Dopo la notte di Francis Ford Coppola e quella dell’orgoglio e talento femminile, al TFF è stata la sera delle emozioni del mondiale spagnolo del 1982 vinto dall’Italia di Bearzot, Paolo Rossi e gli altri. Le suggestioni di quell’estate che ridette slancio al Paese sono rivissute Italia 1982 – Una storia azzurra, firmato da Coralla Ciccolini, prodotto dalla Stand by Me di Simona Ercolani e in sala l’11, 12 e 13 luglio distribuito da Vision.
Quelle avventure tra calcio e costume, che videro la nazionale azzurra prima criticata aspramente e poi trasformata in simbolo da un intero paese sono rivissute non solo dalle immagini ma anche nei racconti di 4 protagonisti dell’epoca presenti sul palco del TFF: Marco Tardelli, Fulvio Collovati, Franco Selvaggi e Beppe Dossena, in forma nonostante il passare degli anni hanno scherzato tra loro, rivissuto in chiave scanzonata aneddoti e momenti privati di quella lontana trasferta per poi palleggiare scherzosamente tra loro con i palloni di colore azzurro come la maglia della Nazionale. Durante il film il coinvolgimento delle centinaia di presenti è stato sottolineato da applausi che hanno punteggiato i gol azzurri che ci valsero la terza coppa del mondo.
Prima di loro sono saliti sul palco l’attore Filippo Scotti, il regista Cosimo Gomez e il produttore Pier Giorgio Bellocchio per presentare Io e Spotty, primo dei due film italiani in concorso al TFF. Scotti ha raccontato di aver girato Spotty poco dopo di È stata la mano di Dio, per il quale ha vinto il premio Mastroianni all’ultima Mostra del cinema di Venezia e ha definito le due prove d’attore “entrambe complicate, sia pure molto diverse l’una dall’altra”.

Sul palco del Teatro anche Giorgio Diritti, con il suo cortometraggio In Famiglia, accompagnato dall’attore Fabrizio Ferracane.
Stefano Amadio, conduttore della serata, ha chiamato accanto a sé anche Fabia Bettini, Presidente di Alice nella città, che ha premiato il giovane attore Michele Ragno, vincitore del concorso riservato ai talenti emergenti, “dei quali – ha sottolineato la Bettini – il cinema italiano ha fortemente bisogno”.