Il programma completo di Alice nella Città 2024
Organizzata dall’Associazione Culturale PlayTown Roma, con il sostegno della Direzione Generale Cinema del MiC, Roma Capitale, Città Metropolitana di Roma Capitale, Regione Lazio, Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma, Fondazione Musica per Roma, Azienda Speciale Palaexpo, la XXII edizione di Alice nella città annuncia il ritorno – dal 16 al 18 ottobre, a Palazzo Esposizioni – degli SHORT FILM DAYS, realizzati grazie al sostegno della Camera di Commercio di Roma, di SIAE che anche in questa edizione è Main Partner dell’iniziativa, riconoscendo la validità culturale del progetto, che si pone come obiettivo la promozione del cinema italiano di qualità e della cultura audiovisiva verso le giovani generazioni, CNA – Cinema Audiovisivo, Rai Cinema e la Fondazione Sardegna Film Commission.
Per valorizzare la collaborazione con il MIA – Mercato Internazionale dell’Audiovisivo, nasce una partnership con gli Short film Days volta a favorire la circolazione di IP per il mercato audiovisivo: il MIA ospiterà una sessione di UNBOX, progetto legato ai registi emergenti di cortometraggi che aspirano a realizzare il proprio esordio per il cinema e la serialità.
Da sempre attenta ai temi legati alle giovani generazioni, Alice nella città presenta un programma di anteprime assolute, esordi alla regia e conferme originali: 14 le opere del Concorso e 5 i film Fuori Concorso a cui si aggiungono, nella sezione competitiva Panorama Italia, 7 film in concorso 2 Fuori concorso e 2 proiezioni speciali che pongono l’accento sul cinema italiano indipendente, con proiezioni di film e documentari. A questi si affiancano le 4 co-produzioni con la Festa del Cinema, un Evento Speciale dedicato a Francis Ford Coppola e la selezione Sintonie, linea di programma pensata in collaborazione con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e che accoglie 4 film e due cortometraggi presentati quest’anno nella Sezione Fuori Concorso, Orizzonti e Orizzonti Extra di Venezia. In programma anche 2 la XXII edizione di Alice nella città, e 40 cortometraggi (12 in concorso internazionale, 10 in concorso Panorama Italia e 10 proiezioni Fuori Concorso), 8 proiezioni speciali, selezionate in collaborazione con Christian De Schutter che da quest’anno cura il programma Onde Corte.
Concorso
I 14 film del concorso, disegnano traiettorie apparentemente distanti ma che tengono insieme cose tra loro altrimenti diverse. Viste tutte assieme hanno la capacità di emozionare, sovvertire opinioni, creare discussioni, porre domande. Tutte cose messe in elenco con nitidezza nell’opera seconda di Jesse Eisenberg.
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A REAL PAIN è una struggente esplorazione del trauma intergenerazionale all’interno della comunità ebraica. La sceneggiatura di Eisenberg, trova in Kieran Culkin l’interprete ideale di un umorismo anticonformista che tiene in bilico le sfumature tragiche, la comicità e i contrasti di un’analisi sincera dei legami familiari.
In questa prospettiva, per Damian Kocur (Bread and Salt) la ricerca nei legami familiari, rimane sospesa in un apparente zona di sicurezza, mentre la realtà intorno implode. UNDER THE VOLCANO (candidato per la Polonia all’Oscar per il miglior film internazionale) è uno scavo profondo sul senso di colpa, verso sé stessi e il proprio Paese, mentre esplode il conflitto a Kiev. Una realtà che contrasta con l’immagine idilliaca del luogo di vacanza perfetto dove da un giorno all’altro, si passa da turisti a rifugiati. Questo scontro emotivo mette in discussione i ruoli all’interno della famiglia e fa emergere vecchi conflitti irrisolti che esplodono come un vulcano dormiente.
La famiglia è ancora materia prima per Lisa Brühlmann, che torna al festival, dopo il successo di Blue My Mind, con il suo nuovo film WHEN WE WERE SISTERS, un racconto tutto al femminile piuttosto anticonvenzionale che cattura il senso di sorellanza e di incertezza ed emancipazione che talvolta circonda l’esperienza materna nel rapporto allargato con i propri figli. Una linea di ricerca che scava nel profondo, e che suscita pensieri e sentimenti inediti, come nell’esordio della regista svizzero-americana Jasmin Gordon che esplora la fragilità della libertà individuale di fronte alla società e alle sue convenzioni. THE COURAGEOUS è un ritratto familiare, prezioso, intenso e complesso che scuote la nostra percezione sui tabù e gli stigmi che ancora circondano le rappresentazioni delle donne e di come dovrebbe essere una buona madre per mantenere le apparenze di una famiglia amorevole. Un’impalcatura ideale che lega MILANO a tutti questi sguardi al femminile: l’esordio di Christina Vandekerckhove è un’eccezione, importante al punto da essere degna di stare accanto ai classici per profondità di scavo nell’animo umano. Ha l’intuizione di sottrarsi ai percorsi preordinati fintamente realistici a cui oggi ci si aspetta che le storie d’infanzia si conformino. Dei bambini, ne coglie la libertà, la dolcezza, gli spiragli di speranza; la regia è interessata a ciò che si rivela, al cambiamento, all’evoluzione, piuttosto che all’apparente incomunicabilità padre-figlio. Anche Paz Vega, per il suo sorprendente esordio alla regia, RITA, sceglie una prospettiva bambina per cogliere le connessioni che costituiscono tutta la ricchezza dei linguaggi usati per raccontare l’infanzia, così com’è. Il senso di speranza e l’umanità profonda dei personaggi e soprattutto la radicalità delle scelte che devono arontare i suoi bambini cinematografici, arricchiscono il messaggio di forte denuncia sociale sulla violenza di genere. Ancora una volta Andrea Arnold si muove nella dura realtà della vita dei ragazzi, ma questa volta, attraverso l’elemento fantastico, intensifica i loro sentimenti e le loro percezioni; ne racconta le ribellioni appassionate e le loro trasformazioni emotive e fisiche. BIRD diventa così un’esperienza vitale di notevole intensità emotiva che crede nei sogni e, grazie all’interpretazione della giovane Nykiya Adams, si prende il tempo di guardare avanti, in alto, verso il futuro. THE OUTRUN si presenta nel programma come una sorta di rivelazione: quello di Nora Fingscheidt è uno sguardo coraggioso e vulnerabile che descrive la natura selvaggia delle cose e non risparmia dettagli sul degrado e sul recupero dell’animo umano. Arricchisce la storia tratta dal libro di Amy Liptrot, una sofisticata interpretazione di Saoirse Ronan, ricca di simboli di grande suggestione e speranza. Ed è proprio nell’importanza di far confluire la realtà nel cinema, di mediare tra l’una e l’altro, che troviamo il senso del lavoro di Yasemin Samdereli che in collaborazione con Deka Mohamed Osman, porta sullo schermo la vita di Samia Yusuf Omar, l’atleta olimpionica morta annegata nell’aprile del 2012, mentre stava cercando di fuggire da un regime brutale per raggiungere le coste italiane su un barcone di migranti partito dalla Libia. NON DIRMI CHE HAI PAURA, come il libro di Giuseppe Catozzella a cui si ispira, ha il pregio di affacciarsi sull’abisso della cronaca senza cedere alla tentazione del realismo e ci restituisce il coraggio e la luminosa leggerezza, di giovani esposti al male. Nell’opera prima di Julien Menanteau, il tema della scelta, e quindi dell’etica, rappresenta una delle corde più profonde dell’animo umano. Il suo LADS è un ritratto empatico di un giovane fantino vulnerabile e ribelle (Marco Luraschi), in cerca di risposte che l’aiutino a rompere il fiato e prendere in mano la propria vita.
Anche JULIE KEEPS QUIET è un film d’esordio coinvolgente e teso fatto di silenzi e assenze, che si contrappone a un’idea sociale che in nome di una spaventosa purezza, vorrebbe i ragazzi perfetti e allineati. Leonardo Van Dijl aronta con maestria il campo minato dei pericoli insiti nelle relazioni di potere. È uno studio coinvolgente sulla disfunzione e la repressione, che esplora i temi dell’abuso, del dominio e del controllo con precisione e autentica intelligenza cinematografica. Uno spunto che per la regista Louise Courvoisier, diventa materia prima, per raccontare il diritto al futuro di un’adolescente e la dicoltà di dare espressione alle proprie legittime aspirazioni. HOLY COW è un debutto alla regia aascinante e pieno di personalità, un mix di avventura e di esperienze di crescita. Riflessioni che con gusto e sensibilità si sottraggono all’abbondanza di immagini che nulla hanno a che fare con la crescita emotiva e con i possibili modi di stare al mondo. Per questo, nella selezione, WHEN THE LIGHT BREAKS diventa uno sguardo prezioso e toccante sul tema della perdita improvvisa e sulle conseguenze interne ai rapporti umani. Il regista islandese Rúnar Rúnarsson (Sparrows, Volcano, Echo) ci incoraggia a trovare l’amore e la bellezza anche di fronte a quella mancanza che può cambiare drasticamente la vita. Esperienze visive che lasciano il segno come FLOW una fiaba moderna che unisce avventura, introspezione e poesia: l’opera seconda dell’animatore e regista lettone Gints Zilbalodis (Away), esplora attraverso una narrazione asciutta e priva di dialoghi i temi della fratellanza, dell’abbandono, dell’aiuto reciproco e della permeabilità dei mondi, lasciando spazio a una potente e personalissima espressione visiva fatta di complessi ed eleganti piani sequenza che colpiscono al cuore adulti e bambini.
Fuori concorso
I film del fuori concorso sono lo spunto ideale per raccogliere lo sguardo visivamente ricco ed emotivamente sorprendente di un gruppo di nuove autrici che stanno permettendo a immagini di donne diverse, più sfidanti, ribelli e imperfette di riempire lo schermo.
LUCE è la storia di una di queste donne autenticamente complesse: Silvia Luzi e Luca Bellino (Il cratere) esplorano, fino ai limiti più profondi, la discesa nell’inconscio di una ventenne della classe operaia, interpretata dal talento assoluto di Marianna Fontana e di una voce misteriosa al telefono (Tommaso Ragno) che attinge dall’ossessione di un ricordo paterno. Il film spinge le categorie tradizionali del racconto in una zona di radicale incertezza. Crea un terreno a parte, una relazione umana profonda, tra la realtà e la tela di una favola delicatamente filata. Le corrisponde MI BESTIA che aronta il cambiamento delle dinamiche sociali della Colombia negli anni ’90 attraverso la metafora della pubertà – l’età della trasformazione -, orendo una riflessione profonda sul femminile e sulla ricerca di un’identità contro tutto. Camila Beltrán dona alla sua eroina uno spirito tenace, soprannaturale, per resistere al machismo tossico imperante nel suo Paese. Le dà il potere di esplorare il misterioso, farsi di una nuova identità fisica, psichica e sociale. Ci sono storie di ribellioni che tolgono la pelle al reale: RABIA, esordio alla regia di Mareike Engelhardt, svela un aspetto dello Stato Islamico poco documentato, se non addirittura mai visto prima: l’interno delle case per le donne destinate a diventare mogli dei combattenti del Daesh. Spinta dalla promessa di una nuova vita, Jessica (Megan Northam), una diciannovenne francese, parte per la Siria per unirsi a Daesh. Il film è una spaventosa spirale a porte chiuse, che ruota intorno ad una relazione perversa tra Jessica e la predicatrice (Lubna Azabal), fanatica e crudele. JANET PLANET segna l’esordio cinematografico di Annie Baker, autrice teatrale di fama internazionale, vincitrice del premio Pulitzer nel 2014 per “The Flick”. Il film è centrato “sull’innamoramento della propria madre”: un sublime lungo dialogo, tra immagini e parole, che racconta un’estate di transizione. Un momento di mezzo, di attese e inquietudini, ma anche di fulminanti riflessioni sul legame teso di una figlia (Zoe Zigler) il cui più grande desiderio è fuggire dal campo estivo per trascorrere del tempo con sua madre Janet (Julianne Nicholson). Chiude il programma SUR UN FIL l’esordio alla regia dell’attore Reda Kateb (The Specials, Il Profeta) un film drammatico pieno di umanità che racconta la vita di una giovane acrobata costretta a cambiare direzione, dopo una caduta che scopre un’altra forma d’arte: gli scherzi dei clown. Ma non degli scherzi qualunque: bensì quelli che rallegrano i cuori dei bambini malati negli ospedali. Una storia toccante di redenzione e speranza.
Proiezioni speciali
In occasione del ventesimo anniversario della morte di Christopher Reeve, Alice nella città rende omaggio al grande attore con una proiezione speciale dell’atteso documentario SUPER/MAN: THE CHRISTOPHER REEVE STORY dei registi Ian Bonhôte e Peter Ettedgui. La proiezione si terrà giovedì 10 ottobre alle ore 20.30 al Cinema Adriano di Roma alla presenza dei due registi e di Matthew Reeve, figlio di Christopher Reeve. È un ritratto intimo della vita dell’attore, con immagini inedite, interviste ai tre figli William, Matthew e Alexandra e testimonianze di grandi attori hollywoodiani che erano colleghi e amici di Reeve come Susan Sarandon, Glenn Close e Robin Williams, al quale era legatissimo, che ne descrivono il percorso personale e professionale.
L’evento è organizzato in collaborazione con Warner Bros. Discovery e con il Dipartimento Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale ed è parte del ciclo “Aspettando Alice” che anticipa la ventiduesima edizione del festival.
Con l’evento presentato in co-produzione con la Festa del Cinema di Roma e dedicato al Megalopolis di Francis, preapertura della Festa del Cinema di Roma e di Alice nella città (ospitata lunedì 14 ottobre dagli Studi di Cinecittà con introduzione del regista), troviamo BLITZ, del regista britannico premio Oscar, Sir Steve McQueen, è una storia struggente di sopravvivenza e coraggio, in cui ogni cittadino londinese (tra i protagonisti principali Saoirse Ronan, Paul Weller, Stephen Graham, Harris Dickinson) deve lottare per arontare la paura e le separazioni causate dalla guerra durante la Blitzkrieg tedesca. Ma è anche una storia esemplare dal sapore dickensiano, che trasforma il viaggio verso casa di un bambino (il sorprendente Elliott Heernan), in un simbolo e in una proiezione di speranza per il futuro. Evento presentato in co-produzione con la Festa del Cinema di Roma
Da sempre aperta alle possibilità di intreccio tra illustrazione, cinema e animazione, Alice nella città ospita anche quest’anno una serie di eventi e proiezioni speciali che esplorano i risultati di questa ricerca.
Torna al festival Claude Barras (La mia vita da Zucchina), uno dei grandi maestri dell’animazione europea che continua la sua esplorazione e il suo impegno verso i grandi temi sociali. SAVAGES è la riflessione sul senso di comunità, sulla lotta, sulla ribellione e su quello che è lecito fare per non farsi schiacciare dal sistema capitalista che in questo caso, nel Borneo, sta distruggendo intere foreste cancellando popoli e tradizioni ancestrali.
L’aspetto forse più interessante del lavoro di Barras è che ci aiuta a superare il pregiudizio del film dedicato solo al pubblico dei più giovani, mettendo in scena storie profonde e complesse, radicate nella vita reale delle persone, che di fatto lo ancorano alla sensibilità delle nuove generazioni.
Queste storie ci aiutano a superare il pregiudizio del film dedicato solo al pubblico dei più giovani. IN VIAGGIO CON MIO FIGLIO di Tony Goldwyn mette in scena una storia profonda e complessa, radicata nella vita reale delle persone. Ezra, un vivace ragazzo di 11 anni con disturbi dello spettro autistico, interpretato magistralmente da William A. Fitzgerald, vive un’avventura attraverso il paese che lo porterà a conoscere meglio con suo padre (Bobby Cannavale) e a comprendere le sfide uniche che devono arontare come famiglia, grazie anche alla presenza del nonno Stan (Robert De Niro), il quale aggiunge onestà alla storia.
Danny DeVito e Andie MacDowell sono invece protagonisti di A SUDDEN CASE OF CHRISTMAS, il nuovo film del regista Peter Chelsom (Shall we dance? Serendipity) ambientato in Italia, una commedia agrodolce sull’amore e sul senso della famiglia adatto al pubblico di tutte le età che vede per la prima volta recitare assieme Danny de Vito con sua figlia Lucy de Vito. A LOOK THROUGH HIS LENS, racconta la carriera straordinaria di Philippe Rousselot che ha ottenuto una miriade di riconoscimenti, tra cui un Oscar per In mezzo scorre il fiume, un BAFTA Award per Intervista col vampiro e tre premi César. Diretto da Matthew Berkowitz e Gregory Hobbit vede come produttrice l’attrice premio Oscar Kim Basinger insieme a un’altro Premio Oscar Lynne Littman ed è raccontato dagli attori e dai registi che negli anni hanno lavorato assieme a lui come Julia Roberts, Jodie Foster, Jude Law, Tim Burton, jon Amiel, Stephen Frears.
A completare il programma, due titoli presentati in co-produzione con la Festa del Cinema di Roma: il film corale dell’Archivio Luce, 100 DI QUESTI ANNI che celebra il suo centesimo compleanno con un’iniziativa unica: un film a episodi composto da sette cortometraggi, diretti dai protagonisti della commedia italiana contemporanea, Michela Andreozzi, Max Bruno, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Francesca Mazzoleni, Rocco Papaleo e Sydney Sibilia; IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA di Margherita Ferri, mette in pellicola la storia di Andrea Spezzacatena un ragazzo che aveva appena compiuto 15 anni quando decise di togliersi la vita. Andrea, un ragazzo apparentemente solare, aveva ottimi voti a scuola e un ottimo rapporto coi genitori. Il suo gesto fu quindi totalmente inaspettato e rimase senza spiegazione finché sua madre, dopo la sua morte, è entrata nel suo profilo Facebook e ha ricostruito l’inferno che suo figlio stava passando tra atti di bullismo e cyberbullismo a scuola. Sceneggiato da Roberto Proia, il film rappresenta un potente monito sulla pericolosità di quelle parole e di quei gesti che in apparenza ci possono sembrare innocui ma che in realtà feriscono nel profondo.
Il brano che accompagnerà l’uscita del film si intitola “Canta Ancora”, canzone inedita che Arisa scrisse per sua madre e che nel film diventa una lettera che Andrea dedica a Teresa.
PANORAMA ITALIA
Il PANORAMA ITALIA punta sulla scoperta e sulla valorizzazione del cinema italiano. Sono documentari, film inediti in Italia mai usciti in sala per il grande pubblico o passati velocemente in un festival. Sono 7 i film che comporranno la selezione in concorso (2 documentari e 5 film di finzione), 2 Fuori concorso e 3 Proiezioni speciali a cui la giuria composta da Riccardo Milani (Presidente di giuria/Regista), Lucia Ocone (Attrice), Luna Gualano (Regista), Annamaria Granatello (Presidente Premio Solinas/Produttrice), Federica Luna Vincenti (Produttrice/Attrice e Compositrice), assegnerà il Premio Raaella Fioretta per il cinema italiano.
I film della selezione di quest’anno sono sguardi che cercano un varco. Viaggiano liberi perché sono leggeri, fragili e trasparenti come vetro. Per questo hanno bisogno di più attenzione e di un orizzonte praticabile per mantenere un taglio, una forma, un lessico, un segno che non sia convenzionale. Abbiamo cercato di fare da balia a ciò che ci sembrava autonomo sul serio e di decidere a quali luoghi del cinema andava data massima visibilità, immergendoci nell’originalità, senza coprirci le spalle con l’idea più visibile; di sperimentare il nuovo senza spettacolarizzarlo. Senza paura di sbagliare, prendendoci rischi, facendolo assieme.
Concorso
Il film d’apertura del Panorama Italia sarà il toccante documentario di Tommaso Romanelli, NO MORE TROUBLE. Sono passati più di 25 anni da quando Andrea Romanelli, progettista navale e velista, è scomparso in mare: stava tentando, con Giovanni Soldini, il record nella traversata dell’Atlantico. Il figlio Tommaso aveva 4 anni e ora da regista, aronta un viaggio nella memoria alla scoperta del padre. Ci sono film che svelano una linea di continuità tra il catalogo di destini adolescenti e di rapporti familiari, presenti in questi tre film del concorso: IL MIO COMPLEANNO, realizzato nell’ambito di Biennale College, è uno sguardo vivissimo su una generazione a cui non è concessa la libertà di sbagliare. Un tema radicale che evidenzia il corpo a corpo con il mondo adulto, che sempre più tende a ignorare il dibattito culturale con i ragazzi. Christian Filippi, asseconda senza giudicare la profonda complessità di chi sta cercando il proprio posto nel mondo. Filippi vede nell’età incompiuta una dimensione in cui si sperimenta una fondamentale alternativa esistenziale. Gli fa eco, L’ERA D’ORO che riannoda i fili di un racconto di famiglia nato da un lavoro precedente (“Uno, due, tre”) di Camilla Iannetti che rimette in prospettiva le vite di tre donne, oggi cambiate dalle circostanze, per raccontare i percorsi paralleli della loro crescita. Lucy sta per diventare mamma. L’arrivo di sua figlia, Futura, sconvolge la sua esistenza e diventa un’opportunità per trasformare il suo rapporto familiare e l’indipendenza dal passato accidentato che hanno condiviso. In questa onesta e delicata agenda quotidiana è possibile cogliere tante delle nostre abitudini e idiosincrasie, il nostro modo di metterci in relazione con gli altri, il nostro modo di cercare la felicità. Rossella Inglese, con L’ORIGINE DEL MONDO, torna ad indagare il femminile attraverso un viaggio fisico ed emotivo, di sprofondamento e rinascita. Eva diventa la sua eroina per raccontare la storia salvifica di una ragazza che diventa donna, arontando la propria colpa e superando l’immagine di distruzione che si sente addosso.
Quello che sembra un buco nero nel quale sprofondare, diventa invece l’origine di un nuovo inizio. È così anche per I RACCONTI DEL MARE la cui storia è una riflessione sulla forza della diversità e sulla capacità degli individui di superare le loro dierenze quando si trovano a dover sopravvivere al dolore e a ricordi brucianti. Luca Severi abbandona qualunque pretesa di realismo a favore dell’elemento fantastico, che attraverso il suo sguardo ci sembra possa rappresentare l’unica vera alternativa ad una realtà altrimenti insostenibile. Valerio Ferrara, per il suo debutto alla regia, mette a tema il senso di solitudine che pervade la nostra società. IL COMPLOTTISTA coglie la debolezza di una persona comune a cui niente importa della verità e la cui inclinazione per le teorie del complotto è legata al suo bisogno di comunità, comprensione e identità, in un’era in cui il confine tra la verità e la finzione è sempre più sfocato. Un’idea di radicalità che per Federico Ferrone vuol dire guardare attraverso la vita di un adolescente cresciuto in una provincia post-industriale del Nord Italia. La morte improvvisa del fratello maggiore inasprisce le sue dicoltà e alimenta un lacerante senso di colpa che lo allontana da suo padre (Fabrizio Ferracane). Alla ricerca di un senso più profondo delle cose, Mattia (Luka Zunic) vede nella conversione all’Islam il passaporto per una vita più autonoma e ricca di senso. Saprà resistere alla tentazione dell’estremismo? Tra dubbi, dicoltà e scoperte, LA COSA MIGLIORE racconta la storia di un adolescente di oggi, tentato dall’isolamento e salvato dall’amicizia.
Fuori concorso
Quattro sono le proiezioni fuori concorso che arricchiscono, ciascuna con il proprio tono, la trama di unità segreta che sembra collegare i fili di tutto il programma del Panorama Italia.
STILL HERE dell’italo-srilankese Suranga D. Katugampala (Per un figlio) insegue l’idea e la pratica di un cinema libero che cancella i confini tra l’uomo e ciò che lo circonda. È il tentativo molto libero di un giovane autore di rappresentare una mappa geografica personale che sovrappone due quartieri, a due spazi immaginati, creando così un territorio evanescente tra realtà, memoria e immaginazione. Still Here è la storia di una famiglia esplosa e di un quartiere spazzato via dall’avvento di una nuova città, è una favola nera in cui i bambini sono le uniche presenze vive mentre gli adulti sembrano fantasmi aggrappati al ricordo di un mondo che sta per essere spazzato via dall’avanzare inesorabile degli immensi cantieri di una nuova città.
A nostro avviso la cifra artistica fondamentale di Giovanni Columbu è la coerenza come necessità e come conquista; alla sua caparbietà di regista deciso a realizzare solo film che sente propri, BALENTES corrisponde a qualcosa di totalmente unico. Quasi un’opera prima. Il film racconta una storia vera ambientata nella Sardegna degli anni ’40. Protagonisti sono tre giovani poco più che adolescenti. Lo spettatore per entrare nella storia dovrà accettare il gioco e lasciarsi aascinare dalle immagini animate in bianco e nero che scorrono sullo schermo. Un lavoro di resistenza creativa che difende uno spazio vitale, attraverso un racconto che scommette sull’impresa più ardua: conciliare l’arte con il pubblico.
Ci sono film che ripensano il cinema sino alle radici della lingua madre, così che dai territori a cui appartengono possano affacciarsi a noi come spirito del tempo. Un collante che idealmente tiene insieme l’autenticità espressiva di due film che mettono in discussione la tenuta e il punto di vista consentito allo spettatore.
Il film di Alberto Rizzi è una moderna tragedia greca, un western veneto, nell’estremo Nord-Est italiano. È l’intreccio di vite dissolute, di rancori e orrori domestici, ambientato in un triveneto montano e inaspettato dei Monti Lessini. I protagonisti di SQUALI, sono degli animali fossili, mossi dagli istinti primari, avidità, fame, amore, sopravvivenza. Eppure tutti e tre i fratellastri e la sorellastra Camaso, sono in certa di una forma di salvezza, di redenzione, o forse banalmente di riscatto. ANIME GALLEGGIANTI è invece un viaggio magico nella terra atemporale della Sardegna ispirato alle “Metamorfosi” di Ovidio, che mescola la mitologia classica con temi contemporanei, la tradizione letteraria con i rituali locali, il metodo documentario con la fantasia. L’opera prima di Maria Giménez Cavallo è un viaggio cinematografico che reimmagina le storie appassionate dei personaggi più intriganti di Ovidio: Persefone, Aracne, Orfeo, Callisto, Europa e Dafne, i cui destini intrecciati culminano durante i riti carnevaleschi che evocano fertilità, vita e morte. Così come le anime di Ovidio vagano da un corpo all’altro, trasformandosi senza confini tra le specie, il film vaga da un personaggio all’altro, da un luogo all’altro, legato dalla narrazione del filosofo Pitagora.
Proiezioni speciali
A completare il programma del Panorama Italia ci sono storie ani nella genesi produttiva, ma diverse nel tentativo di rappresentare frammenti di memoria, conflitti, amore e tenerezze. OGNI PENSIERO VOLA di Alice Ambrogi è un docufilm che esplora in profondità – attraverso interviste coinvolgenti e toccanti – il delicato tema della salute mentale nei giovani, sfidando pregiudizi sociali e combattendo le narrazioni erronee spesso associate all’argomento. Il messaggio è potente e positivo e ore speranza per il futuro. COME QUANDO ERAVAMO PICCOLI di Camilla Filippi è il racconto autobiografico di quello che resta di una famiglia: Michele, Camilla e lo Zio Gigio, il vero collante emotivo di tutto il racconto. La struggente fragilità della sua intera esistenza si riflette nella quotidianità, in ogni parola e ogni passo di questo viaggio nel tempo tra chi è rimasto per dovere e chi se n’è andato per sopravvivere.
SERIE
Alice nella città conferma il suo sguardo sul racconto seriale legato alle nuove generazioni. Indipendentemente dalla tipologia e dal formato, risulta evidente ormai quanto il genere abbia maturato un approccio stilistico di inconfutabile impronta cinematografica.
Il discorso sui generi narrativi trova nel racconto seriale lo spazio ideale per indagare in profondità la dimensione del cambiamento, che mette in luce aspetti ambigui e complessi con momenti di caduta, di abbandono e di riscatto.
In questo senso, THE BAD GUY c’interessa perché sperimenta l’invenzione, ribalta la realtà, riesce ad innovare il genere con un linguaggio veritiero tra il dramma e il comico che la rendono folle, inedita, libera dai generi e dalle convenzioni. Forse per questo moderna agli occhi di un pubblico di ragazzi. Nella seconda stagione, presentata in anteprima al Festival, tornerà il suo protagonista, Luigi Lo Cascio, nel doppio ruolo del magistrato Nino Scodellaro e del mafioso Balduccio Remora, l’eroe che si fa antieroe ma che mantiene vivo l’amore per la moglie Luvi, interpretata da una bravissima Claudia Pandolfi.
Sono storie ribelli che si liberano dagli stereotipi, preziosissime per ragazzi e adulti; diventano quasi, attraverso le narrazioni proposte, il ritratto di una generazione e dello speciale modo di sentire l’adolescenza. LA LEGGE DI LIDIA POËT, pioniera delle battaglie per l’emancipazione femminile, ne è l’esempio più vivo. Una donna che lottò per più di trent’anni prima di poter esercitare la professione forense. Ma ciò che la rende speciale è la capacità di uscire dai luoghi in cui nascono. Lidia Poët è una donna sagace, giovane, perspicace, acculturata e tagliente, impersonificata da una Matilda De Angelis che anche al di fuori dello schermo incarna l’immagine della giovane attrice di talento che non ha paura di mostrare le sue imperfezioni e le sue fragilità.
Per questo, meritano un’attenzione particolare, perché attraverso le serie passano tantissime emozioni, allusioni e metafore che contribuiscono a definire i desideri, le tensioni e i sogni delle giovani generazioni. NUDES mette a tema le conseguenze del revenge porn, nella sua drammatica attualità. La seconda stagione allarga la sua ottica alle vite adulte, anch’esse minacciate dalle insidie di un uso troppo disinvolto dei social media e della tecnologia, mantenendo tuttavia lo sguardo privilegiato dell’universo adolescenziale e sui conflitti tra genitori e figli. Laura Luchetti, che firma la regia dei tre episodi dedicati a Silvia ed Emilio proiettati in anteprima al festival, guarda da dentro l’adolescenza in modo più complesso, senza paura di esplorare la veemente aermazione del desiderio che si contrappone al mondo degli adulti. Quindi, escludere l’iniziazione, il desiderio e il corpo dalla narrazione filmica legata all’adolescenza, vuol dire esporre i ragazzi alla sessualità nelle sue rappresentazioni più estreme.
Stefano Mordini intuisce in tutti i suoi lavori, che omettere ai ragazzi le vibrazioni di quelle terre, vuol dire “spossessarli” e negare loro uno strumento di conoscenza indispensabile per riflettere su identità, relazioni, educazione alle differenze. In ADORAZIONE, serie liberamente tratta dal libro Alice Urciuolo, la morte di una ragazza assumerà per ognuno un significato diverso e per ognuno si sovrapporrà alla propria storia personale, a un’educazione sentimentale e sessuale fatta di estremi, in cui l’amore, la tenerezza e il desiderio si mescolano alla sopraazione, all’umiliazione e alla vergogna. Sarà l’inizio di un viaggio che, tra sospetti e rivelazioni, porterà ognuno dei ragazzi e delle ragazze a fare i conti con la verità delle proprie relazioni e della propria educazione sentimentale.
Sono cicli narrativi nei quali dei ragazzini, condannati ad una immobilità evolutiva sono al centro di racconti sulla complessità di un presente che sembra soocarne il futuro. Trovare le coordinate nei labirinti della complessità per sopravvivere, sembra essere l’elemento che tiene insieme gli adolescenti di NEVER TOO LATE, figli degli attivisti Millennials, che nel 2046 lottano per avere un presente e salvare il loro futuro in una zona della Sardegna dove sopravvive l’ultima grande foresta mediterranea. Cinque ragazzi, decidono di entrare nella foresta, rischiando la propria vita, per scoprire la verità sulla scomparsa dei loro genitori e riprendersi il proprio futuro. Perché per cambiare il mondo… It’s never too late.
GLI INCONTRI
Un ciclo di appuntamenti per cercare di rimettere in tensione il nostro immaginario, su temi e spunti legati ai film del programma. Un modo per allargare lo sguardo e per allenarlo a cambiare punto di vista sulle cose.
A Francis Ford Coppola è dedicata la preapertura della Festa del Cinema di Roma e di Alice nella città. Lunedì 14 ottobre gli Studi di Cinecittà, grazie al Ministero della Cultura, ospiteranno l’anteprima italiana di Megalopolis che sarà introdotta dal regista. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming nella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica per il pubblico e gli accreditati. Con la sua epopea romana, ambientata in un’America moderna e immaginaria – che sarà al cinema dal prossimo 16 ottobre distribuita in Italia da Eagle Pictures, – il grande regista italo-americano torna, dopo anni, negli Studi romani che lo hanno visto preparare alcune scene de Il Padrino Parte III.
Martedì 15 ottobre, il Maestro sarà protagonista di un incontro con le giurie di Alice nella città, gli studenti delle scuole di cinema e il pubblico nella sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica.
Francis Ford Coppola è una leggenda della storia del cinema, ma è anche il regista più giovane della storia del cinema. Il suo ultimo film, MEGALOPOLIS, cerca di inventare un racconto e un immaginario all’altezza del nostro tempo, e la sua storia è una lezione di come l’artista ha saputo confrontarsi con la tecnologia e sfidare l’industria. La sua storia è la storia di sessant’anni di Hollywood, dalla prima crisi degli anni ’60 alla grande stagione della New Hollywood a oggi. Rivolgendosi agli studenti e ai giovani appassionati di cinema, Coppola è il nome che meglio può traghettare nel futuro delle immagini.
Ritorna dopo il successo della prima edizione, il progetto speciale WOMENLANDS la linea di incontri e premi dedicata alle eccellenze femminili italiane e internazionali realizzata in collaborazione con l’Associazione Via Condotti. Tre appuntamenti, per mettere in luce un nuovo ruolo della donna nella società contemporanea, sottolineando la sensibilità di Roma Capitale sul tema dei diritti e dell’inclusione.
ONDE CORTE
Alice nella città, rinnova l’attenzione al mondo del cortometraggio. I corti selezionati saranno proiettati dal 16 al 18 ottobre all’Auditorium della Conciliazione. La giuria sarà composta da: MATT DILLON (Attore, Regista), CAROLINA CRESCENTINI (Attrice), FABIO LOVINO (Fotografo).
E se ancora ci fosse vita? È la domanda che ci siamo fatti guardando la varietà sorprendente dei cortometraggi della selezione di quest’anno. Una mappa utile ad attraversare i territori indecisi di un cinema incapace di riprodurre la complessità del pensiero e di orire piena libertà espressiva ai giovani cineasti che provano ad immaginare una qualità creativa che sfugga alle classifiche. Praticano un’arte sintetica, quanto più audace e sperimentale si possa pensare, fanno della fluidità del formato un’occasione per ripensare il cinema sino alle radici.
Da alcuni anni il pubblico di ONDE CORTE non è solo aumentato è soprattutto enormemente partecipe e disponibile ad esplorare, riflettere e godere delle diverse traiettorie del programma che si rivolge alle scuole di cinema (in primis) e a gruppi diversissimi di spettatori. È di fatto un festival nel festival che è interessato a muoversi lì dove il cinema sta rinnovandosi. Gli Shorts Film Days ne sono un’estensione sull’industry, per sostenere e approfondire gli intrecci produttivi e le prospettive di un più ampio mercato.
CONCORSO INTERNAZIONALE
AMARELA di André Hayato Saito (Brasile – 2024 – 15’ – Italian Premiere)
LARGOHEN DELLENDYSHE di Deni Neli (Italia/Albania – 2024 – 20’- World Premiere)
NO SPANK di Jordan Strafer (USA – 2024 – 10’ 21’’ – European Premiere)
SU TWICE di Agnese Làposi (Svizzera – 2024 – 19’45’’ – World Premiere)
FOR YOU AND MOM di Antonio Ledesma Vila (Spagna – 2024 – 18’08’’- Italian Premiere)
DREAM CAR WASH di Edoardo Brighenti (UK – 2024 – 12’58’’ – World Premiere)
LET IT ALL GO WRONG di Dimitri Baronheid & Olivier Lambrechts (Belgio 2023 – 13’03 – Italian Premiere)
LIFE’S RED LIGHT di Joe Carney (Canada – 2024 – 14’ – World Premiere)
TREES PAINTED IN TAR di Casper Rudolf (Danimarca/Francia 2024 – 14’ – Italian Premiere)
WHEREVER YOU GO di Alexander Graninger (Svezia 2024 19’33’’ – World Premiere)
JUNGLE LAW di Madli Lääne (Estonia – 2024 – 18’ – Italian Premiere)
BIENVENIDO di Martin Jalfen e Miguel Usandivaras (Argentina/Italia 2024 – 13’ – World Premiere)
CONCORSO PANORAMA ITALIA
MAJONEZË di Giulia Grandinetti (Italia 2024 – 22’ – World Premiere)
KALIZ di Irene Z’graggen (Italia 2024 12’32’’ – World Premiere)
FELLINI di Hleb Papou (Italia 2024 14’ – World Premiere)
COMUNQUE BENE di Beatrice Baldacci (Italia 2024 17’ – World Premiere)
DEUS VULT di Tommaso Diaceri (Italia 2024 15’12’’ – World Premiere)
PADRE di Michele Gallone (Italia 2024 19’ – World Premiere)
MARCELLO di Maurizio Lombardi (Italia 2024 20’ – World Premiere)
THE CONFESSION di Nicola Sorcinelli (Italia 2024 15’ – World Premiere)
IN SPIRITO di Nicolò Folin (Italia 2024 14’ – Italian Premiere)
AL BUIO di Stefano Malchiodi (Italia 2024 20’ – World Premiere)
FUORI CONCORSO
LE ALTRE VITE di Nicolò Folin (Italia 17’14” World Premiere)
LA BUONA CONDOTTA di Francesco Gheghi (Italia 2024 13’30’’ – World Premiere)
IL PRESENTE di Francesca Romana Zanni (Italia 2024 13’ – World Premiere)
BLUE WHALE di Lorenzo Corvino (Italia 2024 15’ – World Premiere)
PETROLIA di Giulia Mancassola (Italia 2024 16’45’’ – World Premiere )
LA ZIMA DEL SIGNOR di Alessandro Padovani Italia 2024 19’19’’ – World Premiere) PICCOLO ATTILA di Gregorio Mattiocco (Italia 2024 13 ’- World Premiere)
COSA RESTA di Francesca Scanu (Italia 2024 15’ – World Premiere)
L’ATTENTO di Mario Ricci (Italia, 2024 15’ – World Premiere)
L’IDEA di Emanuele Martorelli (Italia 2024 6’ – World Premiere)
PROIEZIONE SPECIALE
CINQUE GIORNI (PIGNETO FF) di Juan Diego Puerta Lopez (Italia 2024 11’30’’)
WE WANT TO LIVE HERE di Alexandrina Turcan (Ukraina 2023 20’)
FARAH di Alissa Jung (Germania 2024 22’ Italian Premiere)
NARCISO di Ciro d’Emilio (Italia 2024 12’ World Premiere)
PINOCCHIO REBORN di Matteo Cirillo (Italia 2024 15’ – World Premiere)
NINA di Arianna Mattioli (Italia 2024 20’ – World Premiere)
SHARING IS CARING di Vincenzo Mauro (Italia 2024 15’29’’ – World Premiere) SORVEGLIANZE di Guido Pontecorvo (Italia 2024 20’ – World Premiere)
QUEI RAGAZZI
È la sezione del festival aperta ai classici contemporanei, ai film del passato restaurati e riproposti alle nuove generazioni per la loro forza e attualità, per orire ai ragazzi la traccia e la memoria di esperienze autentiche e significative, attraverso gli argomenti trattati dai film presentati.
Alice nella città e la Cineteca Nazionale hanno deciso di restaurare Il giovedì, in occasione del centenario di Walter Chiari, per riportare alla luce un film considerato ingiustamente minore nella filmografia di Risi, diventato nel tempo sempre più attuale per le dinamiche familiari che racconta con leggerezza e una punta di malinconia.
IL GIOVEDÌ – World Premiere
di Dino Risi
Sceneggiatura: Franco Castellano, Giuseppe Moccia (Pipolo), Dino Risi
Montaggio: Gisa Radicchi Levi
Produttori: Isidoro Broggi, Renato Libassi, Marcello Girosi
Produzione: Center Film, D.D.L.
Distribuzione Internazionale: Compass Film srl
Distribuzione Italiana: Compass Film srl
Cast: Walter Chiari, Michèle Mercier, Roberto Ciccolini, Umberto D’Orsi, Milena Vukotic, Emma Baron, Silvio Bagolini, Alice e Ellen Kessler
Il restauro, de Il giovedì (Dino Risi, 1964) è stato realizzato nel 2024 dal Centro Sperimentale di Cinematografia- Cineteca Nazionale in collaborazione con l’avente diritto Compass Film. Per il restauro sono stati utilizzati il negativo originale per la scena e un positivo sonoro per la colonna.
La proiezione sarà accessibile anche ai disabili sensoriali grazie alla collaborazione di INCinema. Il film ha i sottotitoli per le persone sorde e ipoacusiche e l’audiodescrizione per le persone cieche e ipovedenti. L’audiodescrizione si scarica su smartphone attraverso l’app gratuita Earcatch. Per informazioni incinema.org
Il giovedì, trama
Dino Versini è un quarantenne senza un vero lavoro, con la sicurezza sbruona di diventare qualcuno facendo aari improbabili e che, in verità, sopravvive grazie a Elsa, la sua fidanzata. Una mattina estiva si sveglia, in ritardo e nervoso, per un appuntamento diverso dal solito: incontrare Robertino, suo figlio di 8 anni, che non vede da tanto tempo dopo la separazione dalla moglie. Il bambino, all’inizio, è didente verso il padre che prova a farsi vedere diverso da quel che è, come un uomo ricco e di successo. Il tempo che trascorrono insieme, gli eventi e gli incontri della giornata, permettono al bambino di conoscere il padre e di accettarlo con i suoi pregi e i suoi difetti, e alla fine di volergli bene.
Il giovedì è un film importante nella carriera di Dino Risi e in quella di Walter Chiari. Per entrambi si tratta di mostrare una certa propensione a mostrare di essere capaci di passare dalla commedia alla componente drammatica con eguali capacità. Le componenti autobiografiche, inoltre, sono evidenti per entrambi. In un periodo in cui il boom economico iniziava a mostrare le prime crepe, Il giovedì testimonia la sensibilità al cambiamento di un cinema che stava vivendo la sua stagione migliore e come una spugna assorbiva restituiva tutto quanto stava accadendo nella società italiana.
QUEI RAGAZZI — Omaggio ad Antonio Capuano
Antonio Capuano, in occasione della presentazione del restauro dell’opera prima Vito e gli altri, vincitore del premio internazionale della critica a Venezia nel ’91, sarà l’ospite d’onore di questa straordinaria presentazione. L’omaggio che gli rende ora Alice nella città non è una scoperta tardiva: il regista ha avuto tanti riconoscimenti e estimatori non occasionali. Più in generale, esso si inserisce in una ricerca del festival sugli autori che hanno dedicato il loro lavoro su nuovi temi e nuovi sguardi trasversali sull’infanzia.
“Quando racconti la vita devi metterci tutto dentro: bambini, animali, adulti”.
“Non so cosa mi spinge verso le storie dei bambini, il perché di un interesse e una continuità così marcati. […] è come se mi venissero incontro, o come se io le aspettassi”.
Il cinema di Antonio Capuano ha la bellezza del margine, l’emozione del confine, la trasgressività del limite. È tra i pochi registi ad aver elaborato il rapporto tra l’orrore del mondo adulto e i bambini con uno sguardo crudo che pure non manca della dolcezza e della disperazione legata all’istinto di sopravvivenza dell’infanzia. Senza cadere in facili pietismi, ore un quadro senza speranza sulla condizione nella quale versano i piccoli protagonisti raccontati nelle sue storie.
Ecco perché i ragazzi di Capuano non sono sempre belli, non sono perfetti, non sono educati, non sono buoni, non sono gentili, non sono lisci, non sono comodi. Appartengono a quella categoria infantile che invece di apprendere le convenzioni, le smontano, che invece di adeguarsi, si oppongono alla pressione fortissima di una visione adulta ed autoritaria che vede i bambini e i ragazzi solo come vasi vuoti da riempire di buoni propositi, e l’altra iperprotettiva, e forse non meno autoritaria, che immagina l’infanzia come un universo poetico fatto solo di sospiri e sussurri, brezze e mari incantati.
“I bambini fanno parte del nostro mondo, sono una parte essenziale della nostra vita, mentre di solito noi adulti tendiamo a relegarli ad una funzione marginale, accessoria”.
Stare nel cinema di Capuano, vuol dire guardare l’infanzia in modo più complesso, senza complicazioni psicanalitiche e giudizi morali. Fissa l’idea che le storie, quando escono da quel casino chiamato ‘ordine’, ci liberano dalle simmetrie e dalle gabbie in cui la società rinchiude lo sguardo bambino. Per questo, il suo fulminante esordio, s’impone per il suo coraggio selvatico, per la verità e la forza con cui la racconta, trasformando una piccola narrazione quotidiana in una grande storia universale.
VITO E GLI ALTRI – World Premiere
di Antonio Capuano
Cast: Nando Triola (Vito), Pina Leone (Miriam), Mario Lenti (Aniello), Antonio Laccarino (Formaggino), Giuseppina Fusco (Alba), Antonio Farak (Lino), Pasquale Amore, Massimo Antacito, Maria Rosaria De Cicco (zia Rosetta), Enzuccio La Motta, Salvatore Porzio, Elio De Gregori, Enzo Bacarello, Giovanni Fiscarelli, Gino Apicella, Giuseppe Esposito, Guido Piccoli, Vittorio Baratti, Maria Antonia Pisani, Cloris Brosca, Vera Matania, Sergio Marra, Antonietta Fusco, Umberto Santacroce, Renzo De Falco, Tina Bianco, Giuseppe Amato, Giorgio Alberti, Enzo Ioredo, Benito Romano, Mario Mazzocchi, Mario Del Gaudio
Sceneggiatura: Antonio Capuano
Fotografia: Antonio Baldoni
Suono: Massimo Pisa
Montaggio: Valentina Migliaccio
Produzione: Società cooperativa Dioniso a.r.l.
World Rights: Luce Cinecittà
Il restauro 4K, realizzato nei Laboratori di Cinecittà, è stato eseguito dal negativo scena 35mm e da un positivo colonne ottiche 35mm mono. Sul negativo scena sono stati eseguiti interventi per la rimozione di macchie, righe, spuntinature, problemi di flicker. In particolare, sono state ripristinate tutte le scene da negativo originale che erano state sostituite con inserti di Internegativi sottotitolati in italiano su dialetto napoletano stretto.
Vito e gli altri, trama
La notte dell’ultimo dell’anno. La città è in festa, saluta l’anno nuovo appena iniziato. Rosario ha ucciso sua moglie e uno dei figli. Punta la pistola sull’altro figlio, Vito, quasi dodici anni. Sta per sparare. Ma Vito riesce a dire qualcosa, solo poche parole. L’uomo abbassa l’arma. Dopo l’arresto del padre, Vito rimane solo. Va a vivere dalla zia, in una famiglia di persone ugualmente sole, prive di rapporti di solidarietà. Vito si adegua a questa solitudine. Combatte, certo, con le armi che conosce. Impara presto ad usarle, perché è necessario, per legittima difesa. Così si inserisce, inconsapevolmente vittima, nella spirale senza fine della violenza. Percorre velocemente tutti gli stadi della parabola delinquenziale. Furti, scippi, spaccio di droga, rapine, prostituzione. Passa attraverso aridi istituti di rieducazione. Ormai non ama più niente. Per un “errore” delle istituzioni conosce anche il carcere. E poi giù a precipizio fino ad arrivare all’assassinio su commissione. Killer a dodici anni.
Omaggio a Ridley Scott
Per raccontare Ridley Scott Alice nella città ha scelto di partire dal principio mostrando il cortometraggio del 1965 Boy and the Bicycle realizzato ai tempi degli studi al Royal College of Art e da lui scritto, diretto e prodotto con l’aiuto di suo fratello Tony Scott, che interpreta se stesso.
Un racconto che si snoda tra suggestioni che evocano Joyce e memorie di infanzia/adolescenza e che mostra fin da subito le qualità e gli stilemi visivi (ancora in corso di maturazione) di uno dei più grandi registi contemporanei.
Prendendo spunto dal cortometraggio verranno anche realizzati degli incontri per raccontare il dietro le quinte del cinema di Ridley Scott attraverso le parole delle eccellenze italiane che hanno lavorato con lui e che si soermeranno sui capisaldi del suo stile visivo ed elegante, quali la grande cura della fotografia e l’attenzione maniacale rivolta a ogni minimo dettaglio scenografico (Scott ha lavorato come scenografo alla BBC prima di passare dietro la macchina da presa) oltre all’utilizzo dell’ambientazione e del paesaggio circostante come un vero e proprio personaggio aggiuntivo piuttosto che un contenitore per la storia da narrare.
SINTONIE
è una linea di ricerca nata dal dialogo con Alberto Barbera, Direttore della Mostra del Cinema di Venezia, con la volontà di approfondire e amplificare tra i giovani che non sono stati presenti alle proiezioni veneziane, i temi che più li riguardano. Una sintonia che va al di là dei confini e delle regole tradizionali tra festival, che non si limitano solo a passarsi il testimone sui film selezionati, ma avviano un percorso complementare, indirizzato verso la ricerca del nuovo pubblico. Qui di seguito, i film selezionati in questa edizione:
OF DOGS AND MEN | Orizzonti
Drama · Israele, Italia · 2024 · 82’
di Dani Rosenberg
Cast: Ori Avinoam, Natan Bahat, Nora Lifshitz, Yamit Avital
Distribuzione internazionale: Rai Cinema International Distribution
HAPPYEND |Orizzonti
Drama · Giappone, USA · 2024 · 113’
di Neo Sora
Cast: Hayato Kurihara, Yukito Hidaka, Yuta Hayashi, Shina Peng, Arazi, Kilala Inori, Ayumu Nakajima, Masaru Yahagi, Pushim, Makiko Watanabe, Shiro Sano
Distribuzione internazionale: MAGNIFY
AFTER PARTY | Orizzonti Extra
Drama · Repubblica Ceca · 2024 · 89’
di Vojtĕch Strakatý
Cast: Eliška Bašusová, Anna Tomanová, Jan Zadražil
Distribuzione internazionale: Film Republic
LO STUPORE DEL MONDO | Orizzonti Short Films Out of Competition
Animazione · Italia · 2024 · 6’
di Alessandro Rak
ALLÉGORIE CITADINE | Fuori concorso
Fiction Corti Francia · 2024 · 21’
di Alice Rohrwacher, JR
Distribuzione Internazionale: The Match Factory
LE CINEMA DE JEAN-PIERRE LÉAUD | Venezia Classici
Documentario · Francia · 2024 · 64’
di Cyril Leuthy
Cast Michel Fau, Jean-Baptiste Le Vaillant, Enzo Tinebra, Antonio Lanciano e con Noémie Lvovsky, Olivier Assayas Macha Méril Lucas Belvaux Chantal Goya Nathalie Baye Françoise Lebrun Josiane Balasko Tsai Ming-liang Nobuhiro Suwa
Distribuzione internazionale: Alec Hermann – ARTE France Distribution, Bruno Deloye – Ciné +