HomeCiak In Mostra 2024Fuori concorso: Maldoror / 2073 / Los años nuevos (ep. 1-5)

Fuori concorso: Maldoror / 2073 / Los años nuevos (ep. 1-5)

MALDOROR

Venezia 81 – Fuori Concorso 

Belgio/Francia 2023 – Regia: Fabrice Du Welz – Cast: Anthony Bajon, Alba Gaïa Bellugi, Alexis Manenti, Sergi López, Béatrice Dalle – Durata: 155 min – Distribuzione: 

Era il 1996 quando il Belgio venne sconvolto dalle tragiche vicende legate a Marc Dutroux, poi ribattezzato per tutti il Mostro di Marcinelle. Dutroux nel corso di 10 anni aveva rapito, torturato e violentato sei ragazze, età compresa tra gli otto e i diciannove anni. Il caso si rivelò però molto più complesso e controverso, coinvolse le più alte cariche del paese, con il sospetto che venisse coperta una rete di pedofili di cui facevano parte anche persone molto influenti. Alla fine gli unici colpevoli furono Dutroux e la moglie Michèle Martin, ma ancora oggi sono molte le ombre che avvolgono l’indagine. Fabrice Du Welz trae spunto da questi fatti per dare una sua versione, attraverso l’ossessione nei confronti del caso di un giovane poliziotto, Paul Chartier, assegnato a una squadra speciale che è sulle tracce del mostro. Du Welz, che a Venezia portò nel 2008 l’ottimo Vynian, horror psicologico sullo sfondo dello tsunami in Thailandia, ha una fascinazione particolare nei confronti della ricerca delle origini del male. A questo unisce una cura dell’immagine, della messa in scena e della narrazione che sconfina continuamente tra i generi, dall’horror al thriller psicologico all’action. Maldoror ha la struttura di un poliziesco, ma anche in questo caso con molte contaminazioni. Protagonista del film è Anthony Bajon, già visto a Venezia nel 2022, sempre in divisa, in Athena, nel 2021 come figlio di Vincent Lindon in Un altro mondo di Stéphane Brizé e l’anno prima in Allons enfants di Giovanni Aloi e Andrea Barone.

Alessandro De Simone


2073

Fuori concorso – Non fiction

Id., Regno Unito, 2024. Regia Asif Kapadia. Durata 1h e 23’

Come ha detto il Direttore artistico di Venezia 81 Alberto Barbera presentando il programma della Mostra, quella tra cinema di finzione e documentario è una «distinzione sempre più arbitraria». E lo dimostra un film come 2073 di Asif Kapadia, che vedremo nella sezione Fuori concorso – Non fiction. Ma la cornice, già suggerita dal titolo, è quella di un futuro distopico. Che ci porterà a riflettere, in un montaggio di immagini autentiche, sulle emergenze di oggi che potrebbero diventare le catastrofi di domani, dagli autoritarismi alla crisi climatica. L’ispirazione, non a caso, è venuta da un capolavoro post-apocalittico, il cortometraggio sperimentale La jetée (1962) di Chris Maker, dove l’esperienza di un viaggiatore del tempo è narrata attraverso una serie di fotografie, riflettendo (anche) sui meccanismi della memoria e sul nostro rapporto con le immagini. «Voglio realizzare un’epopea sullo stato del mondo», ha dichiarati Kapadia a proposito di 2073, «utilizzando elementi di fantascienza come lente attraverso la quale esaminare le enormi domande che stiamo affrontando come specie e, si spera, trovare soluzioni, prima che sia troppo tardi». Il regista inglese ha alle spalle un notevole percorso dentro e fuori il genere documentaristico, con titoli come l’opera prima The Warrior (2001, premiata ai BAFTA), Far North (2007, presentato a Venezia) e vari lavori su personalità dello sport e dello spettacolo come il pilota automobilistico Ayrton Senna in Senna (2010), la cantante Amy Winehouse in Amy (2015, vincitore dell’Oscar) e il calciatore Maradona in Diego Maradona (2019).

Emanuele Bucci


LOS AÑOS NUEVOS (THE NEW YEARS)  episodi 1-5

FUORI CONCORSO – SERIES

di RODRIGO SOROGOYEN DEL AMO, SANDRA ROMERO, DAVID MARTÍN DE LOS SANTOS con Iria del Río, Francesco Carril / Spagna / 448’

Ana e Oscar hanno trent’anni, lui è intrappolato da un pessimo contratto medico e ha ancora una dipendenza dalla sua ex, lei senza compagno né lavoro, si sente persa e progetta di trasferirsi. Sembrano due vite ancora in cerca di una direzione, ma quando le loro strade si incrociano diventa difficile lasciare la città che fino a poco tempo prima sembrava invece l’unica via di fuga. Il tempo scorre in fretta e nel corso dei dieci anni successivi i due dovranno fare i conti con le decisioni che prenderanno. «Los años nuevos finisce per parlare della vita, e non credo di esagerare quando dico che l’esperienza visiva e sonora che avranno gli spettatori guardando la serie assomiglierà molto alla contemplazione della vita e della crescita di due persone comuni – sottoline il regista – È come guardare il riassunto dei nostri ultimi dieci anni di vita condensati in sette ore e mezza di riprese, con i momenti chiave, le parti noiose e le esperienze indimenticabili».

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