Nell’estate in cui il pubblico ha premiato l’animazione (Inside Out 2 guida gli incassi italiani con € 46.133.500 e con $ 1.668.469.176 nel mondo, al nono posto degli incassi di tutti i tempi) e mentre nelle sale Cattivissimo Me 4 perpetua il mito di Gru e dei suoi Minions, anche a Venezia l’animazione è celebrata in tutte le sue potenzialità e tecniche. Ha aperto le danze Tim Burton, tornando alle origini in Beetlejuice Beetlejuice, con un flashback in stop-motion che narra la dipartita di Glenn Shadix (nel primo film era interpretato da Jeffrey Jones, non richiamabile sul set per problemi giudiziari), qui trasformato in un pupazzo di plastilina. Alle Giornate degli Autori Sanatorium Under The Sign Of the Hourglass segna il ritorno, a vent’anni di distanza dal loro ultimo cortometraggio, dei Quay Brothers per mettere in scena il racconto dello scrittore Bruno Schulz, in un viaggio spettrale dove animazione e live action si fondono in un raffinato omaggio stilistico a maestri come Walerian Borowczyk, Jan Lenica e Jan Švankmajer. Non meno interessante FII – Lo stupore del mondo, corto animato presentato a Orizzonti realizzato da Alessandro Rak per celebrare gli 800 anni dell’Università pubblica più antica del mondo e che all’animazione unisce una grande performance vocale di Massimiliano Gallo a dar voce allo spirito rivoluzionario di Federico II.
Poteva già bastare, ma il colpo a sorpresa è venuto da Todd Phillips, aprendo il suo nerissimo e cupissimo Joker: Folie à Deux con un cartoon che, fin dallo stacco musicale, evoca i solari Looney Tunes della Warner per mettere in scena un cruento duello tra il Joker e la sua ombra, tema che è simbolica sintesi del film. Non solo, Phillips ha affidato la direzione del corto a Sylvain Chomet (Appuntamento a Belleville), perché tra maestri del cinema non esistono barriere di linguaggi e stili: conta solo l’arte e, come dice Guillermo del Toro, «l’animazione è la forma d’arte più pura».