n-Ego, il viaggio esistenziale alla ricerca di autenticità della regista Eleonora Danco

Il volto coperto da una calza, una cartucciera di sonniferi sul petto e una giacca di pelle rossa, la regista Eleonora Danco, travestita come un manichino di de Chirico, in n-Ego, presentato in concorso al 42° Torino Film Festival, va in giro per le strade di Roma, di Terracina, di Sperlonga, alla ricerca di autenticità, si immerge in luoghi diversi e incontra personaggi, vere epifanie che con le loro storie rispecchiano le sue paure e i suoi desideri.

Per  n-Ego, il mio secondo film (a differenza del primo N-Capace dove ho trattato Adolescenti e Anziani) ho focalizzato l’attenzione sul mondo degli Adulti. Ci sono voluti diversi step e mesi per costruire il cast. Passavo ore nei quartieri dove poi avrei girato il film, in cerca di esseri umani che mi colpissero d’istinto”, spiega Danco.

n-Ego è una libera esplorazione della condizione umana, un viaggio attraverso le strade, dove la regista Danco affronta una profonda crisi creativa ed esistenziale. “Il personaggio della Regista incasinata si muove tra problemi esistenziali personali e professionali e si strugge nella scrittura, e nonostante i tentativi, non ce la farà a portare a termine il suo compito”.

Antonio Bannò (La guerra del Tiburtino III, 2023), Filippo Timi ed Elio Germano interpretano alcuni dei bizzarri personaggi che la Regista incontra nel suo cammino, “attori fantastici che raccontano di esperienze della mia vita e dei miei demoni”, dice Danco.

Ogni incontro diventa il riflesso dei suoi demoni interiori, trasformando le vite di questi individui in tessere di un mosaico emotivo. “Le persone scelte per strada le ho coinvolte in performance, mie visioni, nate dalle frequentazioni dei quartieri e dai personaggi che incontravo e con cui parlavo”, dice Danco.

Attraverso immagini evocative, un montaggio audace, e un ritmo drammatico e divertente, n-Ego trascende la realtà, invitando lo spettatore a riflettere sulla propria esistenza, nel labirinto che è il caos della vita Adulta. “Devo a Marco Tecce (con cui collaboro da sempre) il complesso montaggio del film, anche per l’enorme quantità di materiale girato e per l’ottima scelta delle musiche. Per il costume della Regista, grazie alla collaborazione con Alessandro Lai, mi sono ispirata ai manichini di Giorgio de Chirico. Volevo cancellare l’espressione, renderlo universale, senza tempo, un personaggio segnato, graffiato, ma che conserva ancora lo spirito incosciente della fanciullezza”.

Add to Collection

No Collections

Here you'll find all collections you've created before.