IN QUESTA PAGINA:
- Sergio Rubini: “Il mio Leopardi, vitale e senza gobba”
- Alla Mostra riflettori sulla Palestina in fiamme
- Prime analisi del mercato cinematografico italiano
- La Masterclass di Sigourney fa il pieno
Sergio Rubini: “Il mio Leopardi, vitale e senza gobba”
L’amore spasmodico nei confronti della vita muove l’esistenza di Leopardi – Il poeta dell’infinito, la miniserie di Sergio Rubini su Giacomo Leopardi, presentata ieri Fuori Concorso, con Leonardo Maltese (Leopardi), Cristiano Caccamo (Antonio Ranieri), Giusy Buscemi (la contessa Targioni Tozzetti), Valentina Cervi (la madre Adelaide Antici), Alessio Boni (il padre Monaldo), Alessandro Preziosi (Don Carmine) e Fausto Russo Alesi (Pietro Giordani). La vedremo su Raiuno il 16 e il 17 dicembre.
La coproduzione Ibc Movie, Rai Fiction e Rai Com ripercorre la vita di una delle figure chiave della nostra letteratura spogliandolo della sua malformazione fisica, la gobba, per restituirne il ritratto di un uomo che ricerca la felicità con sin troppa passione finendo per rifugiarsi nel suo pessimismo, in cui ancora oggi i giovani si riconoscono. «Racconto l’intellettuale multiforme – spiega il regista che propone una narrazione lontana da Il giovane favoloso di Mario Martone – lo spregiudicato, il pensatore libero, diverso da quello conosciuto a scuola. Volevo concentrarmi sulla sua morfologia intellettuale, piuttosto che fisica, da qui la scelta di rappresentarlo senza gobba. Per raccontarlo oltre le Operette morali, come poeta esistenzialista, d’avanguardia, mi sono concesso licenze cronologiche, ispirandomi ad Amadeus, in cui Milos Forman racconta un incontro, mai avvenuto nella realtà, tra Mozart e Salieri». Rubini ha anche svelato che pensava a questo progetto da 25 anni.
«Leopardi – ha sottolineato Maria Pia Ammirati, direttrice Rai Fiction e scrittrice di successo – è il poeta del dissidio, della rottura, sempre nuovo. Conservava un’anima profondamente vitale, come emerge nella serie, in contrasto con lo stereotipo del poeta triste, ammalato e chiuso in se stesso a cui siamo abituati. Si poneva le domande di tutti gli adolescenti – chi siamo? dove andiamo? – che lo consacrano a letterato portavoce dei ragazzi».
Di Alessandra Farro
Alla Mostra riflettori sulla Palestina in fiamme
L’inizio della nuova offensiva militare israeliana, stavolta nella Cisgiordania occupata, ha ricordato anche ai più distratti che mentre al Lido si affollano star, spettatori e titoli, in Medio Oriente si continua a morire in una delle crisi più gravi della storia recente. Su cui la Mostra di quest’anno riflette da varie angolazioni: alla pre-apertura delle Giornate degli Autori lo scrittore Tahar Ben Jelloun, che aveva condannato gli attentati di di Hamas del 7 ottobre, ha definito «genocidio» quello in corso da oltre 10 mesi a Gaza sotto le bombe israeliane. Fatti che echeggiano nel doc Of Dogs and Men di Dani Rosenberg in concorso a Orizzonti, dove c’è anche Happy Holidays del regista palestinese Scandar Copti. Uno sguardo al passato che può aiutarci a capire come si è arrivati a questo punto lo offrono poi, proprio oggi, Israel Palestina On Swedish Tv 1958-1989 di Göran Hugo Olsson, su trent’anni di conflitto visti dalla tv pubblica svedese, e September 5 (di Tim Fehlbaum, Orizzonti Extra), che rievoca la strage delle Olimpiadi di Monaco nel 1972. È, insomma, una Venezia in cui risuona la domanda Why War che, fin dal titolo del suo film fuori concorso, si pone la voce pacifista di Amos Gitai. E dove i divi, anche italiani, si schierano: Lino Musella e Laura Morante sono sfilati sul red carpet indossando rispettivamente una maglietta con scritto “Free Palestine” e un ventaglio che chiedeva “Stop the Gaza Genocide”, con le cifre: oltre 40.000 vittime di cui oltre 16.000 bambini. A Venezia 81, insomma, non è accaduto che il cinema sia rimasto indifferente, nella sua bolla, mentre fuori il mondo brucia.
Prime analisi del mercato cinematografico italiano
Ieri doppio incontro all’Italian Pavilion, alla presenza del Sottosegretario di Stato per la Cultura Sen. Lucia Borgonzoni sui risultati di Cinema Revolution e I numeri del cinema e dell’audiovisivo italiano 2023. Al mattino, dopo il saluto del vicepresidente del consiglio Matteo Salvini, Borgonzoni, accompagnata da Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, Nicola Borrelli, direttore della Direzione generale Cinema e audiovisivo e Simone Gialdini, AD di Cinetel, ha sottolineato che «aver investito nell’iniziativa “Cinema Revolution” si conferma una mossa vincente. Il pubblico sta rispondendo con entusiasmo alla proposta di titoli e promozioni di questa seconda edizione della campagna e i grandi risultati registrati da giugno raccontano di un’estate 2024 spettacolare. Ringrazio tutti coloro i quali hanno creduto nel progetto, sostenendo così non solo le sale ma lo sviluppo dell’intera filiera cinematografica».
L’edizione 2024 (che ha registrato il miglior mese di giugno di sempre al box office) supera i risultati di quella passata con +13,4% di incassi e +8,8% di presenze sul 2023, che diventano rispettivamente +70,2% e +50,8% sulla media del triennio 2017-2019. Cinema Revolution – Che spettacolo l’estate, si tiene dal 14 giugno al 14 settembre con i biglietti dei film italiani ed europei al prezzo speciale di 3,50 euro e si è aperta con le giornate speciali del Cinema in Festa (dal 9 giugno al 13 giugno), che torneranno dal 15 settembre al 19 settembre, con il prezzo di 3,50 euro applicato a tutti i film, compresi i blockbuster statunitensi. A fronte di tali risultati Lucia Borgonzoni ha annunciato che l’iniziativa si ripeterà anche nel 2025.
Nel pomeriggio, Lucia Borgonzoni, Nicola Borrelli e Bruno Zambardino della Direzione Generale Cinema e audiovisivo, hanno analizzato i numeri del cinema e dell’audiovisivo italiano nel 2023, dove sono aumentate le opere audiovisive e web e i film prodotti, così come le donne che hanno firmato regie di lungometraggi e documentari.
«Il report ci conferma l’impetuoso trend che ha caratterizzato negli ultimi anni l’andamento dei volumi produttivi, trainati in larga parte dalle risorse pubbliche e in particolare dal tax credit – ha detto Borrelli – basti menzionare la cifra record di oltre 1,5 miliardi di euro relativa al budget complessivo delle opere cinematografiche e audiovisive o i 557 milioni di euro di investimenti generati dal tax credit per l’attrazione di investimenti esteri per film e serie tv». Borgonzoni conclude che si tratta di «numeri importanti perché, partendo dalla loro analisi sarà più facile comprendere le motivazioni che hanno portato alla revisione della Legge Cinema messa a punto insieme agli operatori del settore».
Di Oscar Cosulich
La Masterclass di Sigourney fa il pieno
È stata un successo sia per la partecipazione che per i contenuti espressi la prima Masterclass della Mostra, dedicata al Leone d’oro Sigourney Weaver. Una folla di accreditati di tutte le età, ma soprattutto giovani, ha affollato la nuova Match Point Arena da 250 posti di fronte all’Excelsior, aperto da una standing ovation del pubblico e dal saluto alla Weaver da parte del Presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco. “La mia altezza – ha detto tra l’altro la Weaver – all’inizio mi ha reso la vita difficile, ma nel lavoro mi ha protetto: Una donna alta viene scelta da uomini strutturati e sicuri di sé”. L’incontro è stato primo di una serie, che va ad arricchire i contenuti di Venezia 81.