Id. Austria/Italia, 2016 Regia Tizza Covi e Rainer Frimmel Interpreti Tairo Caroli, Wendy Weber, Arthur Robin, Lilly Robin Distribuzione Tycoon Durata 1h e 30’
IL FATTO – Un furto (o forse un dispetto) priva il domatore Tairo Caroli del suo portafortuna, un ferro piegato a U dall’un tempo celebre Mister Universo Arthur Robin e donatogli quando era bambino. In crisi, confortato dall’amica contorsionista Wendy Weber, si mette sulle tracce di quello leggendario Maciste, passando prima per parenti, madre, fratello e zio.
L’OPINIONE – L’eccentrico e umoroso mondo del circo era già stato al centro di un felice lavoro della coppia Covi (bolzanina) – Frimmer (viennese): La pivellina, presentato alla Quinzaines des realizateurs e acchiappa premi in vari festival. Da una storia apparentemente semplice, nata dal desiderio di portare sullo schermo l’88enne Arthur Robin (“Lo avevamo conosciuto 18 anni fa e ci ha pensato a lungo prima di decidere di voler provare”), il ritratto di un’umanità ai nostri occhi marginale, ma che si mostra vivida qui sulla pellicola (“sempre guarda avanti” è il consiglio della madre a Tairo), non a caso e non inopinatamente dedicata “a tutte le persone che hanno perso il loro posto di lavoro a causa della digitalizzazione del cinema”.
Persone straordinarie, che vivono la loro crisi professionale e di identità tra modernità e una cultura altra (che una volta avremmo definito malamente subalterna), fatta di letture di tarocchi, superstizioni, scaramanzie (ma significativamente l’odissea del giovane attraversa anche una processione notturna di una Madonna), ma soprattutto forti di un legame particolare con la natura. Non solo Tairo (che recita con grande disinvoltura) si muove tra leoni e tigri con serenità e affetto, ma compaiono anche pappagallini, dromedari, cani, maiali e anche una “stella” del cinema, quello scimpanzè che ricordiamo in Bingo Bongo (con Celentano) e in Phenomena di Dario Argento (e anche con Fellini). Premio Fipresci e Menzione Speciale al festival di Locarno.
Massimo Lastrucci