Sulla scia del toccante e fortemente drammatico The Old Hoak di Ken Loach presentato nel 2023 al Festival di Cannes, l’attrice, sceneggiatrice e regista francese Julie Delpy si cimenta alla regia di un’opera simile per temi – si parla di accoglienza – ma in una veste da commedia frizzante, ricca di equivoci esilaranti, capace però anche di stimolare un’interessante riflessione. Les Barbares (Meet the Barbarians), che vede protagonisti al fianco di Deply anche Sandrine Kiberlain, Laurent Lafitte e India Hair, è presentato in anteprima al 42° Torino Film Festival.
Les Barbares (Meet the Barbarians)
A Paimpont, in Bretagna, l’armonia regna tra la gente del posto. Ci sono Joëlle, l’insegnante che dà lezioni alla gente; Anne, che gestisce un minimarket e ama uscire per un aperitivo; Hervé, un idraulico alsaziano diventa più il bretone di tutti; e poi Johnny, poliziotto locale e fan sfegatato di Johnny Hallyday. Come simbolo del proprio senso di civiltà, la cittadina sceglie con entusiasmo di ospitare alcuni rifugiati dall’est Europa: peccato che al posto delle famiglie ucraine a Paimpont arrivino dei siriani e che, ovviamente, alcune persone del posto non siano molto contente… E dopo i primi, difficili giorni di convivenza la domanda è: chi sono i barbari?
La regista Julie Delpy
Julie Delpy (Parigi, Francia, 1969) è attrice, regista, sceneggiatrice e anche cantante. Insieme con Richard Linklater e Ethan Hawke, con i quali ha cominciato la collaborazione ai tempi del celebre Prima dell’alba (1993), è stata candidata all’Oscar per la Migliore sceneggiatura originale per i seguiti Before Sunset – Prima del tramonto (2004) e Before Midnight (2013), film di cui è anche interprete. Nella sua carriera d’attrice vanta numerosi titoli, tra cui Killing Zoe (1993) di Roger Avary, Tre colori: Film Bianco (1994) di Krzysztof Kieślowski e Broken Flowers (2005) di Jim Jarmusch. Nel 2002 ha esordito alla regia di un lungometraggio con Looking for Jimmy, seguito da 2 giorni a Parigi (2005) e da altri cinque lunghi (tra cui Lolo – Giù le mani da mia madre, presentato nel 2015 alla Mostra di Venezia). Nel 2003 ha pubblicato un disco dal titolo “Julie Delpy”.
“Il film è pensato soprattutto come un divertimento, ma è innegabile che ci sia un sottotesto. Non è una cosa ingenua, però: le immagini mostrate ad esempio prima di ciascuno dei cinque atti sono legate alle guerre religiose e coloniali e al concetto di supremazia bianca. È una cosa che deriva dall’educazione che ho ricevuto. Credere che una razza, religione o una persona sia inferiore a un’altra è semplicemente inammissibile. In Les barbares ho così utilizzato immagini e musica per illustrare questo argomento: ogni atto è abbinato a momenti importanti della musica classica, in particolare Beethoven e Mozart”.