In attesa del film che inizierà a girare a settembre, abbiamo incontrato Giovanni Veronesi, già protagonista di una interessante e seguitissima masterclass ospitata da Cortinametraggio 2025, e con lui abbiamo parlato di giovani talenti, del film su Jannik Sinner e del trailer con Francesco Nuti che non vedremo, del progetto del prossimo – e ultimo – documentario, che gli sta molto a cuore e sembra accenderlo profondamente, e di quello con Adriano Panatta, amico di lunga data, che potrebbe riportare i due sui campi da tennis di tutta Italia.
LEGGI ANCHE: Cortinametraggio 2025, Maddalena Mayneri presenta il ventennale
La direttrice Maddalena Mayneri aveva svelato: “Veronesi mi ha detto che ci tiene molto a venire per fare una Masterclass con i ragazzi“, e così è stato… ma il regista di La valanga azzurra è a Cortina d’Ampezzo come giurato per i film della categoria ‘Commedia’ – insieme a Andrea Roncato, Michela Giraud, Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana – per cui parliamo di corti…
“C’è un buon livello, mi sembra“, dice dei corti presentati, che considera “il modo giusto per un ragazzo per dimostrare se sa usare la macchina da presa come penna, per scrivere le cose“. “Due o tre sono una spanna sopra gli altri, e stasera dovrei vederne uno veramente molto bello …e in un festival che ce ne siano quattro belli è già una grande vittoria“.
“I trentenni, oggi, hanno paura del fallimento e questo non li fa rischiare, hanno perso quell’incoscienza giusta che avevamo noi, che ci vuole quando devi fare questo mestiere – è la considerazione del regista sul panorama delle nuove leve. – Devi rischiare, se non lo fai quando sei libero di farlo poi arrivano le contaminazioni, i compromessi, sei costretto a fare quello che vuole il mercato, mentre invece da ragazzi si è totalmente liberi di mostrare sé stessi, i propri problemi, la propria mentalità. Alcuni lo fanno, altri vedi che sono già incanalati in un binario che magari li porterà a fare dei film di successo, ma hanno già preso la via più furba, di chi vuole soltanto accalappiare spettatori. Gli hanno insegnato che con la cultura non si mangia, che devi portare a casa dei soldi per poter vivere in una società basata solo su quello“.
LEGGI ANCHE: Cortinametraggio 2025, annunciati i venti finalisti
A giorni sarà impegnato nel casting del nuovo film, intanto per “un bambino toscano di età compresa tra gli 8 e i 10 anni”, che abbia “un volto espressivo e intelligente”, per il ruolo di Cecco, ma è presto per parlarne (“se fosse una commedia si potrebbe anche, ma è un film talmente particolare…“), come è inutile parlare del film su Jannik Sinner con Valeria Solarino, Margherita Buy, David Lynch, Timotée Chalamet, Jason Statham e Nanni Moretti.
Un pesce d’aprile clamoroso, le era già capitato di essere protagonista di una bufala del genere?
No, però con Francesco Nuti avevamo deciso di fare un trailer, solo un trailer, bellissimo, e poi di non fare il film. Un “abbocco” clamoroso, con un trailer fantastico, sul quale avremmo anche speso un po’ di soldi, per il trailer e basta, ma poi non l’abbiamo fatto. Come al solito è prevalsa la ragione, però sarebbe era una bella idea. Lui faceva un investigatore privato impegnato in un caso, faceva molto ridere, ma nello stesso tempo era anche molto intricato, e lasciava lo spettatore con la voglia di sapere chi era stato. In attesa del film, che non c’era.
Non il primo scherzo che racconta, come quello dei dischi con l’autografo di David Bowie firmati da lei sul set de Il mio West…
Ce ne sono 120, firmati da me, ma la cosa incredibile è che proprio l’anno scorso il cerchio si è chiuso. Mentre giravo La valanga azzurra sono andato a Salice d’Ulzio, allo Chalet Il Capricorno, un posto con camere meravigliose e lo chef stellato. Una sera ero con Paolo de Chiesa e racconto questa storia, e vedo lo chef che sbianca e mi dice “Io sono uno di quei 120”! Dopo 25 anni ho trovato uno che era venuto in Garfagnana, in tutto un altro posto, con la sorella, a farsi filmare il vinile, e l’avevo firmato io.
LEGGI ANCHE: Giovanni Veronesi su Francesco Nuti, «Ha sempre amato stare in mezzo alla gente»
Dopo la ‘Valanga’, ha altri progetti del cuore in serbo?
C’è un altro documentario che vorrei fare, poi però basta, non ne farò più per tutta la vita, ed è un documentario contro il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, e a favore degli orsi. Perché che si sia fatta una legge ad hoc per uccidere otto orsi l’anno, quando e come si vuole, giudicando un orso assassino piuttosto che un altro solo pericoloso, mi sembra un sopruso ingiustificato nei confronti degli animali. È vero che ci saranno problemi, ma vanno risolti in altro modo. Altrimenti facciamo pure la pena di morte, ma abbiamo capito che non è un deterrente. Per cui mi sembra che qualcuno dovrebbe alzare la voce, invece stanno tutti zitti, se ne fregano. I problemi si risolvono, e non dubito che gli allevatori abbiano il problema degli orsi o dei lupi, ma non si risolvono ammazzandoli. Quindi, caro Fugatti, tra poco arrivo!
Peccato però per il film su Sinner, nemmeno il suo amico Adriano l’ha convinta a farlo davvero?
No, no, tra l’altro gli avevo chiesto di venire a Cortina, ma so che è in Messico. Con Panatta mi piacerebbe fare un programma televisivo, una trasmissione nella quale io e lui andiamo in giro per l’Italia, nei piccoli tennis club a scovare talenti nei campetti, anche quelli abbandonati, dove spuntano le radici dei pini e lo sport ha ancora quel valore romantico che aveva quando giocava lui. Vorrei andare insieme a lui a vedere la partita di due ragazzini di dieci anni che si sfidano con lo spirito sportivo che si ha a quell’età, dove ancora non pensi ai soldi ma solo alla tua partita, all’allenamento, alla vittoria. Non l’ho mai proposto a nessuno, ma lui ci starebbe, ne abbiamo parlato, e sarebbe molto contento, perché ci troviamo bene insieme, ridiamo molto. In più, sarebbe bello che lui fosse in incognito, senza che i giocatori sapessero che c’è lì Panatta a guardarli, formare una piccola squadra di ragazzini e alla fine sfidare il circolo più forte d’Italia.