornata internazionale della donna, né il suo prossimo tour nelle sale dal 27 del mese.
Perché Io ti conosco, ha sottolineato Angiulli (fondatrice a Napoli del Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo, che produce il film e lo distribuisce con Cineclub Internazionale) «un invito a riflettere sulla violenza di genere e sulle cicatrici che essa lascia nel cuore di chi rimane. È una storia di ricerca, lotta e resilienza, che vuole dare voce a chi spesso non ha l’opportunità di esprimere la propria sofferenza».

Infatti, come la stessa filmmaker ha raccontato a Ciak, alla base della sua sceneggiatura c’è l’esperienza di una persona reale «molto sofferente: e chi soffre travolge, trascina nella sua storia. Ma ho cercato anche di essere, in una certa misura, distaccata, creando un “falso narrativo” della verità che conoscevo, e lavorando di sottrazione. Io, anche in teatro, amo molto la sintesi, come si capirà dal poco ricorso al parlato».
Niente ridondanze, dunque, e niente soluzioni e chiavi di lettura univoche per il pubblico, posto di fronte a una vicenda che semina dubbi e domande, entrando e uscendo dalla mente del personaggio di Nina (Sara Drago), segnata durante l’infanzia da un evento terribile che l’ha privata di entrambi i genitori. Pregiudicandone la futura vita affettiva, come si evince dal ménage col compagno Giulio (Ludovico Fededegni), destinato ad entrare in crisi: perché, specifica Angiulli, «lei delega il suo benessere a quest’uomo, il quale non può farsene carico. Il rapporto si distrugge nel momento in cui lei capisce che lui ha una vita sua».
Ad aggravare la situazione, c’è il film (nel film) che la donna sta montando, le cui immagini in bianco e nero rievocano la memoria del trauma subito da bambina. «È ossessionata da questo film», sottolinea Angiulli, «e anche dai vicini del piano di sotto, che osserva dalla finestra». Uno spunto hitchcockiano (e non è l’unico), ma Io ti conosco non si immette mai davvero nei binari del thriller o del giallo, pur muovendosi in prossimità di questi generi e territori, soprattutto a partire da una svolta narrativa (in cui si possono scorgere anche reminiscenze de L’avventura di Michelangelo Antonioni) connessa alla presenza simbolica del mare.
Per quest’opera la cineasta si è circondata una volta di più della squadra di Galleria Toledo, inclusi il compagno Cesare Accetta (alla fotografia) e le figlie Marita D’Elia (al casting), Alessandra D’Elia e Lavinia D’Elia, queste ultime due coinvolte anche come attrici assieme a Gennaro Di Colandrea e ai protagonisti, Sara Drago e Ludovico Fededegni. Forti entrambi di una ragguardevole esperienza teatrale, i due interpreti principali «si sono dati molto generosamente», anche in una sequenza di scontro psicologico e sessuale particolarmente intensa, girata in unico ciak dopo una lunga fase di preparazione e dialogo.
Fondamentale per la regista la sintonia creatasi con Sara Drago (vista di recente nelle serie Call My Agent Italia e Imma Tataranni), disegnando assieme all’attrice un itinerario attraverso nelle contraddizioni della psiche umana: «Nina è il primo nemico di sé stessa, non riesce a evadere dalla sua prigione interiore».

In passato la cineasta si era occupata del tragico fenomeno dei femminicidi («Non se ne esce, per uscirne si dovrebbe costruire un mondo più felice. È uno dei grandi mali del nostro tempo, un cancro») facendo teatro-terapia con i pazienti dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa: «Solo nella scrittura queste persone riuscivano a raccontarsi», rammenta lei, «Il contatto con loro fu interessante ma anche impressionante: non immaginavo che avessimo una parte oscura così profonda». E un altro, complementare lato del problema l’autrice lo ha esplorato intervistando, per un progetto teatrale europeo sulle donne vittime di violenza, alcune ospiti di case famiglia: «Qualcuna di loro aveva visibili i segni delle percosse, e però aspettava ancora il ritorno del “maschio”».
Angiulli, non a caso, qualifica come «politico» il suo lavoro, nel senso ampio della riflessione su ciò che ci circonda. E continua a considerare il mezzo filmico una risorsa per compensare l’inevitabile esaurirsi della dimensione teatrale nel “qui ed ora”: «Il patimento del teatro, e ne faccio tantissimo, è che lo perdi. Il cinema serve per fermare un pezzo del proprio percorso».
Dopo il passaggio a Spello, vedremo Io ti conosco a Napoli giovedì 27 marzo (ore 21) presso il Cinema Filangieri, alla presenza della regista e di gran parte del cast. Le tappe successive del tour distributivo vedranno Laura Angiulli e Sara Drago incontrare il pubblico di Roma (sabato 29 marzo, Cinema Delle Provincie, ore 20.30), di Milano (domenica 30 marzo, Cinema Anteo CityLife, ore 21.30), e di altre città che saranno svelate nei prossimi giorni.