Questa che ha preso il via il 29 maggio a Pescara è la sua quattordicesima edizione da direttore artistico del Cartoons on the Bay, ma per Roberto Genovesi la parola d’ordine è sempre una: migliorarsi. In conferenza stampa l’ha definita “l’edizione migliore” in termini di offerta per il pubblico, con un programma fitto di ospiti ed eventi, ma anche un grande motivo di orgoglio personale per la scelta delle maestranze. Ne abbiamo parlato più a fondo in un’intervista esclusiva per il nostro Ciak Daily – Cartoons on the Bay.
Roberto, l’hai definita l’edizione migliore che potevate offrire. Che cosa dobbiamo aspettarci?
Insieme alle prime edizioni nelle quali abbiamo portato Don Bluth e Yoshiyuki Tomino, come Direttore Artistico questa è quella che sento di più. Juanjo Guarnido lo avevo inseguito per anni, poterlo avere qua è una cosa molto importante per me. Poi John Musker, Leslie Iwerks, sono tutti grandi nomi. A livello pratico, abbiamo rinnovato il programma per il pubblico, rafforzandolo. Ci saranno tre concerti in tre giorni, uno sforzo non indifferente. Con il concerto di Antonella Ruggiero usciamo dal mondo esclusivamente fumettistico ed entriamo nei confini del pop, abbracciando una cultura popolare più ampia. E poi non mancherà il village, come nelle edizioni precedenti.
Cross-media, transmedia, metaverso sono da anni le parole chiave di Cartoons on the Bay. Quanto sono importanti questi concetti nel futuro dell’animazione?
Sono strumenti che vanno usati in base a ciò che si vuole raggiungere. Parlare di intelligenza artificiale in maniera astratta non ha senso. L’intelligenza artificiale messa a sistema ha una sua funzione, così come ha senso l’utilizzo del metaverso come luogo dove costruire. Al contrario, il metaverso come concetto può voler dire tutto e niente, dipende da come lo si prende in considerazione. Sicuramente la crossmedialità e la transmedialità stanno diventando le pipeline della produzione e del prodotto di animazione. Creare un cartone animato a sé stante, senza un apparato di carattere economico che lo sostenga, che possa diversificare i rischi, l’impegno, le maestranze e lo staff, non ha senso. Occorre mettere insieme tutti i tasselli per poter costruire una rete di sostegno per il progetto.
Quest’anno più che mai, con la vittoria agli Oscar de Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki, l’animazione ha confermato di poter affrontare temi sempre più delicati e complessi. Tifavi per lui agli Oscar o avresti preferito la vittoria di Spider-Man: Across the Spider-Verse?
Spider-Man è un prodotto incredibile dal punto di vista tecnico e del ritmo, lo considero lo stato dell’arte del cartone animato. Miyazaki è un monumento, tifavo per Spider-Man, ma Miyazaki è sempre Miyazaki.
Quest’anno non c’è il Giappone nel programma, ma il rapporto di COTB con l’animazione giapponese dura da tempo…
Nel corso degli anni abbiamo portato ospiti come Tomino, Watanabe e altri autori giapponesi, mentre a Torino, tempo fa, abbiamo fatto una mostra su Makoto Shinkai. Il fumetto giapponese è un elemento portante di Cartoons da sempre.
Ti lascio tornando a questa nuova edizione di Cartoons on the Bay. Sapresti scegliere un aggettivo o un termine che riesca a descriverla al meglio?
La definirei un edizione “arcobaleno” perché parla di diversità e di nuovi media. È un’edizione che raccoglie un po’ tutte le sensibilità della creatività legata all’universo giovanile. D’altronde il nostro obiettivo è sempre stato questo: fare scouting e fotografare ciò che avviene dall’universo pop dei ragazzi.