In questa pagina:
- The Prompt
- The Surrogate Girl
- Milk Of Dreams
- Dirty Girl
- Beautiful SmileConcorso corti
The Prompt

Italia 2024, 11’
Le Intelligenze Artificiali sono state addestrate con innumerevoli testi e storie, comprese quelle della fantascienza e di Hollywood con i loro stereotipi. Così, in un prossimo futuro, non possono che provare a distruggere l’umanità perché l’umanità ha scritto molte storie dove le AI distruggono l’umanità. Bersagliati dall’opinione pubblica, dai bunker dove si nascondono gli scrittori propongono un piano: radunare in campi di scrittura concentrata miliardi di persone che scrivano storie che rappresentino le AI come amiche del genere umano. Quando le AI setacceranno la rete per continuare ad addestrarsi, assorbiranno questa nuova immagine di sé. Scrittori e sceneggiatori, reintegrati in società, preparano le varie tracce (prompt) per le storie. Miliardi di persone parteciperanno a questo colossale laboratorio di scrittura. Riusciranno a seguire le tracce, superando la paura dell’estinzione e ancor di più quella della pagina bianca?
Il regista Francesco Frisari
Francesco Frisari (Italia) dopo il dottorato in filosofia, sta conseguendo un Master in Creative Fiction Writing alla Columbia University. È stato autore e regista per la tv (su Rai 3, dove ha collaborato con Corrado Augias e Michela Murgia), il teatro e il cinema. Ha scritto e diretto con Steve Della Casa il documentario Perché sono un genio! Lorenza Mazzetti, presentato alla Mostra di Venezia e poi vincitore di una menzione ai Nastri d’Argento. Al momento è al lavoro sul documentario Quale allegria.
The surrogate girl

Turchia 2023, 18’
Non potendo abortire, la studentessa liceale Mira è costretta a nascondere la gravidanza per nove mesi. Nel frattempo si accorda con una famiglia del quartiere per vendere loro il suo bambino, una volta nato. Anche la coppia, quindi, mente a tutti quanti per nove mesi, dicendo che Serpil, la moglie, è incinta. Il giorno del travaglio Mira si trova dunque nella casa della coppia, ma le cose non vanno come previsto e i tre si confrontano con un inaspettato segreto.
Il regista Onur Güler
Onur Güler (Turchia, 1987), laureato al Dipartimento di teatro del Conservatorio dell’Università di Haliç, ha esordito con il corto Emptiness (2012), ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria all’Adana Golden Boll Film Festival in Turchia. Il secondo cortometraggio The Hurt (2016) ha vinto il premio per il migliore film al Festival del cortometraggio di Izmir. Ha inoltre lavorato come assistente alla regia per Mahmut Fazil Coşkun ed è direttore di un’istituzione che fornisce fondi e formazione a nuovi registi in Turchia.
“Per evitare di essere attaccate o abusate, le donne sono spesso costrette a ignorare il
proprio dolore e a trovare modi per risolvere i propri problemi – afferma – Nel film, mentre una ragazza deve nascondere di essere incinta, una donna più matura deve mentire sull’impossibilità di avere figli. Sia la complicata giovinezza di Mira, sia l’incapacità di Serpil di diventare madre si scontrano con le aspettative della società, costringendo entrambe a vivere un segreto e a conformarsi a regole non scritte. Con questo film ho voluto dunque attirare l’attenzione sulla complessità morale delle nostre vite, dove la distinzione tra giusto e sbagliato è sfumata, e mostrare di conseguenze esistenze travagliate ma riconoscibili universalmente”.
Milk of dreams

Nuova Zelanda 2023, 16’
Due donne, una madre e la sua giovane figlia, abitano un mondo senza tempo in una piccola fattoria. Tra faccende agricole, abitudini quotidiane e notti a condividere il letto, poco alla volta nella loro vita s’insinua qualcosa di nuovo. L’arrivo di uno sconosciuto alla loro tavola segna un cambiamento nella loro intimità. La figlia si sente esclusa dalla relazione della madre, mentre la madre sogna il contatto con lo sconosciuto, scatenando anche il desiderio della figlia. Risvegliatasi con un’ondata di curiosità sessuale, la ragazza entra così in un mondo solamente suo, separato per sempre da quello della madre.
La regista Sarah Grohnert
Sarah Grohnert (Germania), residente in Nuova Zelanda, si è inizialmente formata come montatrice in Germania per poi studiare regia in Inghilterra. Il suo pluripremiato documentario d’esordio Ever the Land (2015), è stato selezionato in numero festival ed esposizioni (tra cui la Biennale di Architettura di Venezia e il Bafici di Buenos Aires) e ha attirato l’attenzione della regista Jane Campion, che ha fatto da mentore alla regista e l’ha scelta per dirigere il documentario sul 25° anniversario del suo film Lezione di piano.
“Sono molto interessata ai film che si avvicinano agli aspetti indescrivibili dell’esperienza umana – dice – Nel mio lavoro mi piace visitare posti dove le parole non possono arrivare. Il cinema per me è un luogo in cui sono invitata a sentire profondamente le cose, a scoprire luoghi mai visitati prima. Nella realizzazione dei miei film cerco di prestare attenzione a quei luoghi e a quelle sensazioni, e lascio che siano loro a influenzare la direzione alla fine prenderò”.
Dirty girl

USA 2024, 11’
Al termine di una serata con un uomo, una donna è costretta a tornare a casa sola a causa dell’inatteso inizio del ciclo mestruale. Lugo il cammino viene avvicinata da un estraneo che dice di volerla solamente aiutare, ma man a mano che i minuti passano per la donna è sempre più difficile respingere le avance dell’uomo.
Le registe Emily Faris e Mia Fraboni
Emily Faris e Mia Fraboni (Usa) collaborano da quando si sono incontrate alla High School of Performing Arts di New York. Entrambe laureate in recitazione, hanno fondato insieme la casa di produzione Dirty Girl Media. Hanno scritto, prodotto e interpretato il loro primo progetto Mother Daughter, un cortometraggio semi-autobiografico diretto da Joshua
Gleason e selezionato al Boden International Film Festival nel 2023. Hanno poi sviluppato il progetto A-SIDE/B-SIDE, composto da due cortometraggi horror scritti e diretti in coppia: il primo lato è Dirty Girl, completato nel 2024, mentre il secondo, Overtime, è attualmente in lavorazione.
“Ispirati dall’horror e dalle nostre esperienze, volevamo radicare il film nel dolore fisico della protagonista, una donna che si trasforma un po’ alla volta in una tipica final girl del genere, con in più, però, la consapevolezza fisica, viscerale, delle sue mestruazioni – sottolinea – Le donne riconosceranno che nel film la ragazza oggettivata dallo sguardo maschile vive dentro di sé una sorta di horror privato legato alla condizione del suo corpo. Seguendo, dunque, il suo malessere fisico e il suo rapporto con i personaggi maschili non potevamo che spingere il racconto verso estremi poco confortevoli, al limite dell’umoristico”.
Beautiful Smile

Australia 2024, 15’
L’aspirante modella Leah arriva allo studio del giovane fotografo emergente Hamish, nervosa ed eccitata all'idea della sua grande occasione. Scatto dopo scatto Leah fa il possibile per soddisfare le richieste di Hamish, ma quando questi inizia a oltrepassare i limiti del suo ruolo comincia a chiedersi quale sia il modo giusto di comportarsi, se accettare o meno di spogliarsi e farsi maltrattare, anche a rischio della propria carriera. Incapace di elaborare lo shock, nei mesi successivi Leah si chiude nel silenzio, fino a quando si trova faccia a faccia con il poster dell’ultima mostra di Hamish: è lei, nuda, con il viso coperto di lacrime.
La regista Eugénie Muggleton
Eugénie Muggleton (Australia), regista e sceneggiatrice, ama lavorare con i generi e i personaggi femminili, passando dal dramma naturalistico alla fantascienza distopica. I suoi lavori sono stati proiettati in festival nazionali e internazionali, con anteprime al Flickerfest e al Festival di Sitges. Dal 2021 lavora come regista della serie drammatica più longeva della tv australiana, Neighbours, ed è attualmente impegnata nella scrittura di un lungometraggio.
“Beautiful Smile è basato sull’esperienza reale della nostra attrice protagonista, Azaleia Bradley – afferma – La comprensione di ciò che le era accaduto per lei è cominciata dopo averne finalmente parlato con un amico, lo scrittore Nicholas Jaquinot. Ecco da dove viene la sceneggiatura. Ne sono stato attratta perché parla di come molto spesso certe forme di violenza siano intangibili. Una sensazione che molti di noi conoscono, ma che faticano a esprimere a parole. E non sono l’unica. La vicenda ha colpito molto la nostra troupe, composta principalmente da donne, e spero colpisca anche il nostro pubblico“.