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Sugar Island / Alma del Desierto / Labirinti

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  1. Labirinti
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LABIRINTI

Giornate degli Autori – Confronti

prima mondiale

Italia, 2024. Regia Giulio Donato. Interpreti Francesco Grillo, Simone Iorgi, Stella Mastrantonio, Davide Fasano, Antonio Gerardi, Finn Ronsdorf. Durata 1h e 17’.

Dopo l’incontro del 30 agosto e prima di quello previsto a Roma, il dibattito delle Giornate degli Autori (presso il nuovo spazio Confronti) sulla condizione e il riconoscimento, spesso non facile, dei nuovi autori cinematografici prosegue con la proiezione di Labirinti (ore 18 in Sala Laguna), primo lungometraggio di Giulio Donato. Protagonista è Francesco, giovane introverso di un paesino montano della Calabria. L’incontro con un libro cambia la vita del ragazzo, che per inseguire il suo sogno si metterà contro le regole “labirintiche” della società e il suo stesso migliore amico Mimmo. «La mia intenzione», ha detto il regista, «era quella di partire dal vero e creare filmando qualcosa di nuovo. Ho deciso di posizionare il racconto a metà tra realtà e finzione, mantenendo questo approccio in tutti gli aspetti del film». 

Emanuele Bucci


 

ALMA DEL DESIERTO (SOUL OF THE DESERT)

Alma del desierto

Colombia/Brasile, 2024. Regia Mónica Taboada-Tapia. Interpreti Georgina Epiayu, María Santa Pushaina Pushaina, Antonio Ipuana, Francisco ‘Jesús’ Urrariyu, Florentina Vanegas, Yesid de Jesus Bouriyu. Durata 87′

Colombiana, di Cartagena, Monica Taboada-Tapia è dovuta tornare alle proprie origini per trovare lo spunto del film che presenta alle Giornate degli Autori. Il suo ultimo Alma del Desierto ci porta infatti negli aridi paesaggi di La Guajira, dove Georgina, un’anziana donna Wayúu transgender, si mette in viaggio per rivedere i fratelli prima che sia troppo tardi. “Scoprire il passato della famiglia di mia madre a La Guajira è stata la motivazione iniziale” dice la regista di quella che viene presentata come una storia di resistenza e un’appassionata lotta per la giustizia. “Una storia proibita che non doveva essere narrata” e nella quale mostrare una “Colombia post-coloniale, dominata da sistemi feroci” dove la solidarietà tra persone di diverse etnie diventa “un atto di pura resistenza e ribellione contro un sistema politico che continua a opprimerci per rimanere al potere”.

Mattia Pasquini


SUGAR ISLAND – opera prima

Repubblica Dominicana, Spagna. 2024. Regia Johanné Gómez Terrero. Interpreti Yelidá Díaz, Ruth Emeterio, Juan María Almonte, Génesis Piñeyro, Diógenes Medina. Durata 91’. Produzione: Guasábara Cine. Co-produzione: Tinglado Film.

Con il contributo di: DGCINE, FONPROCINE, ICAA, Programa Ibermedia, Primera Mirada, Television Canaria. Vendite Internazionali: Patra Spanou.

Dopo i documentari Bajo las carpas (2014) e Caribbean Fantasy (2016), la produttrice, sceneggiatrice e regista domenicana Johanné Gómez Terrero esordisce nel cinema di finzione con Sugar Island, dove analizza le radici coloniali dell’industria dello zucchero e il ruolo duraturo della spiritualità nei movimenti di liberazione. La tredicenne Makenya (Yelidá Díaz) vive in un villaggio Batey situato in una piantagione di canne da zucchero e una gravidanza indesiderata la costringe ad affrontare l’età adulta. Sua madre è influenzata dagli spiriti della tradizione chiamati Misteri e suo nonno lotta per i diritti previdenziali. L’automazione industriale li mette a rischio di essere trasferiti senza nessun indennizzo, quando un serpente che rappresenta i Misteri induce Makenya ad abbracciare sia il potere terreno, sia la dimensione soprannaturale, spingendola nel regno dell’impossibile.

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