Il corpo, parlano i protagonisti: Alfieri, Battiston, Gerini

È stato presentato Fuori Concorso del 42° Torino Film Festival, Il corpo, il nuovo film scritto e diretto da Vincenzo Alfieri (I peggioriGli uomini d’oroAi confini del male). Un thriller di genere, che arriverà in sala a partire dal 28 novembre 2024 distribuito da Eagle Pictures, con protagonisti Giuseppe BattistonClaudia Gerini e Andrea Di Luigi, insieme ad Andrea Sartoretti e Amanda Campana.

Il film è un remake del film spagnolo El cuerpo del 2012. «Non sono un grande fan dei remake, ma è interessante il fatto di dare un apporto in più a qualcosa di già fatto» ha raccontato Vincenzo Alfieri. «Quando Roberto Proia – con il quale volevo lavorare da tempo – me l’ha proposto, ero sposato da poco e mi interrogavo sulle piccole storture di un matrimonio e sui motivi che possono far deflagrare un rapporto. In Italia il pubblico cerca film di genere, ma non si riceve fiducia. Eagle me ne ha data tanta, ho potuto esprimermi come non avevo mai fatto prima, ne vado molto fiero».

Claudia Gerini interpreta Rebecca Zuin, un’affascinante e carismatica imprenditrice la cui morte improvvisa getta un’ombra su tutti i suoi conoscenti. Soprattutto perché il suo corpo sparisce senza lasciare traccia dall’obitorio. «Amo i film di genere – ha raccontato l’attrice –il grande pubblico mi ha cominciato a conoscere con la commedia, ma io amo il dramma e i gialli. Ho fatto due horror con Federico Zampaglione, mi piace che nel giallo puoi dilatare uno sguardo, metterci dentro sfumature e strati di emotività. In questo film gioco con l’ambiguo, sul mistero e sul dualismo vittima-carnefice». Battiston è il commissario che indaga sul caso. «Il mio personaggio rivendica la voglia di vivere il proprio stato di tristezza. Ne sono rimasto conquistato. Mi ha aiutato la sceneggiatura estremamente precisa: era tempo che non leggevo una sceneggiatura così ben fatta. Un grosso aiuto l’ha dato anche la location: l’obitorio da cui sparisce un corpo in una notte di tempesta. Il perfetto noir».

A rendere Il corpo un’interessante film di genere ha contribuito l’uso meticoloso del sonoro, un elemento fondamentale per Alfieri. «Parte tutto dal suono. Solo per la prima inquadratura abbiamo trascorso 6 ore a cercare il perfetto scricchiolio dei passi. Abbiamo avuto l’onore di avere Thomas Giorgi, il sound designer de Le otto montagne. Adoro il cinema perché è suono, immagine e musica. La vita è fatta di bit musicali, quando un film funziona, tutti hanno in testa quel beat. Ecco perché quando scrivo le scene le mando subito al compositore, ma anche alla costumista e al direttore della fotografia. Il cinema è un opera collettiva, non lo fa il regista».

La collaborazione tra Proia di Eagle Pictures e Vincenzo Alfierisi replicherà presto con un nuovo film, annunciato in anteprima proprio al TFF: l’adattamento del romanzo 40 secondi di Federica Angeli sulla morte di Willy Monteiro Duarte, il giovane rimasto ucciso nel 2020 a Colleferro per un pestaggio. 

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