IN QUESTA PAGINA:
- Stranger Eyes di Siew Hua Yeo
- April di Dea Kulumbegashvili
Stranger Eyes (Mò shì lù)
Venezia 81 – Concorso
Singapore, Taipei, Francia, Usa. 2024 Regia Siew Hua Yeo Cast Wu Chien-Ho, Lee Kang-Sheng, Anicca Panna, Vera Chen, Pete Teo, Xenia Tan, Maryanne Ng-Yew Durata 125′
Per la prima volta un film di Singapore approda in competizione alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il regista è Siew Hua Yeo, noto per aver vinto con il suo secondo film, A Land Imagined, il Pardo d’oro a Locarno nel 2018, il quale ora presenta un thriller dal titolo Stranger eyes (Mò shì lù). Protagonisti del giallo, che trova il suo innesco nelle videocamere di sorveglianza, sono due acclamati attori taiwanesi, Lee Kang-Sheng e Wu Chien-Ho. Wu interpreta Darren, un giovane padre la cui figlia neonata è scomparsa da due anni quando riceve alcuni misteriosi filmati della sua vita intima familiare. Darren sospetta che il suo vicino Goh, interpretato da Lee, sia il voyeur legato alla scomparsa della figlia e decide di iniziare a spiarlo, ma non si rende conto che questo lo porterà ad un agghiacciante confronto con se stesso. Secondo il regista Stranger Eyes esplora il concetto dell’essere spiati, «riguarda i modi con cui vediamo gli altri, come essi ci guardiamo e come percepiamo noi stessi nell’essere visti». Il direttore artistico Alberto Barbera la presenta come «un’opera a strati che si presta a più letture, un’escursione metalinguistica sul cinema, in cui si avverte l’eco dei film di Hitchcock, in particolare La finestra sul cortile (1954), ma anche la larvata denuncia di un Paese sotto l’occhio delle videocamere di sorveglianza e infine una riflessione sulla nozione di famiglia. Un’opera più complessa di quel che appare a prima vista al di là di quello che è un ben oliato meccanismo giallo su verità e menzogna».
Vania Amitrano
April
Venezia 81 – Concorso
Georgia/Francia/Italia, 2024. Regia Dea Kulumbegashvili Cast Ia Sukhitashvili, Kakha Kintsurashvili, Merab Ninidze. Durata 2h e 14’
Il concorso di Venezia 81 è anche l’occasione per scoprire come prosegue il percorso di nuove voci del cinema mondiale da poco emerse con apprezzate opere prime. È il caso della georgiana Dea Kulumbegashvili, che al Lido porta il suo secondo lungometraggio di finzione April, dopo aver trionfato col precedente Beginning al Festival di San Sebastián 2020, aggiudicandosi la Conchiglia d’Oro al miglior film, la Conchiglia d’Argento alla regista e quella all’attrice protagonista Ia Sukhitashvili, oltre che il Premio della Giuria alla sceneggiatura. In quel potente esordio la cineasta ci aveva portato in una piccola città della Georgia dominata dall’intolleranza religiosa e dalla violenza patriarcale, narrando, spiega la stessa Kulumbegashvili, «il viaggio di una donna per accettare sé stessa, nonostante l’infinito abisso che affronta». Il tutto raccontato con uno stile asciutto e insieme evocativo, tra lunghe inquadrature fisse (restituendo bene il senso di prigionia della protagonista) e momenti di trascendenza che fanno pensare a Bresson. Quella di April (in cui ritroviamo la stessa attrice di Beginning) sarà un’altra storia immersa nelle contraddizioni del Paese d’origine della filmmaker, dove l’interruzione di gravidanza è ancora un reato. Al centro troviamo infatti l’ostetrica Nina, che pratica aborti clandestinamente per aiutare le pazienti a cui è vietato decidere sul proprio corpo. Un tema, quest’ultimo, ancora attualissimo e frequentato dal cinema, basti pensare al Leone d’oro 2021 L’événement.
Emanuele Bucci