À son image, Thierry de Peretti e il nazionalismo corso

A son Image di Thierry de Peretti racconta una travagliata storia di amore e di famiglia ai tempi delle rivendicazioni degli indipendentisti corsi di fine Novecento. Quella tra la giovanissima Antonia, interpretata da Clara-Maria Laredo, e Pascal (Louis Starace), uno dei leader carismatici del Fronte di Liberazione Nazionale Corso.

Il film narra, anche attraverso immagini di repertorio, i fatti del 6 gennaio del 1980, quando il paese di Bastelica fu teatro di una singolare operazione: il tentativo sventato di uccidere il militante nazionalista Marcel Lorenzoni ad opera di un commando di polizia francese parallela. La risposta degli indipendentisti corsi fu una violenta rivolta con ostaggi che mise sotto assedio per alcuni giorni Ajaccio. Ad oggi quegli avvenimenti verranno ricordati come i più sanguinosi della storia recente della Corsica.

Come mai il nazionalismo corso, a differenza di altri, viene poco raccontato al cinema?

Perché solo recentemente il cinema corso ha uomini e donne di cinema che hanno raggiunto una maturità artistica in grado di realizzare film che vengono visti, che riescono a superare i confini dell’isola fino ad arrivare in grandi festival internazionali, proprio come questo in Italia. È per questo che non sono stati fatti prima film su questo periodo politico in Corsica. Parlo di registi, me compreso, che sono nati negli anni ’70  e che sono stati profondamente colpiti dagli eventi politici molto intensi e tragici di quegli anni.

Che ricordi ha lei dell’affaire Bastelica-Fesch del gennaio 1980?

Bastélica è il luogo in cui è iniziata la rivolta, è il mio villaggio, dove io e la mia famiglia abbiamo trascorso parte della mia infanzia. Quando è successo ovviamente ero un bambino e non ho molti ricordi, se non che è stato un evento spaventoso in cui non potevamo andare a scuola perché era in atto una sorta di guerra civile ad Ajaccio e a Bastélica. Ci fu spiegato che i membri di una forza di polizia parallela gestita dallo Stato francese erano stati inviati in Corsica per rapire, torturare e uccidere un militante nazionalista. Oggi ho la maturità per poterlo analizzare e raccontarlo in un film.

Ci sono anche un sacco di riferimenti all’Italia nel film come la scelta di una canzone di Mina in apertura. 

Ho scelto Un bacio è troppo poco di Mina perché volevo fare uno stacco dalla tragica scena precedente in cui la protagonista si suicida buttandosi con l’auto, una sorta di falsa pista da seguire. Volevo inoltre dare al film una forte impronta italiana, come se dicessi fin dall’inizio che culturalmente il film si muove sul versante italiano e non su quello francese. Ho scelto un brano di una cantante donna perché desideravo che il primo suono fosse di una voce femminile. Era anche un modo per imprimere l’idea di un’età dell’oro di quegli anni e un sentimento molto, molto malinconico fin dall’inizio del film. Poi ho utilizzato anche il brano di Maria Violenza, un’artista punk siciliana la cui canzone chiude la parte della guerra serba. Per me era importante che ci fosse un corpus come quello di suoni e canzoni composte e cantate da cantanti italiani, perché di solito tutto ciò che è spesso associato alla Corsica è molto folcloristico.

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