Julie ha un segreto, silenzi e abusi nel mondo del tennis giovanile

Al cinema dal 24 aprile

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Tessa Van den Broeck (tennis), Julie ha un segreto
Tessa Van den Broeck, Julie ha un segreto

Diretto dal regista belga Leonardo Van Dijl, Julie ha un segreto, che vede protagonisti veri giovani atleti, è al cinema dal 24 aprile distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

Negli ultimi anni purtroppo i casi di abuso subiti da giovani atleti ed atlete in ambito agonistico emergono in modo sempre più sconcertante. Uno di questi è stato portato alla ribalta al 77° Festival di Cannes da Leonardo Van Dijl, che con Julie ha un segreto, suo esordio alla regia in concorso alla Semaine de la Critique, ha voluto raccontare la storia di una giovane tennista, giocatrice di punta di un club di alto livello, coinvolta nell’inchiesta sul suo allenatore a seguito del suicidio di una sua compagna.

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Julie ha un segreto mette al centro della scena Julie, interpretata da Tessa Van den Broeck, lei stessa giovane tennista al suo primo ruolo sullo schermo, e il suo tormento di fronte a una scelta difficile. La sua storia pone un quesito tanto complesso quanto importante su come affrontare la questione degli abusi e delle pressioni, siano essi di natura psicologica o fisica, con minori il cui universo in formazione richiede intimità, delicatezza e rispetto.

Il regista Leonardo Van Dijl

Ed è all’insegna di questo trinomio che Van Dijl ha scelto di realizzare il suo racconto, lasciandosi ispirare dalla tragedia di Antigone e dal dilemma “parlare o tacere”. “Come regista, come artista – ha spiegato Van Dijl in una conversazione con Ciakho la libertà di affrontare storie molto contemporanee, ma in modo poetico. Penso sia bello poterne parlare in questo modo per porre nuove domande, trovare nuove risposte e aprire un nuovo tipo di conversazione sull’argomento”.

Come lo stesso titolo originale suggerisce (Julie Keeps Quiet), in Julie ha un segreto la protagonista si rifugia in un sempre più ostinato silenzio di fronte alle incalzanti domande che le persone intorno a lei, dalla società ai genitori, agli stessi compagni, continuano a porle.

E’ una scelta impossibile per Julie, incredibilmente difficile, perché entrambi i casi, parlare o tacere, implicano una perdita. Tutti intorno a Julie cercano di trovare il linguaggio giusto per affrontare la questione, ma Julie non si sente al sicuro e alla fine pensa che sia meglio tacere. In questo senso spero che questo film incoraggi il dialogo, anche in modo preventivo, perché non dovremmo aspettare di arrivare a quando è troppo tardi per iniziare a parlarne”, dice ancora il regista.

Una delle principali preoccupazioni di Leonardo Van Dijl era che i giovani interpreti, in modo particolare la protagonista, si sentissero a loro agio sul set e riuscissero a comportarsi, seppure nel contesto della storia, in modo naturale. “Tessa è una vera tennista – ha spiegato il regista – non un’attrice professionista, e per me era importante che fosse sé stessa. Alla premiere del film Tessa ha detto che la prima volta che si è vista sul grande schermo è stato per lei un po’ strano, ma alla fine è riuscita a vedere solo un personaggio; lì ho pensato che è davvero possibile realizzare questo tipo di storie in modo sicuro”.

La protagonista Tessa Van den Broeck

Tessa Van den Broeck, intervistata ad Alice nella Città lo scorso ottobre, ha aggiunto: “Leonardo si è assicurato che fossi davvero a mio agio sul set. I giocatori nel film sono gli amici con cui ho iniziato a giocare a tennis quando avevo sei anni. Abbiamo anche cercato di tenere separate le riprese dalla vita reale, per non restare troppo a lungo nella storia”.

L’attrice sottolinea anche che Julie ha un segreto non mostra ciò che è successo “prima”, ma racconta ciò che accade “dopo” e soprattutto permette a quel silenzio di diffondersi e far riflettere sull’importanza di affrontare questi temi prima che gli abusi avvengano. “Penso che il silenzio – conclude il regista – possa essere una forma di espressione molto potente nelle arti, ma nella vita reale è pericoloso”.