IN QUESTA PAGINA
- Songs of Slow Burning Earth
- Twst Things we said today
SONGS OF SLOW BURNING EARTH
Venezia 81 – Fuori concorso – Non fiction
Pisni zemli, shcho povilno horyt’, Ucraina/Danimarca/Svezia/Francia, 2024. Regia Olha Zhurba. Durata 1h e 35’.
A oltre due anni dall’invasione russa dell’Ucraina, e a più di dieci dalle violente proteste che nello stesso Paese portarono alla fuga del presidente eletto Viktor Janukovič dando inizio alla crisi, questo grave ed emblematico conflitto continua ad ispirare il cinema. Nella sezione Fuori concorso – Non fiction di Venezia 81 lo vediamo narrato dai due lati opposti del fronte, a partire da quello ucraino con Songs of Slow Burning Earth di Olha Zhurba (cui seguirà domani Russians at War di Anastasia Trofimova). E mentre sul campo di battaglia prosegue l’«inutile strage» (per citare la definizione che Benedetto XV diede della Prima guerra mondiale) e nel mondo i timori per l’escalation militare crescono, una delle poche certezze, al di là della retorica propagandistica di entrambe le parti, è la sofferenza delle popolazioni coinvolte. Proprio su questa si sofferma il doc di Zhurba, già regista dei pluripremiati Dad’s Sneakers (corto del 2021 presentato a Locarno) e Outside (2022). In Songs of Slow Burning Earth, la filmmaker, anticipa il Direttore della Mostra veneziana Alberto Barbera, ci racconta «come la guerra si insinua nel quotidiano». Fra incontri, conversazioni e suoni a diverse distanze dalla linea del fronte, emerge infatti come la tragedia bellica diventi terribile normalità. Oltre che col già menzionato Russians at War, il doc può essere confrontato con un altro titolo al Lido quest’anno, Honeymoon di Zhanna Ozirna (sezione Biennale College), protagonista una giovane coppia ucraina in un edificio occupato dall’esercito russo.
Emanuele Bucci
TWST /THINGS WE SAID TODAY
Venezia 81 – Fuori concorso – Non fiction
Francia/Romania. 2024. Regia Andrei Ujică. Non Fiction. Durata 1h 31’. Produzione: Les Films du Camélia, Modern Electric Pictures, Tangaj Production.
Andrei Ujică (Timișoara, 1951) è uno dei maestri del documentario europeo (insieme ad Harun Farocki, nel 1992, realizza Videograms of a Revolution sulla rivoluzione rumena del 1989 e la caduta del dittatore Nicolae Ceausescu, inserito dai Cahiers du Cinéma tra i dieci migliori film sovversivi di tutti i tempi) e uno tra i maggiori sperimentatori del documentario con materiali d’archivio. Ujică ha lavorato per più di 12 anni a questo documentario sulla prima data del secondo tour dei Beatles negli Stati Uniti (il primo fu nell’estate del 1964), raccogliendo materiale sulle giornate tra il 13 e il 15 agosto 1965, quando il quartetto di Liverpool sbarcò in America per il concerto del 15 agosto allo Shea Stadium di New York, con cui aprirono il tour concluso il 31 agosto a Daly City in California.
Andrei Ujică colloca il concerto dei Beatles negli Stati Uniti al centro di una ricostruzione del clima politico e culturale di quegli anni in un film costituito esclusivamente da materiale d’archivio dell’epoca (ABC, CBS, NBC), da filmati amatoriali in 8mm e da immagini del concerto, registrato con quattordici telecamere da 35mm (il concerto fu documentato già nel 1966, nel film TV The Beatles at the Shea Stadium, prodotto da Ed Sullivan con la sua Sullivan Productions, Inc., dalla NEMS Enterprises Ltd. che detiene il copyright del 1965 e dalla Subafilms Ltd).
L’acronimo TWST del titolo richiama Things We Said Today, titolo di un brano dei Beatles contenuto nell’album A Hard Day’s Night (1964) firmato Lennon–McCartney e scritto da Paul McCartney mentre era in vacanza nelle Isole Vergini americane con la sua ragazza, l’attrice Jane Asher. I testi parlano dell’amore del cantante per una ragazza nonostante la distanza tra loro. McCartney in seguito descrisse la canzone come una dimostrazione di «nostalgia del futuro», essendo «nostalgica del momento in cui viviamo adesso». Una nostalgia che, evidentemente, ha condizionato anche l’immane lavoro di ricerca d’archivio compiuto dal regista.
Oscar Cosulich