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«Nessuna parodia, ma un omaggio alla nostra professione». Così Penelope Cruz racconta il film. Un racconto, senza filtri, del dietro le quinte del dorato mondo del cinema, in cui interpreta la regista, costretta a dirigere due attori, agli antipodi e in eterna rivalità interpretati da Antonio Banderas e Oscar Martinez. «È stato molto divertente interpretare questa persona un po’ psicopatica, di grande intelligenza, molto affascinante, ma anche sciocca, senza filtri non interessata a quello che gli altri pensano di lei – racconta l’attrice – Non mi piacerebbe affatto somigliarle. È un personaggio che soffre, molto sola, una donna insopportabile, ma molto divertente. Il film è un omaggio alla nostra professione, abbiamo riso molto, non si è mai trattato di mancanza di rispetto o di una parodia, anzi, abbiamo trovato un equilibrio molto delicato e abbiamo raggiunto l’obiettivo».


Molto diverso da Felix, l’attore attaccato a fama, premi e gloria che interpreta, Antonio Banderas non ha dubbi. «Se il personaggio fosse stato molto simile a me non l’avrei fatto, io non sono così anzi – racconta – È un furbo, maschilista, non ha obiettivi nobili anche se è molto trasparente. Nel film abbiamo analizzato il successo, l’invidia, la competizione, le insicurezze, tutti elementi chiari, che diventano una sorta di lente per raccontare le caratteristiche dell’essere umano. Potrebbe essere applicata anche nell’ambito della politica». Gli eccessi di chi lavora nel mondo del cinema, dagli esercizi prima di girare una scena, ai vocalizzi prima di una interpretazione sono nel film motivo di ironia, ma la realtà non è poi tanto distante dalla finzione. «Abbiamo giocato all’interno di una commedia – va avanti Banderas – Siamo stati chiari fin dall’inizio, abbiamo sempre riso e agito con intelligenza, abbiamo potuto ridicolizzare in un certo qual modo i vari eccessi che ci consentono di arrivare all’arte». «La preparazione di alcuni attori prima di girare una scena è reale – aggiunge Banderas – Mi è capitato di lavorare con un attore che gridava prima di ogni scena, pensavo ci fosse una mucca in camerino. Dava parecchio fastidio, andava bene per lui, ma anche io dovevo lavorare».
Di Tiziana Leone